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La
campagna della Moratti "Riporterò i crocifissi a
scuola"
Presto una normativa ad hoc,
scoppia la polemica
La Repubblica - 19 settembre 2002
Baget
Bozzo: "Iniziativa splendida" Il direttore del
centro culturale islamico di Roma: "Scelta
illogica, in contrasto con la Costituzione"
I verdi: "Un´offesa alla laicità dello Stato, ai
non credenti e a chi professa altre religioni, ma anche
ai cattolici intelligenti"
ORAZIO LA ROCCA
ROMA - Un crocifisso in tutte le aule delle scuole
pubbliche italiane. L´annuncio arriva dal ministro dell´Istruzione
Letizia Moratti, in singolare coincidenza con una
analoga iniziativa avanzata dalla Lega che, proprio
ieri, ha presentato un disegno di legge nel quale è
previsto l´esposizione della croce in tutti i luoghi
pubblici. Letizia Moratti ne parla durante il «question
time», ieri alla Camera, rispondendo ad un´interrogazione
del deputato Luca Volontè, capogruppo Udc alla Camera,
che chiedeva spiegazioni sulle regole dell´esposizione
del simbolo cristiano in luoghi pubblici, in seguito
alle «recenti contestazioni da parte di altre
confessioni religiose e anche da parte di alcune
formazioni politiche». Il ministro risponde di «condividere»
in pieno quanto stabilito dal Consiglio di Stato,
secondo il quale la presenza del crocifisso nelle aule
non contrasta con i principi costituzionali. Per cui, le
«sembra doveroso assicurare che il crocifisso venga
esposto nelle aule scolastiche a testimonianza della
profonda radice cristiana del nostro Paese e di tutta l´Europa».
Ecco perché, «nei prossimi mesi» - rende noto Letizia
Moratti - il ministero «disciplinerà in maniera chiara
e certa l´esposizione del crocifisso nelle aule
scolastiche».
La campagna a favore del crocifisso da parte del governo
è dunque iniziata. Ma non sembra destinata ad avere
vita facile, anche se tra le file dell´opposizione non
mancano appoggi. Per i verdi, la Lega punta a una nuova
crociata e il ministro dell´Istruzione si adegua: «L´idea
della Moratti - dice Mauro Romanelli responsabile scuola
del gruppo verde - è un´offesa alla laicità dello
Stato, ai cittadini non credenti e agnostici, a chi
professa altre religioni, ma anche ai cattolici
intelligenti, che ne risultano umiliati».
Trionfante,
invece, il commento di don Gianni Baget Bozzo,
consigliere del premier Silvio Berlusconi: «Viva il
ministro Moratti, la sua è un´iniziativa splendida
perché ha detto con solidità e coraggio parole
apprezzabilissime, riconoscendo il crocifisso per quello
che è: un simbolo di tutti, senza distinzioni». Dello
stesso tono il parere del senatore Riccardo Pedrizzi,
responsabile famiglia An: «La Moratti ha fatto
chiarezza, ha sgombrato il campo da tanti equivoci ed
ora la legge sull´esposizione dei crocifissi, va
applicata integralmente».
Preoccupate le prime reazioni raccolte tra le comunità
islamiche. L´ambasciatore Mario Scialoja, direttore del
Centro Culturale islamico di Roma, ricorda che «l´Italia
secondo la Costituzione è un paese laico, come lo è la
Francia: ma al contrario della Francia, dove -
sottolinea - non ci sono simboli religiosi esposti in
edifici pubblici, in Italia il ministro Moratti decide
di metterli in tutte le aule scolastiche». Per Scialoja
è un controsenso, anche se, come fedele islamico, «sono
del tutto indifferente: se il governo e la maggioranza
parlamentare lo vogliono, possono farlo. Noi certamente
non ci potremo opporre. Ma è una scelta poco logica
fatta in contrasto con la Costituzione che non prevede
una religione di Stato».
Proposta
di legge firmata anche da deputati dell´opposizione
La Lega: "Mettiamoli ovunque dal Parlamento alle
stazioni"
Fino a sei mesi di arresto per chi li
rimuove
ROMA
- Il crocifisso nelle aule parlamentari e negli uffici
giudiziari, nelle stazioni e negli aeroporti. Ovunque,
dappertutto, per rispondere alle comunità islamiche. «In
tutti i pubblici uffici e le pubbliche amministrazioni
della Repubblica», come prevede una proposta di legge
presentata dalla Lega, primo firmatario il
vicecapogruppo alla Camera Federico Bricolo, e
sottoscritta da una settantina di parlamentari, fra cui
anche alcuni dell´opposizione.
La proposta di legge considera il crocifisso come «simbolo
della civiltà e della cultura cristiana, ma anche
elemento essenziale e costitutivo, e perciò
irrinunciabile». Una replica alla richiesta delle
comunità islamiche di rimuovere i crocifissi dai luoghi
pubblici, ma anche una risposta all´appello di Giovanni
Paolo II nell´Angelus di domenica scorsa a riscoprire l´emblema
del Cristo in croce, «simbolo di libertà e di speranza».
Nella proposta compare l´elenco dei luoghi in cui
ordinare l´esposizione del crocifisso: «Aule delle
scuole, università e accademie del sistema pubblico
integrato di istruzione, uffici della pubblica
amministrazione, enti locali territoriali, aule nelle
quali sono convocati i consigli regionali, provinciali,
comunali, circoscrizionali e delle comunità montane,
seggi elettorali, stabilimenti di detenzione e pena,
uffici giudiziari e reparti di aziende sanitarie ed
ospedaliere, stazioni, autostazioni, porti e aeroporti,
sedi diplomatiche e consolari italiane, uffici italiani
all´estero». Mancano solo le aule parlamentari: lì la
decisione la deve prendere ogni singola Camera: ma,
spiega Federico Bricolo, «se lo chiediamo per tutti i
luoghi pubblici, è evidente che lo vorremmo esposto
anche qui in Parlamento». In caso di rimozione («in
odio ad esso»), le sanzioni: «Arresto fino a sei mesi
o con l´ammenda da 500 a 1.000 euro».
Basta
all´intolleranza - conclude Bricolo - e alla tolleranza
degli intolleranti, al dialogo con chi non rispetta i
nostri valori ed è insolente ed intollerante. Non siamo
diventati bacchettoni».
Lusetti,
deputato Margherita
"Sì, ma nessuno va discriminato"
ROMA
- «Sono cattolico, ma avversario della Lega e di ogni
integralismo». Così dice Renzo Lusetti, deputato della
Margherita, parlando della proposta di rendere
obbligatorio il crocifisso. E allora perché ha firmato
il progetto di legge dei leghisti? «Volevo sollevare l´attenzione
sul tema: essere laici non vuol dire disconoscere un
simbolo nel quale si riconosce la maggioranza degli
italiani».
Dice di non temere discriminazioni, Lusetti. «E perché
mai? Non ho nulla in contrario ad affiancare il
crocifisso con i simboli di altre fedi». I leghisti però
non la pensano così. «Ed è per questo che
politicamente li combatto», spiega.
Però è d´accordo con loro sull´obbligo del
crocifisso. O no? «Quella è solo una proposta. In
Parlamento sarò il primo a proporre emendamenti per
evitare l´obbligatorietà».
Luzzatto,
comunità ebraiche
"No, certi simboli non s´impongono"
ROMA - Amos Luzzatto, presidente dell´Unione delle
comunità ebraiche italiane: «Sono perplesso e
preoccupato per quanto annunciato dal ministro Moratti.
Per ragioni politiche, religiose, culturali, ma anche
per motivi personali. Non potrò mai dimenticare il
senso di esclusione, di isolamento e di inferiorità
imposta che provavo quando, alunno delle elementari,
negli anni Trenta entravo in aula e vedevo il crocifisso
esposto sulla cattedra. Sono sensazioni che ti segnano
per tutta la vita. E´ vero che l´Italia è a
grandissima maggioranza cattolica ed è giusto che abbia
i suoi simboli. Ma quando una maggioranza impone i suoi
simboli alle minoranze, non è un buon segno e c´è da
preoccuparsi».
(o.l.r.)
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