La nuova scuola feudalizzata (*)
La scuola è entrata nell'ancien régime. La
riforma è stata realizzata con la trasformazione
ope legis del preside in dirigente scolastico.
Titolare di un incarico a tempo (tre anni), alla
scadenza il dirigente può essere confermato,
oppure no. E' infatti soggetto a valutazione da
parte del direttore regionale (di nomina
governativa). Dal momento che il direttore
regionale è parte integrante dello spoil system,
questo modo di funzionamento della scuola viene
proiettato a cascata dalle direzioni regionali ai
vertici di ogni scuola. Per essere confermato
nell'incarico il direttore regionale deve essere
omogeneo alla maggioranza di governo. A sua volta
il dirigente scolastico deve mostrare alla
valutazione risultati che contribuiscano alla
carriera del direttore regionale. Conseguentemente
il dirigente scolastico deve essere anch'egli
governativo. E deve scegliere per sé
collaboratori omogenei su questa linea.
Chi - anche in ambienti sindacali - ragiona nella
vetusta ottica degli obiettivi di efficacia ed
efficienza (scoperti dalla scuola italiana alcuni
decenni dopo che essi erano stati teorizzati e
sistematizzati dalla sociologia americana
dell'organizzazione), dovrebbe rendersi conto di
uno stato di cose di facile definizione: la scuola
è stata feudalizzata.
Difatti
alle spalle dei criteri di omogeneità tra livelli
dirigenziali e tra essi e governo vige quello,
assai più pratico, di fedeltà personale.
Gli aspetti, dunque, che le scienze
dell'organizzazione dovrebbero porre sotto analisi
sono due. Da una parte, l'introduzione di una
sorta di führerprinzip. Il principio-guida non
appare oggi per la prima volta negli apparati
dell'istruzione. Significa che la scuola funziona
grazie a un processo per cui tutto proviene
dall'alto e tutto è organizzato in modo da
risultare collaborativo verso l'alto.
Questo stato di cose spiega la ripugnanza
sistemica della scuola nei riguardi di residui di
procedura in cui sia prevista la modalità del
voto. Già nei governi di centrosinistra è
prevalsa la tronfia retorica della scuola come
comunità. Ora la ripugnanza sistemica tra la
scuola new age e le procedure democratiche è
divenuta patologia. Alla procedura del voto la
scuola tende a rinunziare, perché il voto divide,
e in una comunità è male dividersi.
Questo spiega perché le procedure elettive
sopravvissute (ma di prossima estinzione) siano
state trasformate in atti di cooptazione. I
collegi dei docenti non possono votare
liberamente. E' invalso ormai il criterio
dell'affidabilità degli eletti agli occhi del
dirigente. Conseguentemente le procedure di voto
si sono trasformate in atti di ratifica dei
desideri del dirigente.
Altro aspetto della feudalizzazione compiuta è
costituito dalla formazione degli staff scelti dal
dirigente. Si tratta di collaboratori scelti dal
dirigente scolastico sulla base di fedeltà
personale, affidabilità, contiguità, doti la cui
prestazione privatistica viene ricambiata con
misure parastipendiali e la concessione di
benefici.
La
feudalizzazione della scuola italiana, chiesta dai
dirigenti e dalla loro lobby e voluta dalle
organizzazioni sindacali, ha liquidato gli ultimi
residui di democrazia procedurale e edificato un
insieme sistemico che per qualche aspetto richiama
le corti orientali. Nelle corti orientali, eunuchi
e favorite. Nella scuola italiana new age, yesmen
e yeswomen.
(*)
Articolo, firmato
Peduzzi, comparso
sul "Manifesto"
del 7 gennaio 2003.
Su
questo articolo è intervenuto il 14
gennaio 2003
sul sito web "fuoriregistro" Antonio
Valentino (membro dell'Esecutivo Nazionale della
Cgil Scuola) con il testo critico: Dirigenti
scolastici o yesmen? (A proposito di
feudalizzazione della scuola) http://www.didaweb.net/fuoriregistro/index.php
Il testo, che pure contiene una scontata difesa
d'ufficio dei dirigenti scolastici, è viziato da
un limite fondamentale: prende sul serio un
articolo che nulla ha di serio e che rappresenta
solo una parodia. Un'ottima occasione sprecata per
mettere in esercizio l'ironia di Aristarco
Ammazzacaffè. Ma si sa che quella colpisce in una
sola direzione.
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