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Scuole
a rischio in mezza Italia
aule
chiuse e controlli a tappeto
Scontro
sui risarcimenti per alunni e insegnanti morti
Psicosi in Sicilia: da Palermo a Taormina centinaia di
mamme continuano a tenere i figli a casa
In Abruzzo attività sospesa in duecento istituti: le
lezioni non ricominceranno prima di lunedì
Paura anche in Campania, Basilicata e Sardegna. E c´è
chi minaccia di boicottare le lezioni fino a quando le
verifiche non saranno concluse
La
Repubblica - 6 novembre 2002
Giancarlo
Mola
ROMA
- L´eredità del terremoto è la paura. Una paura che
si fa psicosi, che supera i confini del Molise e che ora
investe l´Italia intera. Si può essere sicuri quando
si mandano i figli a scuola? La risposta non è più
scontata, dopo l´incubo di San Giuliano di Puglia. E
così le mamme preferiscono tenere i bambini a casa, i
sindaci chiudono gli istituti e mobilitano i loro
tecnici. Ogni crepa, adesso, fa venire i brividi, a
Campobasso come a Palermo, a Napoli come a Roma. E tante
certezze si sgretolano. Perfino la più ovvia: quella di
ottenere il risarcimento dello Stato se si perde un
bimbo sotto le macerie di una scuola.
Le assicurazioni. Ieri è stata infatti la giornata del
giallo sull´intervento dell´Inail a favore delle
piccole vittime di San Giuliano. I dirigenti dell´istituto
che si occupa degli infortuni sul lavoro e il ministro
del Welfare Roberto Maroni non hanno fatto altro che
smentirsi a vicenda. Per ore e ore. Le famiglie dei
bambini morti sotto le macerie riceveranno un
indennizzo? I sì del ministro e i no dell´Inail si
sono inseguiti per ore. E alla fine la vicenda è
rimasta sepolta sotto tonnellate di dubbi.
Le scuole inagibili. I controlli nelle zone colpite dal
terremoto hanno dato i primi verdetti. Intorno all´epicentro
del sisma - fra Santa Croce di Magliano, Larino e
Casacalenda - sono almeno cinque gli istituti dichiarati
inagibili. Stessa sorte per tre edifici di Venafro, in
provincia di Isernia e per altri tre nei dintorni di
Benevento. Uno scenario che si ripete alle pendici dell´Etna:
lunedì le verifiche avevano bloccato due scuole di
Catania, ieri è stata la volta di una elementare di
Mascali (nella provincia), nonché di una materna ed
elementare di Enna, nell´entroterra.
Gli
istituti chiusi. Il terrore di nuove scosse paralizza le
attività scolastiche in quasi tutte le regioni del Sud.
Sindaci e presidenti di provincia non se la sentono di
tenere aperte le aule prima di verificarne l´agibilità
statica. E allora, in provincia di Campobasso e Isernia
(ma anche a Cassino, nel Lazio), non si tornerà in
classe fino a sabato 9 novembre. A Catania e Benevento,
invece, la ripresa delle lezioni è prevista per oggi
(paura permettendo). In tutta la Campania, ieri, sono
stati 270 gli istituti fermi per il timore di crolli.
Ancora più critica la situazione in Abruzzo: le scuole
chiuse sono 194, la maggior parte in provincia di Chieti,
dove il blocco riguarda 125 edifici su 390. Ma rientro
alla normalità appare lontano, anche perché dovunque,
nella regione, stanno nascendo comitati di genitori che
minacciano di non mandare i figli a scuola prima aver
ricevuto prove tangibili della sicurezza degli stabili.
Le proteste. Il fronte delle mamme è il più
agguerrito. «I bambini in quelle scuole non ce li
mandiamo più», dicono. Organizzando veri e propri
picchetti davanti ai cancelli, come accade a Palermo. Ma
è tutta la Sicilia a disertare le aule: niente lezioni,
ieri, in decine di istituti di Taormina, Enna, Trapani,
Catania e Messina. I centralini dei vigili del fuoco
sono presi d´assalto. Troppi calcinacci vengono giù
dai soffitti, troppi solai incutono terrore. E allora
meglio non rischiare. Era accaduto lunedì a Napoli,
dove gli studenti di undici plessi scolastici avevano
preferito attendere fuori il suono della campanella. Era
accaduto a Roma, era accaduto a Sorrento. Adesso la
protesta rischia di dilagare ovunque. Ieri ad Avellino i
genitori dei ragazzi dell´elementare «Regina
Margherita» hanno preteso un incontro con confronto con
il vicesindaco Stefano Vetrano e l´assessore all´Istruzione
Enza Ambrosone. Si è arrivati alle parole grosse, quasi
alle mani. Le rassicurazioni degli amministratori non
sono infatti bastate: qualche mese fa il solaio del
primo di tre piani aveva avuto un cedimento.
Le
verifiche. Ormai la sfiducia dilaga. E sempre più
spesso sono i politici a frenare. Lunedì aveva fatto
scalpore la decisione degli assessori delle province
sarde di restituire - polemicamente - al governo le
chiavi delle 244 scuole dell´isola, ritenute fra le
meno sicure d´Italia. Ieri decine di amministratori di
tutto il Mezzogiorno (ma non solo) hanno promosso
controlli a tappeto sull´agibilità statica degli
edifici. A Matera, i tecnici del comune hanno verificato
la stabilità strutturale dei 36 edifici scolastici,
tranquillizzando i genitori. A Potenza i sopralluoghi
partiranno nei prossimi giorni, mentre all´Aquila i 45
esperti scelti dalla provincia si metteranno al lavoro
da stamattina. Revisione completa delle scuole, infine,
ad Ancona: la giunta si è riunita d´urgenza nella
mattinata di ieri e ha lanciato un piano per certificare
lo stato dei 63 stabili destinati all´istruzione.
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