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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

Buon Natale, colleghi presidi incaricati!

Editoriale n. 55 del 20 dicembre 2002

di Paolo Quintavalla

Finalmente il tanto atteso bando per il corso-concorso riservato ai presidi incaricati triennalisti è stato pubblicato in data odierna sulla Gazzetta Ufficiale. Si conclude un altro capitolo mortificante della storia della scuola italiana, che aveva ormai assunto i toni di una interminabile "novela" e che stava sfociando in deplorevole farsa. Sembrava di assistere a nuove scene del teatro dell'assurdo e all'attesa sempre frustrata di quel personaggio, reso famoso da Beckett, che pur avendo promesso di venire in realtà non compariva mai sulla scena. Ora Godot è arrivato e ci rallegriamo con gli interessati protagonisti per il lieto fine.

Si tratta di una buona notizia non soltanto per i presidi incaricati che vedono premiato il loro impegno con una meritata prospettiva di carriera pazientemente perseguita ma anche, più in generale, per gli interessi della scuola italiana. Con questo atto, infatti, viene in primo luogo conferita una prospettiva di conduzione stabile ad un settimo delle Istituzioni scolastiche autonome prive da anni ed anni di un dirigente responsabile e titolare. Con lo stesso atto viene anche riconosciuto, finalmente, il buon diritto acquisito da un settimo dei nostri colleghi che da anni esercitavano sul campo, di fatto, il ruolo dirigenziale senza fruirne, tuttavia, la pienezza dei benefici economici e giuridici.

Nelle nostre province conosciamo tutti scuole in cui la mancanza di una figura stabile di dirigente, giuridicamente riconosciuto nella pienezza delle sue attribuzioni, ha prodotto già in sé danni rilevanti. In queste difficili condizioni, spesso assegnati alle sedi più disagiate, meno ambite e privi di sostanziali riconoscimenti, i presidi incaricati si sono comunque fatti le ossa sul piano delle conoscenze e delle competenze indispensabili per essere dirigenti capaci. Essi hanno avuto la possibilità di corroborare la loro professionalità, esercitando in situazione, di fatto, per lunghi anni la funzione dirigenziale. 

Alcuni critici si oppongono per principio all'immissione in ruolo senza una procedura concorsuale veramente selettiva e sono portati ad assimilare questo bando ad una nuova soluzione "ope legis", fra le tante che hanno contraddistinto la storia recente della scuola italiana. Nel caso specifico credo sia lecito rifiutare questa tesi sulla base di almeno due motivazioni. In primo luogo i presidi triennalisti (ma conosco colleghi che dirigono scuole da sette/otto anni) non sono i beneficiari ma le prime vittime di un sistema amministrativo perverso che, per l'assurdo blocco per oltre un decennio dei concorsi ordinari per Capi d'Istituto, non ha saputo assicurare il normale e fisiologico ricambio dei posti dirigenziali. Essi, quindi, hanno sostanzialmente colmato un vuoto, spesso con grande abnegazione personale, determinato da una pessima politica amministrativa ed hanno contribuito, per così dire, a rimediare i danni. In secondo luogo non si nasce dirigenti, nemmeno per concorso, dopo un tema scritto o un esame verbale più o meno brillanti. Dirigenti si diventa, in realtà, dopo anni di esperienza sul campo. I presidi incaricati hanno avuto la felice opportunità, in ogni caso, non tanto di esibire conoscenze teoriche quanto di esercitare per lungo tempo la pratica quotidiana del dirigere un'Istituzione scolastica. Nella prossima frequenza dei corsi formativi, quindi, si troveranno nella condizione ideale per integrare fecondamente la teoria con la prassi, innestando una nuova acquisizione di sapere sul tronco di un'esperienza consolidata attraverso la necessità di organizzare ogni giorno le attività scolastiche.

Buon Natale, colleghi presidi incaricati. Con l'augurio che il nuovo anno vi porti copiosamente le gratificazioni professionali di cui avete faticosamente acquisito il diritto.

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