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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

 

Costerà sette miliardi, ora la legge tornerà al Senato

  

La Repubblica - 19 febbraio 2003  

di Mario Reggio

ROMA - Via libera della Camera alla legge delega di riforma della scuola. Adesso il testo dovrà tornare al Senato per l´approvazione di due emendamenti passati in Commissione Bilancio. Il primo, in sostanza formale, ritoccando il triennio di copertura per la materna e la scuola primaria non più dal 2002 al 2004, ma dal 2003 al 2005. Il secondo emendamento è invece cruciale per la maggioranza: ogni volta che il governo avrà pronto uno dei decreti attuativi dovrà presentare e far approvare una legge di spesa per finanziare quel pezzo di riforma. Il problema è saltato fuori giovedì scorso, quando il presidente della Commissione Bilancio, ha annunciato che il ministero dell´Istruzione non aveva fornito le cifre del fabbisogno finanziario. Dopo un vertice tra Berlusconi la Moratti e Tremonti è stato trovato l´accordo. Il ministro dell´Economia ha puntato i piedi ed è stato irremovibile: le varie fasi della riforma, per le quali il governo ha tempo due anni dall´approvazione definitiva del Senato, si faranno a tappe e solo se ci saranno i soldi necessari. Ma quanto costerà? Cifre ufficiali non ce ne sono, ma gli addetti ai lavori parlano di 7 miliardi di euro. Quali sono i decreti attuativi? Innanzitutto l´anticipo scolastico del primo anno della materna e delle elementari: i genitori che vorranno potranno chiedere l´iscrizione se i loro figli avranno compiuto 3 anni o 6 anni entro il 28 febbraio dell´anno scolastico in corso. Il secondo riguarderà il doppio canale: gli otto licei e la formazione professionale, una scelta che gli studenti dovranno fare al termine della scuola primaria, elementari più medie, dove verrà abolito l´esame di quinta elementare. Seguiranno il decreto sull´alternanza scuola lavoro, quello sulla formazione-lavoro, ed il personale da assumere per l´insegnamento dell´inglese e dell´informatica che dovrebbe partire dal primo anno delle elementari.
«Un risultato molto positivo, una legge di riforma che ci avvicina all´Europa - è il primo commento del ministro Letizia Moratti - che ha come obiettivo quello di innalzare la qualità della scuola e di dare a tutti una scuola personalizzata e che garantisca a ciascuno opportunità di successo con un percorso coerente con le proprie vocazioni». Soddisfatto anche il responsabile scuola degli "azzurri": «Nella riforma c´è l´essenza di Forza Italia - afferma Mario Mauro - alle opposizioni rinnovo l´offerta di un confronto sereno e responsabile, con il quale contribuire alla costruzione comune del futuro dei nostri giovani». 

Durissimi i commenti dall´opposizione. «Una riforma vuota nei contenuti che passerà alla storia come per aver costretto l´Italia ad essere l´unico Paese al mondo che diminuisce l´obbligo scolastico», commenta il responsabile scuola dei Ds Andrea Ranieri. Anche la Cgil spara a zero: «È stata approvata una legge anticostituzionale portando indietro l´orologio della storia - dichiara il segretario nazionale scuola Enrico Panini - la nostra battaglia continua nelle scuole e scenderemo in piazza a Roma il 12 aprile per difendere la scuola pubblica». Ma anche nella maggioranza c´è chi esprime alcune preoccupazioni. L´Udc ha presentato sette ordini del giorno, «cogenti per il governo», che lo impegnano, tra l´altro a graduare l´applicazione dell´anticipo scolastico, a risolvere il problema dei precari assieme a quello che riguarda gli insegnanti di sostegno.

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