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Riparte
la stagione contrattuale dei dirigenti scolastici
di Reginaldo Palermo
Tecnica della scuola – 17 settembre 2002
E riprendono anche le polemiche fra
confederali e Anp sulla scelta dell'area contrattuale.
Ma il problema sostanziale è di natura economica, in
quanto i dirigenti scolastici attendono l'equiparazione
alle altre dirigenze pubbliche come promesso a suo tempo
dall'attuale maggioranza di Governo.
Dopo un periodo di relativa quiete, riprendono le
polemiche fra ANP e sindacati confederali a proposito
del contratto di lavoro dei dirigenti scolastici.
Nei mesi scorsi, in occasione del contratto integrativo,
avevamo assistito ad una tregua se non addirittura a
qualche avvicinamento fra le diverse sigle sindacali che
rappresentano presidi e direttori didattici; ma con la
riapertura dell'anno scolastico il clima si fa di nuovo
caldo.
Ai primi di settembre Cgil, Cisl e Uil scuola hanno
presentato la propria piattaforma anticipando in qualche
modo l'Associazione Nazionale Presidi.
Ma l'organizzazione sindacale di Giorgio Rembado non ha
tardato a farsi sentire; con un comunicato di pochi
giorni fa l'Anp giudica del tutto intempestiva la
decisione dei confederali: "La presentazione
ufficiale della piattaforma - sostiene infatti l'Anp -
potrà avvenire solo a seguito della determinazione
delle aree contrattuali, mentre qualche altra
organizzazione sindacale, ritenendo intoccabili le
attuali aree dirigenziali o irrilevante la loro diversa
determinazione, ha ritenuto di presentare ufficialmente
la propria piattaforma".
Si riapre così a un paio d'anni di distanza la vecchia
polemica sulla collocazione dei dirigenti scolastici:
all'interno dell'area V (quella della scuola) pur con
specificità e differenziazioni rispetto alle altre
categorie (insegnanti, Ata, ecc..) come vorrebbero i
confederali o nell'area I (quella tipica della dirigenza
amministrativa) come invece sembra preferire l'Anp?
Per intanto i Confederali ribadiscono che -
questione dell'area a parte - per i dirigenti scolastici
bisogna prevedere il definitivo allineamento alla
restante dirigenza pubblica. E nella piattaforma
proposta da Cgil, Cisl e Uil scuola cade anche un altro
paletto che finora aveva caratterizzato le politiche
confederali: "Bisogna assicurare al dirigente
scolastico – si legge infatti nel documento
confederale - le concrete modalità di esercizio della
facoltà di avvalersi sul piano organizzativo e
amministrativo del personale docente e ata, individuando
allo scopo risorse aggiuntive". Sembra insomma che
secondo i confederali presidi e direttori possano
configurarsi come vere e proprie "autorità
salariali" nei confronti del personale docente e
non, cosa che finora era stata di fatto esclusa.
A riscaldare l'ambiente contribuiscono anche iniziative
isolate, come quella di Paolo Quintavalla, dirigente
scolastico di Parma e direttore di un sito web
interamente dedicato ai problemi contrattuali di presidi
e direttori didattici; ricordate la famosa lettera
sottoscritta da alcuni attuali esponenti del Governo e
avallata dallo stesso Silvio Berlusconi nella quale si
prometteva in tempi rapidi l'equiparazione della
posizione dei dirigenti scolastici a quella della
restante dirigenza pubblica?
Ebbene, Paolo Quintavalla non se n'è dimenticato e ora
sta raccogliendo le adesioni dei colleghi ad una lettera
che verrà inviata quanto prima a chi aveva assunto
impegni precisi.
"E se gli impegni non verranno mantenuti - annuncia
Quintavalla - ne trarremo tutte le conseguenze del
caso".
Come si vede è facile prevedere che anche i dirigenti
scolastici faranno la loro parte per tenere alta la
temperatura della stagione contrattuale che sta per
aprirsi nella scuola.
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