Sulla
scuola accordo in vista prima di Natale.
Il Sole 24 Ore - 3 dicembre 2002
ROMA.
A un soffio dal traguardo il contratto della
scuola. La prima tappa decisiva sarà affrontata
giovedì prossimo, quando i sindacati saranno
ricevuti dal ministro dell’Istruzione, Letizia
Moratti. Le confederazioni, nel frattempo, hanno
concordato con l’Aran (Agenzia per la
rappresentanza negoziale delle pubbliche
amministrazioni) un calendario di massima che, dal
15 al 18 dicembre, dovrebbe portare a una verifica
serrata delle condizioni per firmare l’intesa.
I rappresentanti dei docenti sanno che il
confronto è segnato da alcune condizioni su cui
c’è ben poco da trattare, a cominciare dalle
difficoltà della finanza pubblica. Perciò, senza
dichiararlo ufficialmente, la loro intenzione è
di chiudere rapidamente la partita economica per
il 2002/3, per rilanciare la vertenza per il
biennio successivo.
Occorre inoltre fare i conti con la riforma
Moratti, ora in discussione alla Camera, che
incide anche sul profilo dell’identità degli
insegnanti.
Partita alcune settimane fa, la vertenza
sindacati-Aran sulla scuola ha prodotto finora una
ricognizione informale molto dettagliata delle
risorse in campo. Ma le confederazioni vogliono
certezze sui fondi disponibili e per questo hanno
chiesto un confronto politico con il ministro.
«Molte delle somme di cui si discute sono
soltanto virtuali, basate su economie tutte da
verificare» fa notare Alessandro Ameli,
coordinatore della Gilda.
Rincara
la dose Daniela Colturani (Cisl): «I soldi che
derivano dai risparmi effettuati riguardano il
taglio degli organici, che doveva essere pari a
8.500 cattedre l’anno scorso ma che in effetti
ammonterà a circa 5mila unità».
Con tutte le cifre messe in campo l’aumento di
stipendio a regime complessivamente dovrebbe
ammontare a circa 150 euro mensili lordi, «ma il
ministero deve intanto certificare le economie
realizzate» sottolinea Ameli.
Preoccupato Fedele Ricciato (Snals) dopo le
dichiarazioni fatte ieri dalla Funzione pubblica:
«Se il Governo non chiarisce il problema della
quantificazione delle risorse — afferma Ricciuto
— mette a rischio il rinnovo del con tratto
della scuola, soprattutto se non viene garantita
la tutela del potere d’acquisto dei lavoratori».
C’è poi una convinzione diffusa: nonostante la
direttiva del Governo all’Aran parli
esplicitamente di valorizzazione della professione
docente anche in senso meritocratico, nessuno tra
i sindacati crede alla possibilità di affrontare
questo tema adesso.
Data l’esiguità delle risorse economiche se ne
parlerà dicono le confederazioni — per il
rinnovo del biennio 2004/5. Eppure, ha sostenuto
il presidente dell’Aran Guido Fantoni, «in
teoria il 30 per cento della retribuzione docente
dovrebbe essere destinata al merito». Insomma:
molte perplessità, non poche critiche, ma anche
l’intenzione di far presto «perché — dice
Massimo Di Menna (Uil) — o si chiude adesso
oppure chissà quando si va a finire. Certo, va
chiarito tra l’altro anche l’aspetto delle
risorse per gli Ata (personale amministrativo,
tecnico e ausiliario, ndr) che non sono state
quantificate».
Più
severo, anche in linea con una strategia
politico-sindacale definita da tempo, il
segretario della Cgil Scuola, Enrico Panini. «I
nodi da sciogliere con il ministro
dell’Istruzione sono molti e certo vogliamo fare
presto un buon contratto dice Panini — ma
abbiamo anche bisogno di risposte chiare. Vorremmo
sapere, per esempio, che fine hanno fatto i 19mila
miliardi di lire annunciati dal Governo per un
piano straordinario di investimenti pluriennali
per l’istruzione».
MARCO LUDOVICO
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