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Sciopero
insegnanti: è scontro sulle cifre
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L'adesione
del personale allo sciopero indetto per oggi da Cisl e
Uil della Scuola, Snals, Gilda, Cib-Unicobas,
Cisal-Scuola e Cossma sarebbe stata del 14,68 per cento.
Nelle 6.554 scuole rilevate (su un totale di 10.721)
sarebbero 82.215 i dipendenti che hanno aderito allo
sciopero.
Il calcolo è del Ministero dell'Istruzione, fatto -come
si legge in un comunicato - "secondo dati parziali
rilevati alle 16".
A detta invece del segretario generale della Cisl Scuola
Daniela Colturali, la percentuale di adesione sarebbe più
alta. Per quanto riguarda i docenti "i dati
parziali in nostro possesso - ha dichiarato Daniela
Colturani - evidenziano un'adesione superiore al 40 per
cento ".
E questo "è un forte segnale - conclude la
Colturani- che impone al Governo di rivedere le
politiche scolastiche, a partire dalle scelte in
discussione con la legge finanziaria".
Ancora più alta l'adesione secondo il segretario
generale dello Snals Fedele Ricciuto, secondo cui la
proiezione dei dati parziali "ma significativi,
delle adesioni allo sciopero di oggi, pari ad oltre il
50 per cento, testimonia che il sindacato ha saputo
giustamente interpretare le istanze della
categoria".
A detta di Ricciuto, gli operatori della scuola
"respingono la politica scolastica del governo e,
in particolare, quella riguardante il personale. Il
piano finanziario pluriennale per la scuola, un
contratto di svolta per l'adeguamento delle retribuzioni
a livello europeo, l'immissione in ruolo del personale,
la stabilità degli organici e la soluzione al
precariato - ha proseguito Ricciuto - sono scelte
obbligate alle quali il governo non può più
sfuggire".
Secondo i calcoli della Uil, l'adesione allo sciopero
sarebbe stata di oltre il 40 per cento.
"Lo sciopero di oggi - sottolinea il leader della
Uil-Scuola, Massimo Di Menna - ha dato forza alle nostre
richieste chiare e concrete: più investimenti per
l'istruzione pubblica; rinnovo del contratto scaduto a
dicembre 2001; modifiche alla legge Finanziaria;
immissioni in ruolo".
La
partecipazione allo sciopero, aggiunge Di Menna, è
stata "alta perché c'è bisogno di un nuovo
contratto che riconosca tutte le professionalità dei
docenti e degli Ata. La legge Finanziaria - prosegue -
ha disegnato uno scenario di tagli ed economie che
determina preoccupazione e tensione con ricadute
negative sulla qualità del servizio. La partecipazione
alla giornata di lotta - conclude Di Menna - rinforza la
nostra azione rivolta a ottenere risultati rapidi e
concreti"
Il calcolo degli Unicobas sull'adesione dello sciopero
si aggira invece intorno al 25 per cento. Una
percentuale che il leader Stefano D'Errico considera
"soddisfacente". "Maggiore soddisfazione
ancora - prosegue D'Errico - per il fatto che questo
sciopero l'abbiamo in pratica trainato noi e la Gilda
visto che Cisl, Uil e Snals nelle piazze non si sono
neppure visti".
Di tutt'altro avviso il portavoce nazionale dei Cobas
Scuola Piero Bernocchi, secondo cui si sarebbe trattato
di uno sciopero "filo-governativo quello di oggi
nella scuola: un fallimento annunciato".
Cisl, Uil e Snals insieme alla Gilda "sono stati
seguiti nello sciopero di oggi da poco più del 10 per
cento della categoria. In realtà, dopo aver sostenuto
fino a ieri la politica della Moratti e del governo,
questi sindacati hanno promosso lo sciopero con l'unico
intento di indebolire quello che sarà il vero sciopero
della scuola del prossimo 18 ottobre".
Contro i tagli della Finanziaria, venerdì 18 ottobre
toccherà agli iscritti alla Cgil, che sciopereranno in
concomitanza con lo sciopero generale proclamato dalla
loro confederazione contro la politica del governo in
genere e, in particolare, contro le modifiche allo
Statuto dei lavoratori introdotte dal Patto per
l'Italia, siglato da Cisl, Uil e governo.
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