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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

NEWS

Scuola/ I sindacati confermano lo sciopero: fondi insufficienti

Moratti: «Sì agli stipendi europei,ma anche i professori si adeguino»

Il Messaggero – 9 ottobre 2002

di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - Il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti dice «sì» agli stipendi europei dei professori, ma vuole che «anche i livelli delle prestazioni professionali siano adeguati». «Nell'atto di indirizzo inviato all'Aran - ha sottolineato la Moratti - abbiamo inserito l’adeguamento degli stipendi e delle prestazioni professionali».
L’intervento del ministro è arrivato il giorno di apertura delle trattative: ieri per la prima volta si sono incontrati Aran e sindacati. Non sono andati oltre i preliminari, che sono però importanti: il governo ha messo sul tavolo la propria offerta, i rappresentanti dei professori le loro piattaforme. Il prossimo round ci sarà il 23, dopo gli scioperi.
Il contratto è scaduto da un anno e la trattativa si annuncia calda. La scuola guarda all’Europa e attende la «rivalutazione degli stipendi». Il governo offre un aumento medio mensile lordo di 150 euro. I sindacati contestano l’offerta: «E’ insufficiente, non risponde alle aspettative e ai bisogni della categoria». Il nodo sono le risorse economiche. E su questo i sindacati chiedono certezze: «Ancora non si sa nulla del piano pluriennale di investimenti». Il ministro risponde che intanto «ci sono le risorse disponibili per il contratto».
E’ tanto forte il divario tra i punti di partenza del governo e dei sindacati che questi hanno confermato gli scioperi indetti anche contro la politica scolastica del governo e la legge Finanziaria per il 2003. Duro il giudizio dello Snals: «I soldi offerti - afferma Fedele Ricciato, leader del sindacato autonomo - non sono sufficienti nè ad assicurare l'attuale potere d'acquisto delle retribuzioni, nè a garantire il loro progressivo adeguamento ai livelli europei, nè a raggiungere gli obiettivi programmatici fissati dal governo nell'atto di indirizzo all'Aran. Così la scuola di qualità resta un sogno nel cassetto, mentre il governo taglia gli organici, riduce la spesa per l'istruzione, pasticcia in materia di riforme e di reclutamento del personale, ipotizza licenziamenti, nega il finanziamento del tanto promesso piano pluriennale, penalizza i precari».

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