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Dirigenti
pubblici, ora tocca alla seconda fascia
Per
30 giorni si potranno sostituire i capi delle direzioni.
Ancora incerto il numero dei rimossi nella prima fascia
Il
Messaggero – 9 ottobre 2002
di
PIETRO PIOVANI
ROMA — Per i dirigenti di prima fascia, i dirigenti
generali, la pratica è chiusa. Ieri è stato l’ultimo
giorno valido per l’attribuzione degli incarichi: ora
si sa chi si è salvato e chi no. Da oggi può
cominciare la fase due del cosiddetto spoils system. Da
oggi tocca ai dirigenti di seconda fascia, quelli non
generali. Per i prossimi trenta giorni i dirigenti
generali avranno il potere di rimuovere, se lo vorranno,
i loro collaboratori di seconda fascia. Il principio sarà
quello del silenzio assenso, per cui se al termine di
questo mese il dirigente non è stato sostituito si
intenderà automaticamente confermato.
Ma sarà un mese difficile per gli oltre 4 mila
capiufficio di seconda fascia. Nei ministeri e negli
enti l’aria è pesante, soprattutto in quelli dove da
oggi si insedia un nuovo dirigente generale: un
supercapo nuovo in genere porta con sé qualche uomo di
fiducia.
Arcangelo D’Ambrosio, segretario della Dirstat
(sindacato di funzionari e dirigenti) fu molto critico
con lo spoils system al tempo del centrosinistra. Ora
che i dirigenti vengono sostituiti dal governo
centrodestra, D’Ambrosio si mantiene più cauto («in
fondo è uno spoils system leggerissimo»). Ma poi
aggiunge: «Negli uffici non c’è più serenità. I
dirigenti non possono essere continuamente sottoposti a
esami. Io dico: riconosciamo tutti di aver sbagliato e
torniamo all’antico. Oppure, avanzo un’altra
proposta. Cambiamo la legge e creiamo due diverse
tipologie di dirigente: un conto sono i dirigenti “di
programma", soggetti allo spoils system, un conto
sono tutti gli altri. Un dirigente addetto al pagamento
delle pensioni ha una funzione esclusivamente tecnica,
il suo lavoro non ha niente di politico, perché deve
essere legato al governo in carica?»
Naturalmente c’è chi fa notare che già la legge
attuale prevede lo spoils system solo per una trentina
di capi dipartimento (quelli che stanno sopra i
dirigenti). Mentre per i dirigenti, sia in questa
occasione che in precedenza, i governi hanno agito con
appositi provvedimenti una tantum, validi una volta e
mai più. Invece di cambiare la legge, dunque,
basterebbe non farne più di nuove.
Quanto
alla dimensione di questo assalto alla dirigenza, il
giudizio della Cgil è molto più grave. Per il
segretario generale della Funzione pubblica-Cgil, Laimer
Armuzzi, «siamo di fronte alla più grande epurazione
che mai sia stata fatta da quando esiste la Repubblica».
E il segretario confederale Giampaolo Patta aggiunge: «Si
ha notizia che dai primi provvedimenti di rimozione non
sia stata adottata nessuna giustificazione, come prevede
sia la legge sia il contratto dei dirigenti. I dirigenti
vengono rimossi, quindi, a prescindere dai risultati del
loro lavoro e dalle capacità professionali».
Vediamo le cifre. Quelle ufficiali, fornite ieri sera
dal ministero della Funzione pubblica, sono ancora
incomplete. Alla Funzione pubblica infatti non arrivano
tutte le proposte di nomina, ma solo quelle dei
ministeri (mancano gli enti parastatali e le agenzie):
gli incarichi che vanno comunicati al dicastero di
Frattini sono solo 380 su 457. Nella giornata di ieri
l’ufficio competente (quello del Ruolo unico) è stato
travolto dalle comunicazioni giunte all’ultimo momento
da tutti i ministeri. A metà serata il bilancio era il
seguente: su 260 proposte di nomina, le conferme sono
167. Per gli altri 93 incarichi, 43 sono i dirigenti
generali spostati da una direzione all’altra; 24 sono
i dirigenti di seconda fascia promossi alla guida di una
direzione generale; 19 sono le direzioni affidati a
“esterni" (professionisti privati o docenti
universitari), 6 dei quali in realtà sono solo stati
rinnovati; infine 7 sono i dirigenti che hanno ricevuto
un “incarico di studio".
Quanti sono allora i dirigenti rimossi? Per ora è
impossibile calcolarlo. Sono certamente rimossi i 7
incaricati di “studiare", ma anche tra i 43
trasferiti ad altro incarico ce ne sono probabilmente
alcuni degradati a funzioni di minor rilievo.
Per il sottosegretario alla Funzione pubblica, Learco
Saporito, l’allarme di questi giorni è «ingiustificato»
e il governo «sta agendo con grande razionalità. Alla
fine i dirigenti sostituiti non saranno più del 10-15%».
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