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Scuola:
tagli pesanti a casa 70 mila maestri
Fuori anche ventimila bidelli e
diecimila insegnanti di sostegno
Riduzione dei posti letti, cure termali solo ai grandi
invalidi
di MARIO REGGIO
La Repubblica – 21 settembre 2002
ROMA - Una mannaia sta per abbattersi sulla scuola
pubblica e la sanità. Settantamila maestri faranno le
valige nei prossimi anni, fuori dalla scuola altri 45
mila insegnanti con l'aumento di un alunno per classe.
Diecimila insegnanti di sostegno in esubero e ventimila
bidelli superflui. Tagli anche nella sanità pubblica:
riduzione dei giorni di degenza in ospedale,
straordinari per tenere aperti laboratori d'analisi
sette giorni su sette. Ovviamente senza oneri per lo
Stato. E come se non bastasse cure termali solo per i
grandi invalidi. I ministri interessati, Letizia Moratti
e Girolamo Sirchia, negano tutto: "allarmismo
ingiustificato, nessun taglio, non c'è stata alcuna
decisione".
Malgrado le rassicurazioni i sindacati insorgono. Enrico
Panini, segretario della Cgil scuola, commenta: "Si
prepara una devastazione per la scuola pubblica a favore
di quella privata. Il governo sappia che non ci
fermeremo con le lotte e il 18 ottobre, con lo sciopero
generale avrà la prima grande risposta". Si
sveglia dal letargo anche la Cisl: "Il buon giorno
si vede dal mattino - dichiara la segretaria scuola
Daniela Colturani - risponderemo a queste scelte
chiamando i lavoratori ad azioni di lotta".
Vediamo la cura dimagrante che si prepara per la scuola
pubblica. Il rapporto medio provinciale alunni-classi è
incrementato di una unità. Sembra un'inezia. Ma non è
vero. Secondo il settimanale Tuttoscuola le classi sono
374.794, ne deriva la cancellazione di 17 mila classi e
il taglio di 45 mila cattedre. Ritorna il vecchio
maestro tuttologo: i maestri sono 240 mila, le classi
quasi 140 mila. Oggi ci sono tre maestri per due classi.
Si perde mezzo insegnante per classe. Vale a dire 70
mila esuberi. Falcidiati anche gli insegnanti di
sostegno: il 20 per cento in meno significa, 15 mila
docenti a spasso.
Non andrà meglio per la sanità. Cure
termali gratuite solo per i grandi invalidi. Cinque
posti letto ogni mille abitanti, controllo e
monitoraggio delle prescrizioni mediche, farmaceutiche e
specialistiche. Eliminazione o riduzione delle liste
d'attesa. Ma come? Tenere aperti tutta la settimana
negli ospedali gli ambulatori di analisi. Bene. Ma senza
alcun finanziamento. E chi pagherà gli straordinari al
personale? Semplice: faranno i turni. E ancora: ridurre
i giorni di degenza dei malati. Peccato che siano già
regolati per legge e ridotti all'osso. E infine, la
ciliegina sulla torta, i direttori generali delle Asl,
scelti dalle Regioni verranno licenziati se non
raggiungono il pareggio di bilancio.
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