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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

 

Contratti quinquennali per i presidi si guadagna di più nelle scuole difficili

Repubblica.Palermo-14-08-2002

Stipendi alti a chi è impegnato in contesti a rischio e ottiene migliori risultati
Contratti quinquennali per i presidi si guadagna di più nelle scuole difficili

SALVO INTRAVAIA

Dal primo settembre prossimo, solo i capi d'istituto «migliori» guadagneranno di più. Lo stipendio dei dirigenti scolastici partirà da una quota base (poco più di 35 mila euro annui) e potrà raggiungere anche i 50 mila euro l'anno, sommando allo stipendio base la cosiddetta «retribuzione di posizione» - legata alla dimensione, alla complessità e al contesto territoriale in cui ricade l'istituzione scolastica - e quella «di risultato», legata al pieno raggiungimento degli obiettivi contenuti nell'incarico sottoscritto il mese scorso. Per l'erogazione di questo compenso accessorio (di posizione e di risultato) ogni direzione scolastica regionale avrà a disposizione un fondo, che per il 2002 in Sicilia è superiore a 5,2 milioni di euro.
La complessa ed articolata operazione di conferimento degli incarichi agli 883 dirigenti scolastici siciliani di ruolo, che per la prima volta in assoluto ha visto la firma di contratti individuali fra presidi e direttori didattici e il direttore generale per l'istruzione in Sicilia, Michele Calascibetta, si è conclusa nelle ultime settimane di luglio. La nuova procedura di attribuzione degli incarichi si può considerare una vera e propria rivoluzione copernicana nell'ambito dei rapporti fra i capi d'istituto e la pubblica amministrazione. Nell'arco di una ventina di giorni è stato stipulato un contratto - corredato da un incarico di durata quinquennale - con ogni singolo dirigente scolastico dell'Isola, assegnando loro la scuola «anche in relazione alla professionalità e alle attitudini» di ognuno di loro, dice Calascibetta. Ma per potere espletare questa operazione, attraverso il confronto con i sindacati, è stato necessario suddividere le scuole in quattro fasce. In provincia di Palermo nella prima fascia - dove sono andate a finire le istituzioni scolastiche più difficili da gestire - si trovano 32 scuole, di cui 21 in città. Tra queste, figurano 4 direzioni didattiche (Crispi, Gabelli, Borgo Nuovo II e San Lorenzo) 6 istituti comprensivi (Buonarroti, Sciascia, Arenella, Antonello da Messina, Antonio Ugo e Falcone) e 11 istituti superiori. I dirigenti di queste scuole cittadine avranno la possibilità di percepire (come retribuzione di posizione) fino ad un massimo di 10 mila euro l'anno, mentre ai loro colleghi delle scuole dell'ultima fascia - che nella provincia di Palermo sono 40, per lo più scuole medie - toccherà un compenso di due volte e mezzo più basso. Chi alla fine dell'anno avrà raggiunto gli obiettivi sottoscritti con il direttore scolastico regionale riceverà il compenso di risultato, pari al 15 per cento dell'intera retribuzione accessoria. «Ma questa materia sarà definita con i capi d'istituto a partire da settembre - dice Calascibetta - quando scuola per scuola verranno fissati gli obiettivi specifici da raggiungere».

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