BATTERE IL PASSO
Nuga
n. 22 in data 8 giugno 2001
di
Paolo Quintavalla
“Passo! ….. Passo!……Passo!”. Quando ero giovane militare di leva confesso che il mio incubo era battere il passo, durante marce estenuanti in vista di pompose parate. Il sottufficiale di turno urlava, ritmandole, le parole “Passo!…. Passo!…. Passo!” e noi, poveri soldati sudati e stanchi, per eseguire gli ordini dovevamo battere i tacchi. La caserma rimbombava dell’eco di centinaia di scarponi battuti all’unisono e con forza sull’asfalto.
Mi è venuta in mente
quella lontana procedura perché ora il segretario della Cgil scuola Panini
vorrebbe far “battere il passo” a tutta la nostra categoria. Sembra incredibile
ma è vero: è proprio questa l’espressione che ha usato durante la conferenza stampa del 7 giugno scorso a Roma. Per sua
esplicita ammissione, non contento di aver fatto “battere il passo” ai docenti,
non contento di aver fatto “battere il passo” ai segretari ora vorrebbe fare
“battere il passo” anche a noi. Se il nuovo governo oserà riconoscerci in toto
gli aumenti che ci spettano minaccia sfracelli. Qualcuno dice che stia facendo
già le prove, sciabola sguainata e tromba alla bocca, per lanciare sul campo
orde di insegnanti inferociti contro i nuovi nababbi!
Una cosa è certa: i
dirigenti scolastici italiani non segneranno il passo, agli ordini di un
qualsiasi generale. Un po’ perché non hanno più l’età per credere alle favole e
ai babau, un po’ perché non ne sono costretti e odiano, comunque, le
costrizioni ma , soprattutto, per evitare un effetto indesiderato. A forza di
“battere il passo”, si sa, si producono inevitabilmente fastidiose ed
intollerabili vesciche ai piedi!