LA COERENZA NON ABITA QUI

 

Nuga n. 44 del 7 ottobre 2001

 

di Paolo Quintavalla

 

Non plus promittas, quam praestari possiet”. Avrebbero dovuto ricordare questo adagio latino i politici della Casa delle Libertà che, a nome dell’attuale premier, il 30 aprile scorso – in campagna elettorale - hanno promesso alla nostra categoria l’allineamento retributivo alle dirigenze pubbliche.

Non si può – e non si deve – promettere pubblicamente più di quello che si può – o si vuole -realmente dare. E non ci si può permettere di dare nulla – come purtroppo sta accadendo - dopo aver promesso il tutto.

Il minimo che si possa dire è che siamo di fronte alla violazione del principio di coerenza.

Al riguardo avrebbero dovuto anche ricordare una fulgida massima di Popper: “La coerenza non può stabilire la verità, ma l’incoerenza e la contraddittorietà stabiliscono la falsità”.

Sui frontespizi di molti palazzi romani (Palazzo Chigi, Montecitorio, Viale Trastevere, Palazzo Vidoni, tanto per citarne alcuni) dovrebbe essere incisa idealmente l’iscrizione “La coerenza non abita qui”.