HAI
VOLUTO LA BICICLETTA? PEDALAAA...!
Nuga
n. 64 del 26 settembre 2002
di
Paolo Quintavalla
Ogni
tanto capita di sfogarmi con un amico, quando lo
stress professionale, soprattutto nei periodi
dell'inizio e della fine dell'anno scolastico,
supera i livelli di guardia. Succede, infatti, con
troppa frequenza di varcare la soglia
dell'edificio scolastico poco dopo le prime luci
dell'alba e, con solo una piccola pausa per un
frugale e svelto panino, di uscire con le tenebre
della sera. E, naturalmente, senza avere alcuna
vocazione allo stakanovismo.
Questo
amico mi ascolta paziente, mi comprende ma non
rinuncia, sia pure con tono affettuoso, alla
battuta sfottente: "Hai voluto la
bicicletta? Pedalaaaaa........!".
Io
ribatto che il problema non consiste nel pedalare
ma nel senso del viaggio, nella coerenza del fare
rispetto alla méta. Il problema consiste in
quella sensazione fastidiosa e frustrante di dover
scalare montagne per produrre topolini.
Eh,
sì, adesso è chiaro che la bicicletta (leggasi:
Dirigenza) ci è stata data per scalare montagne
(leggasi: Autonomia povera di risorse). Per ora i
percorsi sono interminabili e per noi dirigenti si
tratta di pedalare, pedalare, pedalare ... ma, per
ora, solo ed esclusivamente in salita.
Ma
ci sarà, prima o poi, un tratto in pianura? Non
abbiamo diritto anche noi ad un tratto in discesa?
|