Il
dilemma degli scioperi: occorre
cambiare la normativa Riveviamo
e volentieri pubblichiamo questo stimolante
intervento del collega Pasquale D'Avolio, che
ringraziamo per il contributo.
Egr.
Direttore,
fra
alcuni giorni partiranno gli scioperi nelle Scuole
e, come già nel passato, noi Dirigenti Scolastici
dovremo far fronte a una situazione di
“emergenza” senza avere gli strumenti per
affrontarla. Poiché ho cercato inutilmente di far
presente agli organismi superiori e alle
associazioni sindacali il “cul de sac” nel
quale ci veniamo a trovare non solo noi DS ma le
stesse famiglie dei bambini e degli adolescenti
minorenni, spero che attraverso il Suo giornale
qualcuno si faccia carico di trovare una soluzione
al problema che vado ad esporLe.
La legge
sugli scioperi nei servizi pubblici lascia alla
libertà del dipendente di dichiarare
preventivamente la adesione o meno allo sciopero
e, pur essendo la scuola un servizio pubblico
essenziale, non prevede
alcun obbligo da parte degli operatori
scolastici a garantire un servizio minimo di
presenza durante le giornate di sciopero (le OOSS
sono riuscite a far cancellare tale obbligo,
proposto dall’ARAN, in uno degli ultimi
contratti). Ora se, nonostante il preavviso alle
famiglie (che per forza
di cose non è sicuro: “prevedibilmente
…..” così recita solitamente l’avviso),
quel giorno si presentassero degli alunni a
Scuola, non potrei rimandarli a casa in quanto
metterei a rischio la loro incolumità; inoltre
potrei essere accusato di sospensione immotivata
del servizio (anche se, mi risulta, molti colleghi
lo fanno, per evitare rischi maggiori). Se li
accogliessi mi
potrei trovare nella impossibilità pratica di
sorvegliarli, qualora non avessi nemmeno un
docente o un ausiliario, e in più non potrei
ricorrere alla “precettazione”.
Nel caso di
una Scuola con più sedi il problema è
irrisolvibile: la legge non prevede che possa
“precettare” almeno un fiduciario. E allora
non mi resterebbe che chiudere la Scuola impedendo
l’accesso, oltre che ai bambini, anche ai non
scioperanti, i quali potrebbero rivendicare il
diritto di lavorare da me impedito con la chiusura
della Scuola. E allora come si esce da questo
dilemma rispettando la legge e i diritti di tutti,
lavoratori e utenti?
Nessuno
è riuscito a rispondere a questa semplice
domanda. Eppure la soluzione sarebbe semplice,
ammesso che l’amministrazione voglia tutelare i
diritti anche dei bambini: nel caso della Scuola i
docenti e il personale dovrebbero essere tenuti a
dichiarare la loro adesione o meno in modo che il
Dirigente possa preavvertire con certezza le
famiglie; altrimenti si dovrebbero prevedere dei
“comandati” nei giorni di sciopero per
garantire la sicurezza dei minori.
Mi
attendo una risposta in merito da chi di dovere.
Distinti saluti
Prof.
Pasquale D’Avolio
Dirigente
Scolastico Istituto Comprensivo Arta-Paularo
(Udine)
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Caro
collega,
nei
giorni scorsi ci siamo riuniti come Collegio dei
D.S. della provincia di Parma e abbiamo affrontato
lo stesso problema che tu segnali. Abbiamo
approvato un documento, che sarà pubblicato sul
prossimo aggiornamento del sito, che denuncia le
stesse incongruenze della normativa che tu citi.
Anche in questo caso verifichiamo la
contraddizione che deriva dall'essere dirigenti ma
... privi di strumenti. Purtroppo ci vogliono
così. Questa irrazionalità, purtroppo, non è
casuale ma è il frutto di precise e consapevoli
strategie sindacali. Hai perfettamente ragione:
dal dilemma che hai esposto si esce soltanto
reclamando la modifica della normativa. Se i
docenti e il personale ATA fossero tenuti a
dichiarare preventivamente la loro adesione agli
scioperi non verrebbe certamente leso il loro
diritto di sciopero. Ciò rientrerebbe in una
logica elementare se si decidesse finalmente di
tutelare non soltanto gli interessi legittimi
degli scioperanti ma gli altrettanto legittimi diritti soggettivi
degli utenti. Ma ormai ci stiamo accorgendo, con
amaro disincanto, che logica e razionalità (come
anche nel caso della normativa relativa alle
supplenze e gli esempi si potrebbero moltiplicare)
sono sempre più desaparecide nella scuola.
Ben
vengano, comunque, iniziative in questo senso. Se
vorrai promuovere una raccolta di firme sosterrò
senz'altro la tua apprezzabile proposta.
Paolo
Quintavalla
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