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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

 

Presidi in crisi, precari delusi ma il provveditorato va avanti

Repubblica_Palermo – 23 agosto 2002

 
I capi d´istituto: "Autonomia violata". E il direttore generale conferma le convocazioni

Presidi in crisi, precari delusi ma il provveditorato va avanti
di SALVO INTRAVAIA
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Il decreto dell´assessore Fabio Granata ha preso in contropiede gli addetti ai lavori. Quando tutto sembrava pronto per l´inizio dell´anno scolastico, il provvedimento è arrivato come un fulmine a ciel sereno sulla testa di docenti, alunni e capi d´istituto che già si preparavano a mettere in moto la «macchina» il 17 settembre. Anzi, in parecchi casi anche prima, in virtù delle possibilità offerte dall´autonomia scolastica.
Granata giustifica il posticipo delle lezioni al 30 settembre – e la conseguente chiusura a metà giugno (il 14) – oltre che con il caos delle supplenze, con un ritorno agli anni in cui la prima campanella suonava per tutti il 1° ottobre. Per Angelo Prizzi, segretario regionale della Cisl Scuola, quella di Granata è «la solita uscita ferragostana». Il giudizio è severo: «L´assessore – dice Prizzi – prima di gettare nella confusione migliaia di famiglie e docenti siciliani attraverso incomprensibili provvedimenti, farebbe bene a riflettere due volte. Mi auguro che faccia un passo indietro».Brutti voti per l´assessore anche da parte dei capi d´istituto. Leonardo Saguto, direttore della scuola elementare di Pallavicino e coordinatore provinciale dei dirigenti scolastici per la Cgil Scuola, ritiene «assolutamente improduttiva» la modifica del calendario a ridosso dell´inizio dell´anno scolastico e spiega di considerare il provvedimento dell´assessore regionale alla Pubblica istruzione «in netta contrapposizione con l´autonomia delle istituzioni scolastiche che dovrebbero potersi organizzare come meglio credono e soprattutto in relazioni alle esigenze dell´utenza e dell´istituto».
La fulminea decisione di Granata ha alla base un imprevisto dalle conseguenze imponderabili. E cioè la sentenza del Tar del Lazio che rimette in discussione tutte le graduatorie permanenti (quelle dei precari) e conseguentemente il conferimento delle supplenze. Tutto nasce dall´inclusione dei docenti specializzati nelle Sissis (le scuole di specializzazione per l´insegnamento secondario). Questi, secondo il presidente della terza sezione del Tar della capitale, Roberto Scognamiglio, non hanno il diritto di cumulare il punteggio derivante dall´eventuale servizio prestato a scuola durante il periodo di frequenza del biennio di specializzazione con il bonus di 30 punti previsto dalla normativa vigente per i sissini, come vengono chiamati in gergo i docenti specializzati.
Già mercoledì mattina Guido Di Stefano, dirigente del Centro servizi amministrativi di Palermo (l´ex provveditorato agli studi), alla luce della sentenza che potrebbe stravolgere le liste dei precari, si diceva convinto che si dovesse rivedere il calendario delle convocazioni – previste dal 27 al 31 agosto – per l´attribuzione degli incarichi a tempo determinato per i circa 1.200 posti di scuola media e superiore liberi negli istituti di città e provincia. E invece, a dispetto del verdetto del Tar, il direttore generale per l´istruzione in Sicilia, Michele Calascibetta, ha ordinato l´avanti tutta: «A prescindere dal nuovo calendario scolastico stilato dalla Regione, tutti i Csa effettueranno le convocazioni secondo i calendari già stabiliti, a meno che non arrivi una circolare da parte del ministro con direttive diverse dalle attuali».A questo punto i supplenti, confusi fra mille dichiarazioni contrastanti, sono nel pallone. Arianna Giordano, insegnante di Italiano, di fronte alla possibilità di uno slittamento delle supplenze o di un conferimento sulla base di graduatorie da rifare, si dice «profondamente amareggiata». E si sfoga: «Ci sono precari che hanno speso molti soldi per superare i concorsi e per lo stress si sono anche ammalati. Quello che accade oggi denota un´assoluta mancanza di rispetto per lavoratori». Che non sono pochi, visto che coprono il 10 per cento dei posti nelle scuole italiane.
Servirà a limitare i danni lo slittamento dell´apertura delle scuole? Molti capi d´istituto non ne sono convinti, anzi intravedono problemi maggiori. Per esempio la fuga dai banchi a giugno. Per Giovanni Pusateri, responsabile provinciale dell´Anp (l´Associazione nazionale presidi), il posticipo è molto grave perché di fatto riduce il servizio scolastico. «Per fortuna - argomenta - i danni prodotti dalla Regione possono essere corretti dalle scuole». Libere di anticipare l´inizio delle lezioni.

 

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