Sì
delle imprese, no sindacale
Sole 24 ore - 20 febbraio 2003
ROMA - Disco verde degli industriali alla riforma
della scuola. Un gradimento visto soprattutto in
proiezione europea, come afferma Silvio Fortuna,
vice presidente per l'Education di Confindustria:
«La riforma Moratti si inserisce nel più ampio
disegno dell'Unione europea delineato a Lisbona
nel 2000: divenire l'economia della conoscenza più
competitiva del mondo. Con questa riforma -
continua Fortuna - ci sentiamo più europei perché
si innalza l'obbligo di istruzione e formazione
per tutti gli studenti fino a 18 anni, si
valorizza il canale professionale. Si crea, in
particolare, un sistema di alternanza
scuola-lavoro che introduce un meccanismo presente
negli altri paesi europei già da tempo.
L'alternanza costituisce una felice combinazione
di preparazione scolastica e di esperienze
assistite sul posto di lavoro». Dai sindacati
arriva invece un fuoco di sbarramento. La
strategia sarà descritta stamane durante una
conferenza stampa di Cgil, Cisl, Uil e Snals.
Secondo il segretario generale della Cgil Scuola,
Enrico Panini, è stata approvata una legge «incostituzionale
e dannosa. La battaglia per una buona scuola
pubblica - ha proseguito - continua ora: nelle
scuole, per difendere la qualità dell'offerta
formativa; alla Corte costituzionale, contro una
delega illegittima e che impedisce discussione e
controllo; in piazza, con una manifestazione il
prossimo 12 aprile». Secondo il segretario
generale della Cisl Scuola, Daniela Colturani, si
tratta di «una legge di riforma super blindata,
chiusa ai contributi e alle esperienze della
scuola reale. Il mancato accoglimento di proposte
emendative - conclude Daniela Colturani - ne
renderà ancora più difficile e complessa la fase
attuativa che, peraltro, si dovrà misurare anche
con una copertura finanziaria ancora tutta
virtuale». Il segretario della Uil Scuola Massimo
Di Menna critica «l'anticipo, il doppio canale
tra scuola e formazione professionale, la quota di
programmi affidati alle regioni e l'incertezza
delle risorse. Evidenziamo invece - ha aggiunto -
un aspetto positivo: il carattere nazionale
dell'istruzione». I nodi cruciali, ha
sottolineato il segretario delo Snals Fedele
Ricciato, «non sono stati sciolti. L'anticipo
dell'ingresso nella scuola dell'infanzia ed
elementare, la precocità dell'orientamento alla
scuola secondaria, la diversa durata dei percorsi
liceali e di quelli di istruzione e formazione
professionale e, soprattutto, la mancanza
dell'indispensabile sostegno finanziario,
confermano tutte le nostre riserve denunciate fin
dall'inizio dell'iter parlamentare». Per la Gilda
«è stata approvata una riforma che non migliorerà
la qualità del sistema istruzione in Italia. Un
progetto senza risorse, che non creerà
prospettive per i giovani, costruito all'insegna
dei tagli agli organici e dei risparmi di spesa -
ha detto il coordinatore nazionale Alessandro
Ameli - esattamente come aveva fatto Berlinguer
con la legge 30». L.ILL.
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