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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

NEWS

SICUREZZA DEGLI EDIFICI SCOLASTICI: LE COMPETENZE DEI DIRIGENTI E I DOVERI DEGLI ENTI LOCALI

Lettera al Corriere della Sera del dirigente scolastico Patrizia Graziani

Sig. Direttore,

sono un Dirigente scolastico che da parecchi anni si occupa di sicurezza e prevenzione dei rischi nelle scuole e sono stata stimolata a scriverLe dopo aver letto l’articolo a firma Daniela Monti dal titolo “Sicurezza a scuola, la legge rinviata cinque volte” riportato a pagina 8 dell’edizione di venerdì 1 novembre.

La giornalista fornisce un puntuale resoconto delle proroghe di legge concesse agli Enti Locali per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, ma l’informazione circa l’individuazione dei soggetti obbligati alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle scuole e alla loro messa in sicurezza, non risulta altrettanto precisa così come altre affermazioni contenute non rispondono alla reale situazione.

Ritengo debba essere specificato che i Dirigenti scolastici sono stati individuati datori di lavoro, con conseguenti responsabilità amministrative, civili e penali già nel 1996 senza tuttavia vedersi riconosciuti strumenti e possibilità di intervento in materia poiché non sono state assegnate specifiche risorse finanziarie per far fronte agli adempimenti che le norme prevedono come obbligatori.

La giornalista afferma che non servono soldi per redigere il documento di valutazione dei rischi: purtroppo ciò non corrisponde al vero in quanto tale documento, per essere utile e non fittizio, deve essere predisposto da un professionista con specifiche competenze che non lavora certo gratuitamente; i corsi di formazione per gli addetti all’antincendio vanno affidati ai Vigili del Fuoco che applicano tariffe stabilite dal Ministero dell’Interno e che pesano sui magri bilanci delle scuole; lo stesso discorso vale per la formazione degli addetti al Pronto Soccorso. Nonostante le difficoltà finanziarie molte scuole si sono attrezzate ed i Dirigenti, nella maggior parte dei casi, hanno osservato gli obblighi imposti dalla Legge, utilizzando soldi destinati al funzionamento amministrativo e didattico ed improvvisandosi ingegneri o elettricisti.

Per dovere di informazione va puntualizzato che alcuni adempimenti previsti dal D. L.vo 626/94 e successive modificazioni ed integrazioni sono esercitati direttamente dai Capi d’Istituto mentre altri sono di competenza dei proprietari degli immobili e l’obbligo dei Dirigenti si esaurisce con la segnalazione agli Enti obbligati degli interventi di manutenzione da effettuare, come recita lo stesso Decreto 626 e tutta la normativa emanata in materia dal Ministero dell’Istruzione.

In quanto all’affermazione secondo la quale non vi è multa né sanzione per i Presidi che non mettono in atto le procedure previste, ritengo doveroso ribadire che essi sono “datori di lavoro” e pertanto nel momento dell’ispezione da parte degli organi preposti al controllo, i Capi di Istituto sono chiamati a rispondere personalmente delle loro inadempienze ed a volte anche di quelle commesse dai soggetti che per norma sono tenuti ad effettuare gli interventi (Amministrazioni Comunali e Provinciali).

Riporto sinteticamente un fatto personale a conferma delle affermazioni riportate. Per garantire agli alunni una scuola sicura, con il solo ed unico obiettivo di esercitare correttamente il mio ruolo istituzionale di Capo d’Istituto/datore di lavoro, al fine di rispondere agli obblighi che mi impone la Legge in materia di sicurezza e per sollecitare in maniera più convincente il Comune ad eseguire gli interventi di sua esclusiva competenza, nel maggio 2001 ho inoltrato una delle tante richieste al Sindaco ed ho inviato la stessa per conoscenza al locale Comando dei Vigili del Fuoco. Nel marzo del 2002 un Ufficiale dei Vigili del Fuoco ha compiuto un sopralluogo che si è concluso con un verbale di accertamento e la prescrizione. Ho immediatamente trasmesso per competenza il verbale al Sindaco ed entro i termini assegnati, con mia piena soddisfazione, il Comune ha effettuato gli interventi. Purtroppo dieci giorni dopo un Ufficiale mi ha notificato il pagamento di una pesante multa perché comunque colpevole di omissioni in materia di sicurezza come verificato durante il sopralluogo.

La tragedia che si è abbattuta sulla scuola di San Giuliano di Puglia dovrebbe far riflettere molte coscienze e stimolare dibattito costruttivo e privo di polemiche, diventare una opportunità per mettere in luce le incongruenze della aggrovigliata normativa sulla sicurezza degli edifici scolastici che individua nel Capo d’Istituto il responsabile in materia a fronte delle decisioni assunte a livello politico di concedere continue proroghe per adeguare le scuole alle norme di sicurezza che, va ricordato, risalgono al lontano 1955.

In secondo luogo non può passare ancora sotto silenzio il disinteresse e la latitanza degli Enti Locali che non investono adeguatamente in sicurezza nelle scuole preferendo impiegare denaro in altre opere pubbliche. Gli interventi che programmano molte volte non sono appropriati e risolutivi, ma solo rimedi precari e spesso privi delle attestazioni di conformità alle norme.

Come riportato nel Suo quotidiano e come risulta dagli ormai troppi monitoraggi effettuati da organi istituzionali e non, la maggior parte degli edifici scolastici è priva delle certificazioni obbligatorie e proprio per questo i Dirigenti scolastici dovrebbero chiuderle salvo poi incorrere nel reato di interruzione di pubblico servizio.

Temo che, terminata la fase dell’emotività e della cronaca, cali di nuovo il silenzio e milioni di persone, tra alunni ed operatori, tornino quotidianamente a frequentare ambienti non adeguatamente protetti.

Le scuole dovrebbero poter contare anche sul prezioso aiuto degli organi di controllo ed in particolar modo dei Vigili del Fuoco (oltre che delle A.S.L. e della Protezione Civile) attraverso la loro presenza nelle fasi di esercitazione degli alunni, durante le prove di sfollamento rapido, di rischio sismico o ambientale; purtroppo la loro disponibilità ad implementare la cultura della prevenzione è insufficiente, non forniscono alcun tipo di collaborazione o consulenza ai Dirigenti scolastici giacché si dichiarano organi ispettivi, ma il potere sanzionatorio di cui loro dispongono dovrebbero esercitarlo prioritariamente nei confronti dei soggetti responsabili delle inadempienze e non dell’anello debole della catena perché i Dirigenti scolastici non dispongono dei mezzi per obbligare o costringere gli amministratori a realizzare interventi nelle scuole, al più possono cercare di essere persuasivi, di sensibilizzarli, di sommergerli di richieste a mezzo Raccomanda A.R., ma nulla di più. Anche il silenzio delle associazioni professionali e delle organizzazioni sindacali di categoria sul problema sicurezza è illuminante, nonostante il numero degli incidenti nella scuola sia aumentato in maniera esponenziale negli ultimi anni.

Anch’io mi associo all’appello lanciato dalla mamma di Angelo “vogliamo scuole più sicure” per non dover vivere altre sciagure simili e perché in ogni caso il rischio è quotidiano e gli infortuni nelle scuole sono all’ordine del giorno anche se, per sola fortuna, non sempre catastrofici.

Sig. Direttore, non è questione di buona volontà, con quella si fa poco. I Comuni e le Province considerano la scuola una spesa e non un investimento in favore delle giovani generazioni che in moltissimi casi trascorrono gran parte della loro giornata in edifici fatiscenti, adattati a scuole ma nati per altre finalità (ex conventi, ex appartamenti, ex caserme, ex …) privi dei più elementari ed anche poco costosi accorgimenti per prevenire incidenti e infortuni, con arredi non adeguati, senza abbattimento delle barriere architettoniche.

Addolora e rammarica costatare che servono eventi tragici per attirare l’attenzione non solo dell’opinione pubblica, ma anche dei politici e della stampa in ordine ad un problema che tocca direttamente o indirettamente tutte le famiglie italiane. Tutti i giorni ogni Dirigente scolastico, ogni insegnante si scontra con la questione della sicurezza per garantire agli alunni ed alle loro famiglie il diritto di frequentare un ambiente di apprendimento che oltre ad essere educativo risponda ai requisiti di sicurezza; molto spesso è una battaglia persa in partenza e se la scadenza 2004 sarà ulteriormente rinviata perderemo anche la guerra ed i bambini e la maestra per cui abbiamo pianto saranno morti invano.

Porto Mantovano, 04 novembre 2002

 Dott.ssa Patrizia GrazianI

Dirigente scolastico Istituto Comprensivo di Castel d’Ario (MN)

 

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