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«Rafforzare
la scuola, è il motore dello sviluppo»
LE PAROLE DEL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA ACCENDONO LA POLEMICA TRA I POLI
Appello di Ciampi per l´inizio dell´anno scolastico:
una priorità per il governo
ROMA
E´ una fantastica giornata di sole a Roma, e la scuola
celebra la sua festa al Vittoriano, altrimenti detto «Altare
della Patria», luogo sacro all´unità del Paese. Il
ministro Letizia Moratti fa un discorso che va al cuore
dell´insegnare e dell´apprendere e si tiene distante
da qualunque accenno a diatribe di questi giorni.
Migliaia di ragazzi muniti di berretto espongono i loro
lavori, le loro iniziative di solidarietà, la varietà
dei loro volti e delle loro culture ormai molteplici
nelle aule di tutta Italia. C´è il coro della scuola
navale militare «Francesco Morosini» di Venezia che
canta l´Inno, l´orchestra dei ragazzi dei
conservatori, la televisione che fa la diretta (pare con
grandissimo ascolto) condotta da Fabrizio Frizzi, le
ragazze d´oro del volley che ridono e salutano,
Francesco Totti che premia. Per un giorno la scuola dà
il meglio di sé e sembrano distanti le polemiche, le
dispute sui decreti, sulle leggi e le leggine, le
graduatorie, le sentenze e i ricorsi, le sigle
impronunciabili (Siss, Anci, Cnpi e via elencando), le
riforme passate e quelle venture. C´è - soprattutto -
il Capo dello Stato che fa un discorso di alto profilo
sulla funzione della scuola. Un discorso super partes
(ovviamente), di più: ecumenico. Ma poiché gli animi
sono tesi e giusto l´altro ieri è stata annunciata una
manifestazione nazionale dell´opposizione quando il ddl
di riforma finirà in aula al Senato, sono bastate le
parole di Ciampi per riaccendere i sopiti spiriti. «Il
sistema scolastico nazionale - ha detto il Presidente
della Repubblica - ha contribuito più di ogni altra
istituzione alla costruzione di una patria unita, alla
educazione e alla formazione di cittadini consapevoli,
al miglioramento di noi italiani» e «la sua
insostituibile funzione va rafforzata». Ciampi ha anche
aggiunto che «l'istruzione è il motore dello sviluppo»
e in un passo dedicato agli stranieri nel nostro paese,
ha ricordato come la multiculturalità può trovare
nella scuola un suo punto di amalgama, impedendo che si
creino sacche di autoesclusione confessionale o etnica:
«I lavoratori stranieri che vengono da noi -ha detto il
Presidente - portano altre lingue, altre culture, altre
religioni e hanno la necessità della scuola come luogo
che li faccia sentire partecipi attraverso i loro figli
dei principi e dei valori della nostra civiltà basata
sul dialogo, sulla consapevolezza dei diritti e dei
doveri». Il passo che però ha scatenato reazioni è
stato quello sull´importanza di «rafforzare» il
sistema nazionale dell´istruzione. Una scuola di
pensiero - Verdi (Bulgarelli), comunisti italiani
(Rizzo) ma anche il gruppo di Studenti.Net - ha posto in
luce come le parole del Presidente sottolineassero il
valore primario della scuola pubblica (da «rafforzare»
quindi») a scapito, ovviamente, di quella non statale.
Una seconda corrente di opinione, sostenuta dai Ds
(Vannino Chiti), la Margherita (Enzo Carra) e dalle
senatrici uliviste Chiara Acciarini e Albertina Soliani
ha - con varie argomentazioni - letto l´esortazione di
Ciampi come la necessità di porre la scuola tra le
priorità del governo, con relativa decisione di
approntare adeguate risorse. Per una strana coincidenza
di sensibilità, anche il ministro Moratti - a quanto si
apprende - ha telefonato al Capo dello Stato nel
pomeriggio per ringraziarlo proprio delle parole in cui
ha ricordato che la scuola deve tornare ad essere
priorità per il governo. Una affermazione che alla
Moratti potrà tornare utile in sede di definizione
della Finanziaria. Quanto al suo discorso al Vittoriano,
il ministro ha rivolto un invito agli studenti e una
raccomandazione agli insegnati. Ai primi ha ricordato
che «la scuola non è sempre facile: vivetela come un
momento di formazione personale - ha suggerito - per
essere pronti ad agire nel mondo da protagonisti
responsabili. Con la famiglia, la scuola è il luogo
dove si formano le coscienze libere e forti che poi,
ciascuna con le proprie opinioni e con la propria
personalità, siano capaci di gesti nobili». Mentre ai
secondi ha chiesto di «stare vicini ai ragazzi. Fate
amare la cultura, ma non una cultura astratta, lontana
dai loro sogni, dalle loro aspirazioni, dai loro
interessi». Il resto è stato spettacolo, condotto da
Fabrizio Frizzi.
Raffaello Masci
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