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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

NEWS 

 


In cerca di un nuovo modo di insegnare

La Stampa - 11 febbraio  2003

INTERVISTA CON LUIGI CATALANO, DIRETTORE GENERALE DELL´ISTRUZIONE IN PIEMONTE

Il tormentato rapporto tra nuove tecnologie e didattica «I docenti frenano? Nessuno rifiuta le offerte di qualità Il fatto è che non sempre queste occasioni ci sono state»

UN sito Internet graficamente decoroso e accurato nei contenuti può valere molto per una scuola, in termini di comunicazione e di immagine. Eppure, sembra che molti istituti non ce la facciano a tenere il passo del mondo che cambia. Luigi Catalano, il nuovo direttore generale per l´Istruzione in Piemonte, riconosce che il cammino è appena incominciato e che il traguardo è ancora piuttosto lontano. Ma non nasconde un certo ottimismo per il futuro.

Scuola e informatica, matrimonio difficile. Non è così?

«Non sarei così drastico. Le scuole piemontesi hanno avuto molte occasioni per introdurre le nuove tecnologie nella loro attività quotidiana, sia per la didattica, sia per la comunicazione».

Si può tracciare un primo bilancio?

«
Solo il 34 per cento delle scuole ha aperto un sito, e perciò c'è ancora molto da fare. Ci sono casi di eccellenza, ma anche casi di ritardi o di applicazioni ancora poco efficaci. A quasi vent´anni dal lancio del "Piano nazionale per l´informatica", il computer è entrato in classe come strumento di calcolo, mentre è più indietro il suo uso, peraltro non facile, come strumento per insegnare. Per quanto riguarda la comunicazione, la mia esperienza mi fa guardare con soddisfazione ai casi positivi che riguardano molti istituti superiori, confidando di poter sostenere nel futuro le scuole più piccole con un'azione di consulenza basata soprattutto su alcune tecnologie innovative che richiederanno soltanto la predisposizione dei contenuti, senza bisogno di competenze di programmazione informatica».

Spesso i limiti sono più «economici» che culturali. Le scuole possono contare su finanziamenti specifici?

«Da questo punto di vista siamo alla terza tornata da parte del Ministero. La prima, dal 1997 al 2001, ha permesso a tutte le scuole di avere le prime postazioni multimediali per i docenti e un laboratorio per le attività didattiche. La seconda, conclusa lo scorso anno, è costata in Piemonte 3,3 milioni di euro, per portare tutte le scuole al livello essenziale di attrezzature e connettività. Stiamo per erogare, nelle prossime settimane, ancora altri 9 milioni di euro per aggiornare ed ampliare le infrastrutture informatiche di rete, sia per i servizi amministrativi, sia per la didattica. Fra l´altro, bisogna ricordare che ai finanziamenti ministeriali si sono affiancati in questi anni non pochi e sostanziosi interventi di Enti locali e Fondazioni bancarie».

Sono in cantiere iniziative per l'aggiornamento degli insegnanti?

«Il ministero ha lanciato lo scorso anno un Piano nazionale di formazione per i docenti sulle nuove tecnologie informatiche, che sta partendo in questi giorni in tutta Italia. In Piemonte sono interessati oltre 12 mila insegnanti: un docente di ruolo su quattro».

Torniamo alla didattica. Qual è oggi, il rapporto tra le nuove tecnologie e l´insegnamento?

«L´informatica può giovare alla didattica in molti modi. Ad esempio per arricchire la lezione di contributi documentali e multimediali, oppure per mettere a disposizione dello studente documenti, test, materiali di approfondimento, consulenza on line, consultazione a distanza della biblioteca scolastica. Certo, non bisogna forzare la situazione: il docente resta l´unico soggetto che ha facoltà di scegliere come vuole sviluppare la didattica, fermo restando che è suo dovere curare l´aggiornamento e porre in essere tutti i provvedimenti atti a realizzare una didattica efficace e piacevole».

Tra i professori si incontrano resistenze alla diffusione delle nuove tecnologie?

«Non possiamo ritenere che il problema della formazione riguardi soltanto le nuove tecnologie. C´è un problema di aggiornamento, soprattutto per i docenti di discipline tecniche, alle prese con contenuti che diventano presto obsoleti. E c´è anche il problema di migliorare le capacità comunicative e relazionali dei docenti come leva per creare motivazione negli allievi. Non credo che i docenti, qualora ricevessero proposte di qualità, opporrebbero resistenze. Il fatto è che non sempre queste occasioni ci sono state».

Maria Teresa Martinengo

 

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