NOI,
I
MARTIRI DELLA 626!
Nuga
n. 62 del 9 settembre 2002
di
Paolo Quintavalla
Il
giorno prima di Ferragosto, presso l'ufficio
postale della località balneare dove stavo terminando le vacanze, ho dovuto effettuare,
mio malgrado, un versamento di 258 € in c.c.p.
per pagare una multa per un'infrazione commessa
nella mia qualità di dirigente scolastico.
Che
cosa posso aver combinato di tanto grave? La storia
paradossale in breve è questa: pur avendo
richiesto tempestivamente e ripetutamente al mio
Comune, con due diverse lettere raccomandate, la
rimozione di un ponteggio provvisorio che ostruiva
parzialmente una porta di sicurezza di una scuola,
i vigili del fuoco in ispezione hanno stilato un
verbale di accertamento dell'infrazione. Nel
verbale emergevano, tuttavia, le responsabilità
dell'Ente Locale e si evinceva, al contrario, che
nulla era ascrivibile a mio carico. Non avendo
capacità di spesa, non avrei potuto effettuare in
proprio, nemmeno volendo, i lavori richiesti. Se
ci fosse una logica (e non fossimo in Italia), la
multa sarebbe stata comminata, ma a carico dell'Amministrazione
comunale inadempiente. Invece essendo come
dirigente scolastico, come è
noto, equiparato ai datori di lavoro (ma senza
portafoglio) è proprio a me che è stata inflitta
l'ingiusta sanzione pecuniaria.
Ora
sarò costretto paradossalmente ad intentare una
lunga e dispendiosa (in termini di tempo e di
denaro) azione giudiziaria nei confronti del
Comune per recuperare, sia pure per principio,
quella somma modesta uscita ingiustamente dalle
mie tasche. Sono sicuro al 100% di vincere la
causa. Ma non è questo, certamente, il problema.
Il problema ancora aperto consiste palesemente
nelle tante assurdità e nelle tante incongruenze
che connotano la complessa partita sulla sicurezza
degli edifici scolastici.
Oggi
la spiacevole sorte è toccata a me. Nel passato
è toccata, talvolta in modo ben più pesante e
grave, a tanti altri colleghi. Il
caso recente della collega Graziani è, da
questo punto di vista paradigmatico ed eclatante. Se continua così
prevedo che nel futuro, verosimilmente, la maggior
parte dei dirigenti scolastici italiani entrerà a
far parte, anche senza colpe, della folta schiera
dei martiri della 626.
E
siccome molti di noi rischiano di diventare
martiri involontari, ma a differenza di quelli
della tradizione religiosa siamo privi di ogni
minima prospettiva di beatitudine celeste, consiglio, in
attesa di interventi legislativi riparatori, di
rivolgersi al mitico Giobbe per una robusta e
supplementare dose di pazienza, di accendere ceri - a
preferenza - alla Madonna o a Padre Pio oppure, se
proprio non si è sorretti dalla fede,
semplicemente di incrociare le
dita.
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