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Alta
tensione nella scuola
Il
Sole 24 Ore - 25 settembre 2002
Luigi Illiano
(NOSTRO
SERVIZIO) ROMA - Lo sciopero della scuola ricompatta il
sindacato. Tutte le confederazioni, ieri, hanno deciso
di sferrare l'attacco frontale. Nel mirino il decreto
legge approvato venerdì scorso dal Consiglio dei
ministri e, soprattutto, le ipotesi contenute nella
bozza di Finanziaria 2003. Il provvedimento di venerdì
prevede, tra l'altro, la riqualificazione obbligatoria
per 6mila docenti in eccedenza: in caso di rifiuto, si
finisce in mobilità. Varate, inoltre, norme più severe
sulla formazione delle classi, che riducono, di fatto,
le cattedre. Innalzamento del rapporto alunni-classe,
istituzione nella scuola elementare del maestro
prevalente, taglio del 20% dei collaboratori scolastici,
riduzione del personale fuori ruolo e degli insegnanti
di sostegno, sono invece le misure per la scuola
contenute nella bozza della Legge Finanziaria. Enrico
Panini, segretario generale della Cgil Scuola, che ha
deciso di scendere in piazza il prossimo 18 ottobre,
chiama a raccolta tutti i sindacati di categoria: «Ci
sono le condizioni per definire un'iniziativa di lotta
che sarebbe auspicabile si caratterizzasse
contemporaneamente, con una imponente manifestazione
nazionale a sostegno del contratto. Contro politiche
economiche inaccettabili e per le ragioni della scuola
pubblica». Lo Snals punta il dito contro «i tagli
degli organici e il mancato reclutamento in ruolo.
Contestiamo le scelte contrattuali - spiega Fedele
Ricciato, segretario generale - perché non assicurano
nemmeno il recupero del potere d'acquisto delle
retribuzioni e negano, ancora una volta, la definizione
del piano pluriennale delle risorse finanziarie». Per
Daniela Colturani (Cisl) «la gravità e il peso
politico della posta in gioco richiedono una
partecipazione massiccia dei lavoratori, come risposta
specifica e immediata a scelte di politica scolastica
tese a distruggere il sistema formativo pubblico statale».
Secondo Massimo Di Menna, leader della Uil Scuola, le
ipotesi contenute nella Finanziaria «contrastano con
gli impegni più volte assunti dal ministro Moratti. C'è
il rischio che si proceda a risparmi che favoriscono il
sistema delle scuole private. Il Governo deve invertire
la direzione di marcia». La Gilda degli insegnanti ha
scelto, invece, di scioperare il 14 ottobre e lancia un
segnale alla Cisl e allo Snals per una manifestazione
unitaria. «Le misure contenute nella Finanziaria, se
confermate, appaiono di inaudita gravità - commenta
Alessandro Ameli, coordinatore nazionale - il ritorno al
maestro unico, per esempio, produce un taglio di 40mila
posti nella scuola elementare. Questi provvedimenti,
assieme a quelli già assunti in Consiglio dei ministri,
rendono più difficile, soprattutto per le fasce deboli,
la fruizione del diritto allo studio». Anche i Cobas
puntano sulla data del 18 ottobre come appuntamento
unitario: «È essenziale che si raggiunga il massimo di
convergenza tra docenti e personale Ata, per bloccare la
contro riforma Moratti e annullare immediatamente la
sperimentazione».
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