Scuola
nel caos, i presidi bocciano la Moratti
Il
Piccolo-23-08-2002
Il
ministero annuncia che ricorrerà al Consiglio
di Stato contro la sentenza del Tar: «Avanti
con le vecchie graduatorie»
Scuola nel caos, i presidi bocciano la Moratti
«Non abbiamo certezza sul personale a nostra
disposizione all’inizio dell’anno»
ROMA - Tra graduatorie da rifare e la
sperimentazione della riforma, la scuola si
avvia ad un inizio quantomeno incerto. Nella
confusione generale si levano le perplessità
dei presidi, dei genitori e anche degli
studenti. Per Giorgio Rembado, presidente
dell'associazione nazionale presidi, «è chiaro
che la sentenza del Tar del Lazio rappresenta un
ulteriore elemento di difficoltà che si va ad
aggiungere ad altri motivi di preoccupazione,
come il mancato esaurimento delle nomine al 31
luglio, gli organici incompleti, l'inizio della
sperimentazione della riforma».
Quello che più preoccupa l'Anp, a parte le
sostituzioni dei supplenti che, secondo Rembado,
si potrebbero aggirare sui tre o quattro nomi
per ogni istituto, è il mancato conferimento
delle competenze sulle assunzioni direttamente
alle scuole, il mancato rispetto, insomma, della
normativa sull'autonomia: «Le scuole - afferma
- dovranno aspettare una circolare ministeriale
per sapere cosa fare, poi dovranno attendere
anche la rideterminazione delle graduatorie
provinciali dagli uffici periferici
dell'amministrazione. E tutto questo quando nel
regime di autonomia delle scuole le graduatorie
provinciali sono ormai prive di qualunque senso».
Una preoccupazione condivisa anche dal
segretario generale della Cgil-Scuola Enrico
Panini. «Ogni ora che passa prima di dare
attuazione alla sentenza del Tar - dice -
rischia di compromettere il regolare avvio
dell’inizio dell’anno». Tra gli impegni
assunti dal governo, e in particolare dal
ministro Moratti, c’era quello che garantiva
la nomina di tutti gli insegnanti entro il primo
settembre. Impegno assunto senza fare i conti
con la possibilità che i Tar avrebbero accolto
i ricorsi presentati in massa dai precari, come
puntualmente avvenuto, costringendo adesso
Ministero e Regioni a un superlavoro per
riscrivere tutte le graduatorie.
Ma
cosa accadrà da qui all’inizio di settembre?
Prova a spiegarlo Armando Catalano, responsabile
Cgil per la dirigenza scolastica: «I docenti
nominati - dice - dovranno essere licenziati e
poi riassunti in base a graduatorie diverse, che
significa che non necessariamente i nomi dei
nuovi assunti corrisponderanno ai vecchi. A
rifare le graduatorie dovranno essere sia i
centri dei servizi amministrativi delle
direzioni regionali (gli ex Provveditorati agli
studi) sia le scuole polo. Ma in ogni caso, per
noi presidi, significa non avere nessuna
certezza di personale all’inizio dell’anno».
Una bocciatura il ministro Moratti la riceve
anche dal Cidi, il Coordinamento genitori
democratici: «Se l’anno scolastico inizierà
con i docenti già nominati - dice Angela Nava,
portavoce del Coordinamento - potremmo essere
costretti a un cambio fra qualche mese, a scuola
ampiamente avviata e sarebbe un vero dramma».
Come se ciò non bastasse un’altra tegola cade
sul capo del Ministero. In Sicilia infatti
l’anno scolastico comincerà con due settimane
di ritardo: il 30 settembre anziché il 15. In
Molise, seppure tra molte polemiche, si cercherà
di mantenere l’impegno preso per il 18
settembre e l’ingresso tra i banchi di scuola
dovrebbe essere regolare anche in Sardegna e nel
Lazio, almeno stando a quanto assicura il
direttore scolastico regionale Francesco de
Sanctis.
Il giorno dopo la sentenza con cui il Tar del
Lazio ha bocciato i criteri adottati dal
Ministero dell’Istruzione per preparare le
graduatorie dei supplenti, si cominciano a fare
i conti delle regioni che non verranno travolte
dalla necessità di dover rifare tutte le
assegnazioni dei professori. E mentre il verde
Paolo Cento chiede al ministro Letizia Moratti
di riferire in Parlamento sul caos che rischia
di piombare sulle scuole italiane, ieri sera il
Ministero ha reso nota l’intenzione di voler
far ricorso al Consiglio di stato e di
proseguire nel frattempo con le vecchie
graduatorie.
Carlo Lania