I regali di
Babbo Natale
Nuga n. 72 del 23
dicembre 2002
di Paolo
Quintavalla
Quando ero bambino
credevo, come tutti i piccoli, a quel mitico
signore con la giubba rossa e con la barba bianca
che entrava con la sua slitta trainata da renne
dentro i camini per portare doni. Ho sempre
pensato, in buona fede, che Babbo Natale fosse
l'emblema di una giustizia equa e indiscutibile in
quanto, notoriamente, portava regali ai bambini
buoni e carbone a quelli cattivi. Poi
sono cresciuto e ho smesso, come tutti, di credere
alle favole.
Ora, tuttavia, mi
devo ricredere. Eh, sì perché l'abbiamo visto
tutti all'opera Babbo Natale. L'abbiamo visto con
i nostri occhi mentre distribuiva a piene mani i
doni nelle aule del Parlamento italiano. Solo che
i tempi devono essere proprio cambiati perché non
portava, come una volta, carbone ai cattivi ma proprio (con)doni
agli evasori.
E' anche vero,
tuttavia, che Babbo Natale non è impazzito del tutto
e si è ricordato, finalmente, di portare il
sospirato bando di concorso ai presidi incaricati,
ormai sull'orlo di una colossale crisi di nervi e
in procinto di scivolare prigionieri in massa
di
una obnubilante "sindrome da Cenerentola".
In questo caso,
però, se ancora una volta si fosse dimenticato di
portare l'agognato bando ai presidi misconosciuti,
pazienti e buoni avrebbe rischiato di essere
radiato dall'albo dei benefattori come un
imbroglione impenitente o, forse anche, come un
perfido gaglioffo.
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