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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

 

Un preside su due è supplente

Repubblica_Palermo- 11 agosto 2002

Niente concorsi, precari "di lusso" a dirigere gli istituti
Un preside su due è un supplente

SALVO INTRAVAIA

Dal prossimo primo settembre, quasi una scuola su due della provincia sarà diretta da un preside o direttore supplente. Quella del precariato «di lusso» nella scuola, che lo scorso anno ha toccato in provincia livelli del 38 per cento, non è un fatto nuovo. Ma quest'anno, alla luce dell'inerzia con la quale il ministero dell'Istruzione ha ritardato i concorsi per dirigente scolastico, il fenomeno - considerata la mancata sostituzione dei capi d'istituto che sono andati in pensione - si è ulteriormente accentuato, facendo registrare per la prima volta in assoluto il 42 per cento di presidi e direttori supplenti.
Poche settimane fa sono stati nominati dall'ex provveditore agli studi di Palermo Guido Di Stefano 111 cosiddetti presidi incaricati, nove in più rispetto allo scorso anno scolastico. In città dove oltre un quarto delle scuole è guidato da supplenti - con una punta del 48 per cento per gli istituti comprensivi di scuola materna, elementare e media - il fenomeno è relativamente contenuto, mentre in provincia la percentuale si raddoppia, il 57 per cento delle scuole da settembre avrà un preside incaricato. Questi, docenti iscritti in una particolare graduatoria, si trovano in una posizione giuridica anomala: non sono dirigenti scolastici, perché per esserlo occorre aver seguito il corso di 400 ore previsto dalla normativa vigente, e pur assumendo le stesse responsabilità non hanno le stesse garanzie (neppure economiche) assicurate ai loro colleghi titolari. Inoltre, parecchi di loro non hanno neppure il tempo di programmare e portare avanti il lavoro in una scuola che, l'anno successivo, sono costretti a cambiare istituto.

Le scuole che il prossimo anno scolastico faranno registrare il maggiore incremento di precariato fra i capi d'istituto (attorno al 45 per cento) sono le elementari e le medie, dove rispetto allo scorso anno la percentuale fra città e provincia ha subito un'impennata. Ma la situazione più instabile si verifica in provincia dove nelle scuole elementari, nelle medie e negli istituti comprensivi la percentuale - vicina al 70 per cento - dei precari è notevolmente superiore ai presidi di ruolo. La piccola fuga dalle scuole elementari e medie quest'anno è dovuta con tutta probabilità al nuovo meccanismo, gestito per la prima volta dalla direzione scolastica regionale per la Sicilia, che ha visto svolgere le operazioni di attribuzione degli incarichi ai dirigenti scolastici di ruolo assieme ai trasferimenti. Diversi capi d'istituto titolari che l'anno scorso hanno diretto scuole elementari e medie hanno preferito, probabilmente per ragioni collegate a quella parte del compenso commisurato alla complessità dell'istituto (il nuovo stipendio dei dirigenti scolastici è composto da tre voci, una di base uguale per tutti e altre due legate alla complessità della scuola e al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla nomina), cimentarsi nella gestione di un istituto comprensivo o di una scuola superiore, lasciando così spazio nelle scuole elementari e medie, considerate meno complesse da affrontare.

 

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