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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

NEWS   

La campagna della Moratti "Riporterò i crocifissi a scuola"
Presto una normativa ad hoc, scoppia la polemica

La Repubblica - 19 settembre 2002

Baget Bozzo: "Iniziativa splendida" Il direttore del centro culturale islamico di Roma: "Scelta illogica, in contrasto con la Costituzione"
I verdi: "Un´offesa alla laicità dello Stato, ai non credenti e a chi professa altre religioni, ma anche ai cattolici intelligenti"
ORAZIO LA ROCCA


ROMA - Un crocifisso in tutte le aule delle scuole pubbliche italiane. L´annuncio arriva dal ministro dell´Istruzione Letizia Moratti, in singolare coincidenza con una analoga iniziativa avanzata dalla Lega che, proprio ieri, ha presentato un disegno di legge nel quale è previsto l´esposizione della croce in tutti i luoghi pubblici. Letizia Moratti ne parla durante il «question time», ieri alla Camera, rispondendo ad un´interrogazione del deputato Luca Volontè, capogruppo Udc alla Camera, che chiedeva spiegazioni sulle regole dell´esposizione del simbolo cristiano in luoghi pubblici, in seguito alle «recenti contestazioni da parte di altre confessioni religiose e anche da parte di alcune formazioni politiche». Il ministro risponde di «condividere» in pieno quanto stabilito dal Consiglio di Stato, secondo il quale la presenza del crocifisso nelle aule non contrasta con i principi costituzionali. Per cui, le «sembra doveroso assicurare che il crocifisso venga esposto nelle aule scolastiche a testimonianza della profonda radice cristiana del nostro Paese e di tutta l´Europa». Ecco perché, «nei prossimi mesi» - rende noto Letizia Moratti - il ministero «disciplinerà in maniera chiara e certa l´esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche».
La campagna a favore del crocifisso da parte del governo è dunque iniziata. Ma non sembra destinata ad avere vita facile, anche se tra le file dell´opposizione non mancano appoggi. Per i verdi, la Lega punta a una nuova crociata e il ministro dell´Istruzione si adegua: «L´idea della Moratti - dice Mauro Romanelli responsabile scuola del gruppo verde - è un´offesa alla laicità dello Stato, ai cittadini non credenti e agnostici, a chi professa altre religioni, ma anche ai cattolici intelligenti, che ne risultano umiliati».

Trionfante, invece, il commento di don Gianni Baget Bozzo, consigliere del premier Silvio Berlusconi: «Viva il ministro Moratti, la sua è un´iniziativa splendida perché ha detto con solidità e coraggio parole apprezzabilissime, riconoscendo il crocifisso per quello che è: un simbolo di tutti, senza distinzioni». Dello stesso tono il parere del senatore Riccardo Pedrizzi, responsabile famiglia An: «La Moratti ha fatto chiarezza, ha sgombrato il campo da tanti equivoci ed ora la legge sull´esposizione dei crocifissi, va applicata integralmente».
Preoccupate le prime reazioni raccolte tra le comunità islamiche. L´ambasciatore Mario Scialoja, direttore del Centro Culturale islamico di Roma, ricorda che «l´Italia secondo la Costituzione è un paese laico, come lo è la Francia: ma al contrario della Francia, dove - sottolinea - non ci sono simboli religiosi esposti in edifici pubblici, in Italia il ministro Moratti decide di metterli in tutte le aule scolastiche». Per Scialoja è un controsenso, anche se, come fedele islamico, «sono del tutto indifferente: se il governo e la maggioranza parlamentare lo vogliono, possono farlo. Noi certamente non ci potremo opporre. Ma è una scelta poco logica fatta in contrasto con la Costituzione che non prevede una religione di Stato».

Proposta di legge firmata anche da deputati dell´opposizione
La Lega: "Mettiamoli ovunque dal Parlamento alle stazioni"

Fino a sei mesi di arresto per chi li rimuove

ROMA - Il crocifisso nelle aule parlamentari e negli uffici giudiziari, nelle stazioni e negli aeroporti. Ovunque, dappertutto, per rispondere alle comunità islamiche. «In tutti i pubblici uffici e le pubbliche amministrazioni della Repubblica», come prevede una proposta di legge presentata dalla Lega, primo firmatario il vicecapogruppo alla Camera Federico Bricolo, e sottoscritta da una settantina di parlamentari, fra cui anche alcuni dell´opposizione.
La proposta di legge considera il crocifisso come «simbolo della civiltà e della cultura cristiana, ma anche elemento essenziale e costitutivo, e perciò irrinunciabile». Una replica alla richiesta delle comunità islamiche di rimuovere i crocifissi dai luoghi pubblici, ma anche una risposta all´appello di Giovanni Paolo II nell´Angelus di domenica scorsa a riscoprire l´emblema del Cristo in croce, «simbolo di libertà e di speranza».
Nella proposta compare l´elenco dei luoghi in cui ordinare l´esposizione del crocifisso: «Aule delle scuole, università e accademie del sistema pubblico integrato di istruzione, uffici della pubblica amministrazione, enti locali territoriali, aule nelle quali sono convocati i consigli regionali, provinciali, comunali, circoscrizionali e delle comunità montane, seggi elettorali, stabilimenti di detenzione e pena, uffici giudiziari e reparti di aziende sanitarie ed ospedaliere, stazioni, autostazioni, porti e aeroporti, sedi diplomatiche e consolari italiane, uffici italiani all´estero». Mancano solo le aule parlamentari: lì la decisione la deve prendere ogni singola Camera: ma, spiega Federico Bricolo, «se lo chiediamo per tutti i luoghi pubblici, è evidente che lo vorremmo esposto anche qui in Parlamento». In caso di rimozione («in odio ad esso»), le sanzioni: «Arresto fino a sei mesi o con l´ammenda da 500 a 1.000 euro».

Basta all´intolleranza - conclude Bricolo - e alla tolleranza degli intolleranti, al dialogo con chi non rispetta i nostri valori ed è insolente ed intollerante. Non siamo diventati bacchettoni».

Lusetti, deputato Margherita
"Sì, ma nessuno va discriminato"

ROMA - «Sono cattolico, ma avversario della Lega e di ogni integralismo». Così dice Renzo Lusetti, deputato della Margherita, parlando della proposta di rendere obbligatorio il crocifisso. E allora perché ha firmato il progetto di legge dei leghisti? «Volevo sollevare l´attenzione sul tema: essere laici non vuol dire disconoscere un simbolo nel quale si riconosce la maggioranza degli italiani».
Dice di non temere discriminazioni, Lusetti. «E perché mai? Non ho nulla in contrario ad affiancare il crocifisso con i simboli di altre fedi». I leghisti però non la pensano così. «Ed è per questo che politicamente li combatto», spiega.
Però è d´accordo con loro sull´obbligo del crocifisso. O no? «Quella è solo una proposta. In Parlamento sarò il primo a proporre emendamenti per evitare l´obbligatorietà».

Luzzatto, comunità ebraiche
"No, certi simboli non s´impongono"


ROMA - Amos Luzzatto, presidente dell´Unione delle comunità ebraiche italiane: «Sono perplesso e preoccupato per quanto annunciato dal ministro Moratti. Per ragioni politiche, religiose, culturali, ma anche per motivi personali. Non potrò mai dimenticare il senso di esclusione, di isolamento e di inferiorità imposta che provavo quando, alunno delle elementari, negli anni Trenta entravo in aula e vedevo il crocifisso esposto sulla cattedra. Sono sensazioni che ti segnano per tutta la vita. E´ vero che l´Italia è a grandissima maggioranza cattolica ed è giusto che abbia i suoi simboli. Ma quando una maggioranza impone i suoi simboli alle minoranze, non è un buon segno e c´è da preoccuparsi».
(o.l.r.)

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