Al via
la riforma Tanta impresa nella nuova scuola
La Stampa - 19 febbraio 2003
LEGGE
DELEGA APPROVATA ALLA CAMERA
le materne e a cinque e mezzo per le elementari.
Obbligo fino a 18
ROMA
La legge delega di riforma della scuola è cosa
fatta. O almeno quasi fatta. Ieri infatti è stata
approvata alla Camera in seconda lettura, ma due
accorgimenti tecnici richiesti dalla commissione
bilancio (secondo i quali i decreti delegati
devono essere emanati previo parere della
commissione bilancio e relativa copertura
finanziaria garantita da una legge) e inseriti
proprio nel passaggio a Montecitorio, richiedono
ora una terza lettura al Senato. Secondo la
relatrice del provvedimento, Angela Napoli, di An,
si dovrebbe trattare però solo di una lettura
rapidissima, tant´è che governo e maggioranza
contano di portare a casa il provvedimento, come
preventivato, già la prossima settimana. Dopo si
conteranno 24 mesi entro i quali il ministro dell´Istruzione
Letizia Moratti dovrà emanare i decreti
legislativi di applicazione, che non hanno bisogno
di passaggi parlamentari, se non per un parere non
vincolante. I termini della riforma sono noti:
anticipo a due anni e mezzo per le materne, a
cinque e mezzo per le elementari, scansione della
scuola di base in bienni, introduzione da subito
di una lingua straniera e di una seconda lingua
alle medie, duplice canale istruzione-formazione
professionale per le superiori, obbligo formativo
fino a 18 anni per tutti. Il governo ha
sostanzialmente blindato il testo Moratti, in
quanto il timore era che, allungando la
discussione, non ci fosse poi il tempo per
produrre i decreti applicativi entro la
legislatura, con la conseguenza, eventuale, di
lasciare le cose a metà. Anche l´Udc ha votato
compatta, ma presentando sette ordini del giorno
vincolanti, il più importante delle quali - ha
poi spiegato il ministro Rocco Buttiglione -
riguarda la controversa materia dell´anticipo: «Va
attuato con gradualità e intelligenza. Su questo
punto - ha detto - abbiamo ancora qualche riserva
e vedremo come il nostro ordine del giorno verrà
attuato. Ad ogni modo, il ministro Moratti ha
assicurato che ci verrà incontro per trovare un
ragionevole compromesso». Le opposizioni, che già
avevano dato forte battaglia al Senato, hanno
presentato alla Camera circa 650 emendamenti. Un
intervento del presidente Pierferdinando Casini ha
poi fatto sì che venissero ridotti a 250,
peraltro in gran parte respinti e in pochissime
sedute. Ieri, quando la riforma stava per essere
approvata, di emendamenti ne restavano una
quindicina, più una quarantina di ordini del
giorno, tra cui quello che ha fatto molto
scalpore, proposto dalla leghista Giovanna Bianchi
Clerici, relativo all'eccessiva femminilizzazione
del corpo docente, per arginare la quale si
impegnava il governo a prendere dei provvedimenti.
«Oggi è stata approvata una riforma vuota nei
contenuti - ha commentato il responsabile scuola
dei ds Andrea Ranieri - che si caratterizza più
per quello che toglie che per quello che propone
di nuovo. Ci chiediamo se valeva la pena rifiutare
ogni tipo di dialogo con l´opposizione e con il
mondo della scuola per una riforma mediocre di
questo tipo». «Con buona pace del ministro
Buttiglione, oggi per la scuola è un giorno
triste - ha commentato il responsabile scuola
della Margherita, Giovanni Manzini -. Un esagerato
desiderio di rottura con le riforme del
centrosinistra ha ridotto il governo e la
maggioranza a destrutturare l'esistente e a
distruggere tutto ciò che di buono la scuola
aveva saputo produrre in questi anni». Divisi gli
studenti, secondo le appartenenze. «Ribadiamo
l'assoluta contrarietà allo strumento della legge
delega che consideriamo - afferma l'Unione degli
studenti - un metodo autoritario per aggirare il
dibattito parlamentare». Sull'altro fronte,
invece, Alternativa studentesca, vicina a Forza
Italia: «Il nostro - ha detto il leader, Simone
Paini - è un giudizio favorevole alla riforma. La
nostra attenzione, inoltre, va particolarmente sul
coinvolgimento della componente studentesca nei
contenuti. Vogliamo continuare ad essere informati
e partecipi». I sindacati, già assai divisi sui
contenuti della riforma, sono anche mal disposti
dalla mancata chiusura del contratto e dalla
vertenza dei precari. Oggi protesteranno davanti
al ministero dell'Istruzione in una manifestazione
organizzata per le 11 da Cgil, Cisl e Uil: la
manifestazione è indirizzata contro «gli
inammissibili ritardi nella promulgazione del
decreto interministeriale per le immissioni in
ruolo dei precari. I posti ci sono - dicono i
sindacati - e tuttavia non vengono assegnati».
Raffaello Masci
LA
MORATTI
"Così
l´Europa si avvicina"
La Stampa - 19 febbraio 2003
Un risultato «molto positivo», una legge di
riforma che «ci avvicina all'Europa». È il
primo commento del ministro dell'Istruzione
Letizia Moratti, dopo l'approvazione della legge
delega di riforma scolastica alla Camera. «È un
risultato molto positivo. Abbiamo cercato di
lavorare - ha detto il ministro - su una riforma
che ha come obiettivo quello di innalzare la
qualità della scuola e di dare a tutti una scuola
personalizzata e che garantisca a ciascuno
opportunità di successo e la possibilità di
avere un percorso formativo adatto alle proprie
capacità e, quindi, coerente con le proprie
vocazioni». È una riforma, ha proseguito la
Moratti, che «ci auguriamo ci porti più vicino
all'Europa». È una riforma «per tutti - ha
aggiunto - cioè per i ragazzi, per le famiglie e
per i docenti».
"Mancano
risorse e idee"
La
Stampa - 19 febbraio 2003
«Quella
approvata dalla Camera è una delega
incostituzionale, senza risorse, senza idee». Lo
ha detto il segretario generale della Federazione
Formazione Ricerca della Cgil, Dario Missaglia,
sottolineando che si tratta di «una legge
regressiva, che per la prima volta nella storia
riduce di un anno l'obbligo scolastico, costringe
i ragazzi di 13 anni a scegliere tra scuola e
formazione, piega i diritti e i tempi dei bambini
all'adultismo dei genitori». «La Cgil vede in
questa legge - aggiunge Missaglia - il tentativo
esplicito di rendere sempre più povera e
marginale la scuola pubblica ed il suo ruolo
sociale». Negativo anche il commento di Giovanna
Grignaffini, capogruppo ds in Commissione Cultura:
«L'approvazione della delega Moratti rappresenta
un salto all'indietro per la scuola italiana. Alla
luce della mancanza di copertura finanziaria e con
la legge sulla devoluzione, che azzererà i
margini di attuazione della riforma, l´unica
certezza è che il provvedimento approvato sarà
solo un mero manifesto propagandistico della Casa
delle Libertà. La reintroduzione del famigerato
voto di condotta è l'unico punto che sarà
attuato concretamente e che farà ripiombare la
scuola italiana in un passato che si sperava
dimenticato»
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