In
vista nella scuola 12.500 tagli
Il
Sole 24 Ore - 14 febbraio
2003
Proteste sindacali - Montecitorio, la riforma
Moratti slitta a martedì
MARCO
LUDOVICO
ROMA
- Scattano i tagli agli organici della scuola:
12.500 posti in meno dal prossimo settembre. Il
ministero dell'Istruzione ha ormai definito il
piano, che tuttavia non piace ai sindacati, in
fermento anche per lo stallo nella trattativa sul
contratto. Va avanti, intanto, il Ddl di riforma
dei cicli, che riprenderà martedì la votazione
in aula alla Camera. Dove colpisce la scure di
Viale Trastevere. L'intervento sulle cattedre è
previsto dalla Finanziaria per il 2002. Nel
progetto si ipotizza, su scala nazionale, un
aumento di 411 posti nelle materne e, invece, una
diminuzione di 2mila posti nelle elementari, 305
alle medie, 6.150 alle superiori e 1.000 tra i
docenti di sostegno. Altri tagli sono previsti su
voci particolari, per arrivare a un totale di
12.500 insegnanti in meno. A queste riduzioni va
poi aggiunta una diminuzione di circa 3.200 posti
tra i bidelli. Ma i sindacati dicono di no. In
prima linea lo Snals, che, seguendo le procedure
previste, annuncia di aver «bloccato il decreto»:
secondo il segretario Fedele Ricciato «il testo
è inaccettabile e non tiene in nessun conto le
esigenze della scuola e la sua articolazione sul
territorio». Ricciato annuncia una battaglia
durissima contro il piano del ministero. Critiche
molto aspre anche da Massimo Di Menna (Uil) ed
Enrico Panini (Cgil). Riforma, avanti piano.
L'esame del disegno di legge sul riordino dei
cicli è proseguito, ma occorre ancora terminare
la votazione sull'articolo 2 (il testo ha sette
articoli in tutto). A Montecitorio ieri erano
vistose le assenze sia tra i banchi della
maggioranza, sia tra quelli dell'opposizione.
Quest'ultima, però, ha avuto gioco facile nel
chiedere la verifica del numero legale e, di
conseguenza, ottenere la sospensione dei lavori.
Si riprende martedì prossimo e la discussione
dovrebbe subire un'accelerata che potrebbe anche
portare al sì finale dei deputati. Poi, il testo
dovrà tornare al Senato per la ratifica
definitiva del provvedimento. Intanto protesta
Daniela Colturani (Cisl) per un ordine del giorno
che sollecita il Governo a intervenire sullo stato
giuridico dei docenti. Le polemiche sul contratto.
La vertenza è ferma all'Aran (agenzia per la
rappresentanza negoziale delle pubbliche
amministrazioni) in attesa dell'ok del Tesoro ai
tagli - e ai conseguenti risparmi, che dovrebbero
finire nelle risorse per il contratto - dichiarati
dal ministro Letizia Moratti. Il nervosismo dei
sindacati comincia a farsi sentire. Ieri hanno
protestato Giampaolo Patta (Cgil) e Antonio
Foccillo (Uil). Pronta a scendere in piazza la
Gilda. «A 14 mesi dalla scadenza - ha affermato
il coordinatore nazionale Alessandro Ameli - sono
ancora irrisolti i nodi che stanno tenendo in
stallo il contratto della scuola. Un milione di
dipendenti si vedono negati riconoscimenti
economici e normativi. Mancano, da parte del
ministero dell'Economia, gli atti politici
necessari ad assicurare le risorse economiche con
cui far partire seriamente la trattativa». La
situazione, ha aggiunto, appare oggi «ancora
troppo piena di incognite».
Venerdí 14 Febbraio 2003
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