ABUSO DELLA CREDULITA’ POPOLARE
Caro Paolo, mi ero stancato e non avevo più scritto. Come avevo previsto il contratto si è rivelato una bufala. Mi sembra noioso ripetere che qualcuno dovrebbe dare le dimissioni ma, forse, sbaglio io. In fondo viviamo tempi in cui persino il Presidente del Consiglio dichiara al congresso della Lega ( vedi " La Repubblica" di Lunedì 4 Marzo, se ricordo bene ) che preferisce Bossi a Veronica ( Il lunedì lo dedicavo a mia moglie, ora lo dedico a Bossi ).
Non
c'è più da capire nulla. Ti firmano i contratti e tutti danno le stesse cifre
come una vittoria sapendo che la categoria ha perso.
Ti
ricordano quali sono i tempi per la firma e poi nessuno agisce quando non sono
rispettati. Adesso ci vendono che lo stipendio sarà aumentato nella busta paga
di Marzo perché tutti sono intervenuti sul Tesoro mentre le Direzioni
Provinciali non hanno neppure una comunicazione e neppure lo stipendio di
Aprile conterrà gli aumenti ( Fonte: Tesoro di Lucca da me interpellato oggi 6
Marzo 2002 ). Scusami ma dopo la Valentina Aprea di Marzo, il Programma di
Berlusconi dei 100 giorni, le vittorie dei sindacati e delle associazioni, le
assicurazioni dell'ARAN, possibile che solo Vanna Marchi e qualche altra Maga
finiscano in carcere per abuso della credibilità popolare?
Quando
mi sarà data la possibilità di vedere una categoria di dirigenti scolastici
svegli rappresentati da persone serie?
Costantino
Mrakic.
Caro
collega,
capisco
la delusione di fronte ad un esito che poteva certamente essere migliore. Credo
che tu appartenga, come me, a quella parte della categoria che ha fatto tutto
il possibile per determinare le condizioni per conseguire il pieno allineamento retributivo con le altre
dirigenze pubbliche. In coscienza non abbiamo nulla di cui personalmente
rammaricarci se abbiamo difeso con le unghie e con i denti la dignità calpestata
della nostra categoria e se abbiamo rivendicato con passione il pieno riconoscimento
del suo ruolo sociale ed economico. E’ ingiusto e ingeneroso, invece, ascrivere
indiscriminatamente le responsabilità per il parziale insuccesso delle nostre
rivendicazioni a tutti i soggetti istituzionali, politici e sindacali, come mi
sembra di capire dalle tue considerazioni. Non possiamo aver dubbi sulle responsabilità
dei due ultimi Governi di diverso colore politico che hanno clamorosamente
preso in giro la nostra categoria con promesse prive di fondamento. La classe
politica e dirigente del nostro Paese si è dimostrata nel suo complesso
(destra, centro e sinistra) cinicamente indifferente e vergognosamente
inaffidabile di fronte alle legittime istanze dei dirigenti scolastici. Siamo
stati, per certi aspetti, frodati e sacrificati sull’altare delle convenienze
sindacali e delle presunte compatibilità economiche. Per questo trovo corretto
il tuo accenno al reato morale di “abuso della credulità popolare” di cui si
sono macchiate le forze politiche. Avremmo voluto, invece, riscontrare specularmene
nei nostri rappresentanti politici quella stessa serietà e responsabilità di
cui diamo quotidianamente prova nella faticosa gestione degli istituti
scolastici, nell’esclusivo interesse del servizio pubblico e della sua qualità.
Questo
non ci esime, tuttavia, dall’identificare senza dubbi interpretativi le gravi responsabilità
di quella parte dello schieramento sindacale e del suo satellite associativo
(confederali e Andis, per dirla con chiarezza) che hanno giocato tutta la
partita remando contro e puntando al ribasso (che fa rima, guarda caso, con la ormai
celebre espressione paniniana “battere il passo”). Se
avrai la bontà di rileggere il contenuto di quella famosa intervista ti
accorgerai che siamo arrivati al punto che i sindacati confederali hanno rubato
il mestiere al Governo e si sono posti come una specie di seconda controparte
nei confronti della nostra categoria.
Caro
collega, non possiamo dimenticare che se la partita si fosse conclusa a maggio
2001 avremmo conseguito 700 mila lire nette in media (poco più della metà del
legittimo dovuto), rispetto al milione attuale. Non possiamo dimenticare che
negli arretrati del prossimo mese troveremo circa tre milioni netti pro-capite di
aumenti retributivi aggiuntivi rispetto a quanto avremmo conseguito da maggio
2001 ad oggi. E non possiamo dimenticare, ad onor del vero, che questi
risultati (migliori rispetto al peggio che si profilava) non sono frutto del
caso ma della fermezza, della coerenza e della determinazione dell’ANP, l’unico
soggetto che ha dimostrato nei fatti durante tutte le tormentate vicende
contrattuali di sostenere gli interessi fondamentali dei dirigenti scolastici.
Per
quanto riguarda la tua ultima affermazione posso esprimere due certezze: i
dirigenti scolastici sono già, sia pure parzialmente, rappresentati da persone
serie ma nella nostra categoria troppi ancora dormono e stanno alla finestra
comodamente a guardare e troppi ancora agiscono contro i propri interessi.
Con
i più cordiali saluti
Paolo
Quintavalla