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Scuola,
la qualità è un caso
Il
Sole 24 Ore - 7 novembre 2002
ROMA
- La qualità della scuola «assomiglia troppo a una
lotteria». E in Italia il processo di autonomia
scolastica è «impensabile senza un servizio di
valutazione che faccia da contrappeso». Ieri è stato
presentato il secondo quaderno dell'associazione "Treellle":
«L'Europa valuta la scuola. E l'Italia?» illustrato
dal presidente esecutivo, Attilio Oliva (ex responsabile
scuola di Confindustria). Il Quaderno esamina tre delle
più avanzate esperienze europee (francese, inglese e
svedese) nel settore. In Italia, secondo "Treellle",
ogni scuola dovrebbe innanzitutto avviare un processo di
autovalutazioni secondo "griglie comuni"; in
una seconda fase dovrebbe essere incentivata una
valutazione dall'esterno, attraverso un corpo di
valutatori professionali, soprattutto per gli istituti
in difficoltà. A regime le stesse scuole dovrebbero
selezionare e valutare i propri insegnanti nell'ambito
dell'autonomia. La valutazione migliore, secondo "Treellle",
si realizza perciò nei singoli istituti. «Il sistema
italiano - ha commentato Oliva - è in ritardo di almeno
dieci anni. Anche in Italia, propone "Treellle",
si dovrebbe procedere alla stesura di un rapporto
annuale per conoscere spese e risultati del sistema
scolastico, informare la pubblica opinione e operare
confronti internazionali». La valutazione, sostiene
Oliva, «non serve per assegnare premi o sanzioni, ma
per aiutare gli operatori a migliorare il servizio e
informare la comunità». Di avviso diverso Umberto
Agnelli, che di "Trellle" è il presidente: il
meccanismo incentivi-disincentivi, sostiene, va
istituito. Certo, dice Agnelli, devono esserci «non
solo punizioni, ma bisogna identificare un sistema di
premi per le scuole che danno risultati validi, poiché
le sole punizioni non sono sufficienti». È perciò
necessario mettere in atto delle «fasi pungolanti
attraverso, appunto, un sistema di premi e punizioni per
i docenti». Attilio Oliva si è anche detto convinto
della necessità della selezione degli insegnanti da
parte delle scuole stesse, come già accade in Gran
Bretagna o nei Paesi Bassi. «In Italia ciò sembra una
bestemmia. Ma questo dovrebbe essere l'obiettivo futuro».
Nell'incontro di ieri un duro attacco al ministro
dell'Istruzione e all'attuale politica scolatica è
stato sferrato dall'ex ministro della Funzione, Sabino
Cassese. Secondo Cassese «sono tre le doti che un buon
ministro dell'Istruzione dovrebbe possedere: la qualità
di essere un grande architetto di sistema, la capacità
di saper trainare risorse economiche adeguate e la dote
di saper essere vicino al mondo della scuola con un
contatto diretto con docenti alunni. Poche volte - ha
sottolineato l'ex ministro - abbiamo avuto un ministro
dell'Istruzione che avesse tutte e tre queste doti, ma
mai abbiamo avuto un ministro che non ne avesse nessuna
come sta accadendo oggi». Quanto alla riforma
scolastica (si veda l'altro articolo), si tratterebbe,
secondo Cassese, di una «riforma che non riforma
alcunchè. La scuola in questi mesi ha visto solo tagli
e nessun aumento di spesa». Pronta la replica del
sottosegretario Valentina Aprea: «Il ministro Moratti
raccoglie proprio le tre caratteristiche ritenute
indispensabili dal professor Cassese per svolgere questo
compito: capacità di architettura, di attrazione di
risorse economiche, e di comunicazione con i
protagonisti del mondo scolastico». Marco Ludovico
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