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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

NEWS

Scuola, la qualità è un caso

Il Sole 24 Ore - 7 novembre 2002

ROMA - La qualità della scuola «assomiglia troppo a una lotteria». E in Italia il processo di autonomia scolastica è «impensabile senza un servizio di valutazione che faccia da contrappeso». Ieri è stato presentato il secondo quaderno dell'associazione "Treellle": «L'Europa valuta la scuola. E l'Italia?» illustrato dal presidente esecutivo, Attilio Oliva (ex responsabile scuola di Confindustria). Il Quaderno esamina tre delle più avanzate esperienze europee (francese, inglese e svedese) nel settore. In Italia, secondo "Treellle", ogni scuola dovrebbe innanzitutto avviare un processo di autovalutazioni secondo "griglie comuni"; in una seconda fase dovrebbe essere incentivata una valutazione dall'esterno, attraverso un corpo di valutatori professionali, soprattutto per gli istituti in difficoltà. A regime le stesse scuole dovrebbero selezionare e valutare i propri insegnanti nell'ambito dell'autonomia. La valutazione migliore, secondo "Treellle", si realizza perciò nei singoli istituti. «Il sistema italiano - ha commentato Oliva - è in ritardo di almeno dieci anni. Anche in Italia, propone "Treellle", si dovrebbe procedere alla stesura di un rapporto annuale per conoscere spese e risultati del sistema scolastico, informare la pubblica opinione e operare confronti internazionali». La valutazione, sostiene Oliva, «non serve per assegnare premi o sanzioni, ma per aiutare gli operatori a migliorare il servizio e informare la comunità». Di avviso diverso Umberto Agnelli, che di "Trellle" è il presidente: il meccanismo incentivi-disincentivi, sostiene, va istituito. Certo, dice Agnelli, devono esserci «non solo punizioni, ma bisogna identificare un sistema di premi per le scuole che danno risultati validi, poiché le sole punizioni non sono sufficienti». È perciò necessario mettere in atto delle «fasi pungolanti attraverso, appunto, un sistema di premi e punizioni per i docenti». Attilio Oliva si è anche detto convinto della necessità della selezione degli insegnanti da parte delle scuole stesse, come già accade in Gran Bretagna o nei Paesi Bassi. «In Italia ciò sembra una bestemmia. Ma questo dovrebbe essere l'obiettivo futuro». Nell'incontro di ieri un duro attacco al ministro dell'Istruzione e all'attuale politica scolatica è stato sferrato dall'ex ministro della Funzione, Sabino Cassese. Secondo Cassese «sono tre le doti che un buon ministro dell'Istruzione dovrebbe possedere: la qualità di essere un grande architetto di sistema, la capacità di saper trainare risorse economiche adeguate e la dote di saper essere vicino al mondo della scuola con un contatto diretto con docenti alunni. Poche volte - ha sottolineato l'ex ministro - abbiamo avuto un ministro dell'Istruzione che avesse tutte e tre queste doti, ma mai abbiamo avuto un ministro che non ne avesse nessuna come sta accadendo oggi». Quanto alla riforma scolastica (si veda l'altro articolo), si tratterebbe, secondo Cassese, di una «riforma che non riforma alcunchè. La scuola in questi mesi ha visto solo tagli e nessun aumento di spesa». Pronta la replica del sottosegretario Valentina Aprea: «Il ministro Moratti raccoglie proprio le tre caratteristiche ritenute indispensabili dal professor Cassese per svolgere questo compito: capacità di architettura, di attrazione di risorse economiche, e di comunicazione con i protagonisti del mondo scolastico». Marco Ludovico

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