PREMIATI,
UN CORNO! I DIRIGENTI SCOLASTICI SONO ANCORA IN CREDITO! Editoriale
n. 49 del 7 luglio 2002
di
Paolo Quintavalla
In
questi giorni sono cominciate le grandi manovre in vista
del DPEF, fondamentale documento di programmazione
economica e finanziaria del Governo. E, come era
prevedibile, non sono mancate le sorprese. Ne dà conto,
ad esempio, un articolo comparso sul “Messaggero”
del 1° luglio dal titolo fin troppo esplicito ed
eloquente: “Troppi soldi ai dipendenti pubblici”.
La Corte dei Conti, nella sua annuale “Relazione sul
rendiconto generale dello Stato”, sostiene che
nell’ultimo anno le retribuzioni degli statali sono
aumentate ben più dell’inflazione e invita
sostanzialmente il Governo a “chiudere i cordoni della
borsa”. Fin qui rientra nelle regole del gioco,
trattandosi di un copione fisso, per quanto scorretto,
che si ripete inevitabilmente prima di ogni tornata
contrattuale. La parte datoriale tende, naturalmente, a
sborsare il meno possibile accampando ogni genere di
compatibilità economiche. E’ stato così anche in
occasione del nostro primo contratto anche se allora, in
aggiunta, qualcuno ha trattato la nostra categoria come
un imprevisto e adulterino peso aggiunto, quasi che le
nostre legittime rivendicazioni economiche, coerenti con
le nuove attribuzioni giuridiche dirigenziali,
mettessero in pericolo il bilancio dello Stato.
Ciò
che non è assolutamente accettabile è, invece,
l’orientamento di coloro ( certi giornalisti
evidentemente disinformati, certi sindacalisti che
tendono a portare l’acqua al loro mulino) che tendono
ad addebitare alle retribuzioni dei dirigenti lo
scompenso dei conti pubblici. Si legga, per esempio, la
seguente considerazione presente nell’articolo
citato:“Va ricordato inoltre che negli ultimi due
anni i governi hanno scelto di riconoscere aumenti
superiori all’inflazione nei contratti di alcune
categorie di lavoratori pubblici. In particolare sono
stati premiati i presidi…”
…Premiati
un corno! La realtà è che i dirigenti scolastici sono
ancora in credito, avendo notoriamente ricevuto nel
primo contratto meno del dovuto!
Al
riguardo si tratterà di contrastare queste
argomentazioni fallaci e tendenziose con dati oggettivi
alla mano, visto che è inoppugnabile che il completo
allineamento retributivo con le altre dirigenze
pubbliche, per quanto riguarda la nostra categoria, non
è stato ancora conseguito. E occorrerà ricordare erga
omnes che ben tre solenni atti di indirizzo all’Aran
(del 22 dicembre 2000, del 4 aprile 2001 e del gennaio
2002) hanno riconosciuto questo nostro buon diritto
fondamentale. E non si dovrà dimenticare che ben due
Governi di diverso colore politico hanno promesso, sia
pure procrastinandone di fatto la soddisfazione al
secondo contratto, il riconoscimento di tale diritto
che, a questo punto, possiamo considerare indiscutibile.
Resta da considerare che se non si verificasse
finalmente l’ipotesi del completo allineamento
l’offesa e il disprezzo per le ragioni della nostra
categoria sarebbero davvero intollerabili. Tre
voltafaccia dell’Esecutivo sarebbero davvero troppi!
L’eventualità produrrebbe una frustrazione profonda e
difficilmente componibile anche in una categoria formata
da soggetti costituzionalmente portati alla moderazione
e all’equilibrio.
Non
ho dubbi che i dirigenti scolastici italiani seguiranno
l’evoluzione delle trattative per il rinnovo
contrattuale 2002-2005 con l’attenzione vigile di
coloro che sono pronti a sventare ogni eventuale manovra
ai loro danni e a difendere in modo intransigente i loro
diritti.
Postilla:
In
questa situazione rappresenta senz’altro un fatto
positivo che anche i sindacati confederali, al pari
dell’ANP, abbiano chiesto al Governo di inserire
precisi impegni nel DPEF in merito all’allineamento
retributivo dei D.S. promesso nel passato. Anche se ciò
costituisce, di fatto, un atto dovuto per quelle OO.SS
che avevano esplicitamente procrastinato tale
allineamento al secondo contratto, desidero
sottolinearne il peso e dare pubblicamente atto a
Cgil-Cisl-Uil Scuola, dopo le doverose critiche che ho
rivolto nel passato, della coerente e positiva
evoluzione, in questo caso, della loro strategia
sindacale. Anche se, ovviamente, molti avrebbero
preferito che analoga richiesta fosse stata avanzata
anche nel 2001… Anche se molti avrebbero preferito non
dover ascoltare nel giugno 2001 la famosa espressione
del segretario Cgil Scuola secondo cui i D.S. avrebbero
dovuto “battere il passo”… Anche se molti
avrebbero preferito non assistere nel luglio 2001 alla
minaccia espressa dalla segretaria Cisl Scuola di
sollevare la rivolta dei docenti nell’ipotesi che il
Governo riconoscesse aumenti aggiuntivi ai Dirigenti…
Comunque
sia, ora i D.S. italiani, indipendentemente dalle
appartenenze, attendono atti coerenti e determinati di
rivendicazione di quanto dovuto, per la doverosa
equiparazione del livello economico con il livello delle
attribuzioni sul piano giuridico.
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