INDOVINELLO
SU ARISTARCO
Nuga
n. 58 del 17 maggio 2002
di
Paolo Quintavalla
L’indimenticabile
Carlo Cipolla, a cui andrebbe tributata gloria
imperitura solo per quel suo gioiello di libretto
che è “Allegro, non troppo”, nel
commentare la terza (ed aurea) Legge Fondamentale
della stupidità umana ne deduce che gli esseri
umani si suddividono o rientrano, sulla base dei
loro comportamenti e non come persone
sia chiaro, in una delle quattro categorie di
base: gli sprovveduti, gli intelligenti, i banditi
e gli stupidi.
Gli
sprovveduti sono coloro che
compiendo un’azione ne ricavano una perdita,
procurando nello stesso tempo un vantaggio ad
altri.
Gli
intelligenti sono coloro che
compiono azioni vantaggiose sia per sé sia per
gli altri.
I
banditi sono coloro che traggono il
proprio vantaggio causando la perdita degli altri.
Gli
stupidi, invece, sono coloro che “causano
un danno ad una persona o gruppo di persone senza
nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o
addirittura subendo una perdita”.
A
quale tipologia umana appartiene Aristarco
- mi sono chiesto – visto che ancora una volta,
la quarta, perde il suo tempo ad attaccare il
curatore di queste pagine?
Vediamo
un po’. Andiamo per esclusione. Non ingannino le
mentite spoglie del colorito pseudonimo. Si
tratta, come è noto, di un pezzo grosso di quel
sindacato che maggiormente si è distinto nel
volerci fare “battere il passo”, un
fulgido esempio di stratega del “contratto
dimezzato”. Uno di quelli che minacciava
scioperi “contro”. Ma non –secondo logica -
contro il Governo per esigere il dovuto e
costringerlo a mantenere i patti. No, proprio
contro un’altra O.S. che si ostinava a
rivendicare il pieno allineamento per noi tapini
dirigenti scolastici. Mi risulta che un buon
numero di iscritti del suo stesso sindacato non
abbia propriamente gradito né i fatti né la
prospettiva ed abbia restituito le tessere.
Possiamo
anche pensare che il buon Aristarco sia un
altruista, uno pieno di spirito di santa
abnegazione, visto che i suoi comportamenti non
hanno procurato vantaggi né per sé, né per la
sua organizzazione sindacale, né – tantomeno -
per la categoria alla quale appartiene.
Possiamo,
quindi, escludere sicuramente che egli possa
appartenere alla prima oppure alla terza
tipologia. Ne restano, in rigorosa alternativa,
altre due. Ognuno, ovviamente, è libero di tirare
le conclusioni che vuole.
Et
de hoc satis!
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