Al
Presidente del Consiglio dei Ministri
-
Roma
Al
Ministro dell’Economia e
delle Finanze - Roma
Al
Ministro
dell’Istruzione Università
e Ricerca - Roma
e
p.c.
Ai Presidenti delle Regioni
- Loro
Sedi
Agli Organi di informazione
O
OGGETTO: Decreto taglia spese: fuori termine,
sbagliato e contro le autonomie.
Il “decreto taglia spese” del 29 novembre 2002
(G.U. n. 282 del 2/12/2002) emanato dal Ministro
dell’Economia e delle Finanze arriva a “babbo
morto”, è tecnicamente sbagliato e pone in
gravi difficoltà le Regioni, relativamente alle
aziende sanitarie ed ospedaliere, e tutte le
autonomie funzionali, con particolare riferimento
alle Università, agli Istituti di alta formazione
artistica e musicale ed alle Istituzioni
scolastiche .
Ancora una volta, il
Ministro dell’Economia e delle Finanze (il vero
capo del governo) decide con mentalità
esclusivamente ragionieristica
mettendo a rischio il corretto
funzionamento
di servizi pubblici essenziali (sanità ed
istruzione) e mortificando le autonomie.
Si predica
federalismo ma si pratica centralismo, si predica
autonomia ma si impongono vincoli e
condizionamenti, si predica semplificazione ma si
produce il massimo di complicazione.
Questi comportamenti
improvvisati
e frutto anche di grave incultura (ritenere
vincolate le economie su beni di consumo e
servizi, senza accertamento alcuno delle fonti di
finanziamento è semplicemente assurdo) hanno già
determinato conflitti e strappi istituzionali:
interventi ripetuti del Capo dello Stato, le
dimissioni dei Rettori delle università, il
ricorso al TAR di tutti i Governatori delle
Regioni.
Sarà il caso che il
Governo e
chi dovrebbe dirigerlo
“cambino rotta” e tornino a rispettare
formalmente e sostanzialmente gli altri livelli
istituzionali, che nella Repubblica delle
autonomie hanno pari dignità.
Nel merito specifico
del decreto taglia spese, si chiede formalmente il
ritiro dell’art. 2.
Lì,
20 dicembre ’02
IL
PRESIDENTE FNADA F.F. (Mario BANDOLI)
IL PRESIDENTE ANQUAP (Giorgio GERMANI)
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