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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

LA POSTA DEI NAVIGATORI

Il direttore di “dirigentescolastico.it” risponde  

Il dilemma degli scioperi: 

occorre cambiare la normativa

Riveviamo e volentieri pubblichiamo questo stimolante intervento del collega Pasquale D'Avolio, che ringraziamo per il contributo.

Egr. Direttore,

fra alcuni giorni partiranno gli scioperi nelle Scuole e, come già nel passato, noi Dirigenti Scolastici dovremo far fronte a una situazione di “emergenza” senza avere gli strumenti per affrontarla. Poiché ho cercato inutilmente di far presente agli organismi superiori e alle associazioni sindacali il “cul de sac” nel quale ci veniamo a trovare non solo noi DS ma le stesse famiglie dei bambini e degli adolescenti minorenni, spero che attraverso il Suo giornale qualcuno si faccia carico di trovare una soluzione al problema che vado ad esporLe.

La legge sugli scioperi nei servizi pubblici lascia alla libertà del dipendente di dichiarare preventivamente la adesione o meno allo sciopero e, pur essendo la scuola un servizio pubblico essenziale, non prevede  alcun obbligo da parte degli operatori scolastici a garantire un servizio minimo di presenza durante le giornate di sciopero (le OOSS sono riuscite a far cancellare tale obbligo, proposto dall’ARAN, in uno degli ultimi contratti). Ora se, nonostante il preavviso alle famiglie (che per forza  di cose non è sicuro: “prevedibilmente …..” così recita solitamente l’avviso), quel giorno si presentassero degli alunni a Scuola, non potrei rimandarli a casa in quanto metterei a rischio la loro incolumità; inoltre potrei essere accusato di sospensione immotivata del servizio (anche se, mi risulta, molti colleghi lo fanno, per evitare rischi maggiori). Se li accogliessi  mi potrei trovare nella impossibilità pratica di sorvegliarli, qualora non avessi nemmeno un docente o un ausiliario, e in più non potrei ricorrere alla “precettazione”.

Nel caso di una Scuola con più sedi il problema è irrisolvibile: la legge non prevede che possa “precettare” almeno un fiduciario. E allora non mi resterebbe che chiudere la Scuola impedendo l’accesso, oltre che ai bambini, anche ai non scioperanti, i quali potrebbero rivendicare il diritto di lavorare da me impedito con la chiusura della Scuola. E allora come si esce da questo dilemma rispettando la legge e i diritti di tutti, lavoratori e utenti?

Nessuno è riuscito a rispondere a questa semplice domanda. Eppure la soluzione sarebbe semplice, ammesso che l’amministrazione voglia tutelare i diritti anche dei bambini: nel caso della Scuola i docenti e il personale dovrebbero essere tenuti a dichiarare la loro adesione o meno in modo che il Dirigente possa preavvertire con certezza le famiglie; altrimenti si dovrebbero prevedere dei “comandati” nei giorni di sciopero per garantire la sicurezza dei minori.

Mi attendo una risposta in merito da chi di dovere. Distinti saluti

Prof. Pasquale D’Avolio

Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo Arta-Paularo (Udine)

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Caro collega,

nei giorni scorsi ci siamo riuniti come Collegio dei D.S. della provincia di Parma e abbiamo affrontato lo stesso problema che tu segnali. Abbiamo approvato un documento, che sarà pubblicato sul prossimo aggiornamento del sito, che denuncia le stesse incongruenze della normativa che tu citi. Anche in questo caso verifichiamo la contraddizione che deriva dall'essere dirigenti ma ... privi di strumenti. Purtroppo ci vogliono così. Questa irrazionalità, purtroppo, non è casuale ma è il frutto di precise e consapevoli strategie sindacali. Hai perfettamente ragione: dal dilemma che hai esposto si esce soltanto reclamando la modifica della normativa. Se i docenti e il personale ATA fossero tenuti a dichiarare preventivamente la loro adesione agli scioperi non verrebbe certamente leso il loro diritto di sciopero. Ciò rientrerebbe in una logica elementare se si decidesse finalmente di tutelare non soltanto gli interessi legittimi degli scioperanti ma gli altrettanto legittimi diritti soggettivi degli utenti. Ma ormai ci stiamo accorgendo, con amaro disincanto, che logica e razionalità (come anche nel caso della normativa relativa alle supplenze e gli esempi si potrebbero moltiplicare) sono sempre più desaparecide nella scuola.

Ben vengano, comunque, iniziative in questo senso. Se vorrai promuovere una raccolta di firme sosterrò senz'altro la tua apprezzabile proposta.

Paolo Quintavalla

 

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