DIRIGENZA
SCOLASTICA VERSO IL RINNOVO CONTRATTUALE:
LA
LINEA DELLO SNADIS
PREMESSA
Il
contratto vigente per la Dirigenza Scolastica (V
area) ha rappresentato la modalità di
accesso dei capi di Istituto nel panorama della
Dirigenza Scolastica. Sia nella fase delle
trattative che nella successiva stipula e
applicazione del contratto, lo Snadis ha
puntualmente rilevato e pubblicizzato gli aspetti
"deboli" ed "oscuri".
Appare,
pertanto, coerente che lo Snadis prosegua nel
delineare le modalità normative ed economiche che
ritiene più adeguate, nell' interesse della
categoria.
Si
auspica infine che, al di là delle sigle, o di
eventuali "interessi di bottega",
prevalga un comune buon senso tra organizzazioni
sindacali diverse ed Associazioni Professionali, a
tutela della scuola statale e dei capi di
Istituto.
LA
PARTE ECONOMICA
Lo
stipendio tabellare della dirigenza scolastica
deve essere analogo a quello della dirigenza delle
altre aree, seguendo una logica già consolidata
nel tempo e perseguita con coerenza dall'ARAN .
E'
prevedibile, pertanto, il pieno recupero
dell'inflazione, non solo programmata, ma reale:
lo stipendio tabellare da rivendicare in sede di
trattativa potrebbe essere determinato in £.
80.000.000 annui (€ 41.316,55).
Per
quanto concerne l'indennità di posizione occorre
prevedere una individuazione nella fascia mediana
della Dirigenza pubblica. Pertanto, partendo dal
dato medio di £ 50.000.000 annui (€ 25.822,24)
si potrebbe prevedere la distribuzione dei
Dirigenti Scolastici secondo l'articolazione di 4
fasce, corrispondenti ad una retribuzione
pari a :
·
£ 44.000.000
pari a € 22.724,10
·
£ 48.000.000
pari a € 24.789,93
·
£ 52.000.000
pari a € 26.855,76
·
£ 56.000.000
pari a € 28.921,59
L'
indennità di risultato va calcolata, per tutti i
Dirigenti Scolastici, in misura pari al 15% del
dato medio di retribuzione di posizione £
50.000.000 (€ 25.822,84). Va pertanto
rivendicata la attribuzione di una indennità
di risultato pari a £ 7.500.000 (€
38.734,27) per tutti i Dirigenti Scolastici,
attraverso l'automatico riconoscimento del
raggiungimento degli obiettivi, in assenza di
specifiche procedure di accertamento negativo.
IL
QUADRO NORMATIVO
RELAZIONI
SINDACALI
Lo
Snadis ritiene che i Dirigenti Scolastici abbiano
desiderio di essere protagonisti nelle trattative
che riguardano la SCUOLA e i Capi di Istituto.
E'
necessario, pertanto, non affidare ad un
"ceto" di sindacalisti, o
distaccati di professione, la materia e le
opportunità di confronto e di accordo.
Lo
Snadis, ponendo al primo punto l'esigenza di
promuovere la "partecipazione dal basso"
dei Dirigenti Scolastici richiede
l'istituzione del R.S.U. su base regionale.
In
pratica, si tratta di richiedere pari trattamento
e pari dignità in analogia a quanto già avviene,
nel mondo della scuola, per il personale docente
ed ATA.
MOBILITA'
ED AFFIDAMENTO DEGLI INCARICHI
Per
quanto concerne Mobilità ed affidamento degli
incarichi, occorre prevedere meccanismi
semplificati, governati da criteri oggettivi,
sulla scorta della collaudata e pluridecennale
esperienza delle OO.MM. di mobilità; tuttavia,
tenuto conto dello status dirigenziale, si potrà
prevedere un intervento della direzione regionale
scolastica per la trattazione di casi specifici, e
con documentate motivazioni.
L'attuale
sistema, infatti, ha fatto registrare notevoli
dissonanze di comportamento da Regione a Regione;
non ha minimamente consentito l'accertamento della
professionalità dei D.S. interessati a questi
istituti contrattuali; ha, talvolta, lasciato il
dubbio su eventuali interferenze di tipo meramente
clientelare.
Va
senz'altro superato, nella mobilità dei D.S., lo
step del limite del 15% nel passaggio da un
settore formativo all'altro, nonché il principio
dell'"equivalenza" del nuovo incarico,
che comporta il rischio di una inamovibilità
quasi completa. Qualora, poi, l'incarico assegnato
dalle Direzioni Generali preveda un allontanamento
dalla sede di residenza che superi i 15 km vanno
concordate idonee forme di rimborso spese o
indennità di trasferta.
COLLOCAZIONE
DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE IN FASCE
Circa
l'inserimento delle istituzioni scolastiche nelle fasce
di "complessità", si sottolinea
l'assoluta necessità che ci si attenga a criteri
unici sul piano nazionale (e non differenziati su
quello regionale); tali criteri devono essere
matematici e non discrezionali; di essi deve
essere data una adeguata pubblicità, sia prima
della loro applicazione che dopo (tramite la
pubblicazione dell'elenco di tutte le istituzioni
scolastiche con i relativi punteggi, totali e
parziali per ciascun indicatore previsto dal
Contratto ad esse attribuiti). Ciò al fine di
evitare clientelismi e potenziale mancanza di
trasparenza.
Proprio
perché l'inserimento nelle fasce deve essere di
tipo meramente matematico e non
"qualitativo" (la complessità così
calcolata rientra nel piano della "quantità",
non della" qualità"): in quanto tutte
le istituzioni hanno pari dignità, la ricaduta
sul piano retributivo del capo d'istituto dovrà
essere minima (rif. Proposta relativa alla
Retribuzione di posizione).
LA
VALUTAZIONE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO
Per
la valutazione dei capi di istituto vanno
applicate, così come già emerso nel dibattito su
questo tema tra sindacati ed associazioni
professionali, delle modalità che si fondino su
indicatori predefiniti.
Il
riferimento ad indicatori semplici, cui attribuire
un punteggio standard, porterebbe a semplificare
le procedure, in analogia con quanto
avviene all’interno di altri comparti dello
Stato.
Va
infine introdotta una clausola di salvaguardia che
garantisca e tuteli la Dirigenza Scolastica.
RECLUTAMENTO
Il
reclutamento dei Dirigenti Scolastici va operato
attraverso un concorso unico (in cui siano
adeguatamente valorizzati gli incarichi di
presidenza svolti o di collaboratore vicario), ma
che punti ad una selezione qualificata, e non
provochi il rischio dell’istituzione di un
precariato perenne.
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