TRATTENUTE
ENAM PER GLI EX DIRETTORI DIDATTICI:
L’ENNESIMA
STORIA DI ORDINARIA FOLLIA
di Paolo Quintavalla – 30 marzo 2002
Non so
se ridere oppure se piangere (metaforicamente, s’intende). Scartate le due ipotesi
mi resta soltanto un moto di sana e naturale indignazione. Ho appena ricevuto
il cedolino dello stipendio del mese di marzo e riscontro, alla voce “Dettaglio
delle ritenute assistenziali e previdenziali”: E.N.A.M. (Ente Nazionale
Assistenza Magistrale) – ritenuta 0,80 su 100 – pari a 16,37 €.
Scopro,
in questo modo, - anzi, ho la conferma - che getto al vento 212 € all’anno per
un servizio di assistenza (magistrale e non dirigenziale):
·
che
non ho scelto
·
che
mi è imposto
·
che
non utilizzo
·
a
favore di un Ente che non può vantare nei miei confronti titoli giuridici di
appartenenza
·
per
il quale non esistono, in diritto, gli estremi che giustifichino l’applicazione
delle trattenute.
Come me
gettano al vento la stessa cifra oltre 3.500 dirigenti scolastici che scontano,
evidentemente, la “colpa” di provenire, prima del 1° settembre 2000, dal ruolo
degli ex direttori didattici.
L’Amministrazione
efficiente di un Paese normale avrebbe, una volta sottoscritto il primo
contratto dei D.S. automaticamente provveduto ad interrompere il prelievo delle
quote a favore dell’ENAM. Infatti questo prelievo forzoso era giustificato, in
precedenza, unicamente dal fatto che i D.D. appartenevano al personale
direttivo del comparto scuola, lo stesso degli insegnanti della scuola
elementare Ora, invece, non ha assolutamente più ragione d’essere nei confronti
delle figure dirigenziali appartenenti ad un’area autonoma come la V. Infatti
non vige nei confronti dei 2/3 dei D.S. italiani che provengono dalle
presidenze delle scuole medie e degli Istituti Superiori. Infatti non vigerà
nei confronti dei nuovi dirigenti che, per effetto dei prossimi concorsi,
saranno assegnati alle direzioni didattiche.
Gli ex
direttori didattici attualmente in servizio come dirigenti al pari degli altri,
invece, saranno paradossalmente costretti a mettere in campo attività di protesta
ed azioni legali per rivendicare ed ottenere ciò che spetta a buon diritto e
cioè:
·
l’interruzione
delle trattenute ENAM
·
e la
restituzione delle quote mensili indebitamente trattenute dal settembre 2000 ad
oggi (nel mio caso si tratta di 343 €)
L’unica consolazione
è che abbiamo la certezza dell’esito positivo delle nostre istanze, anche se
dovremo aspettare i tempi tecnici necessari per espletare l’azione legale. Nel
mio caso non intendo perdere tempo e spero che tutti gli ex direttori didattici
interessati seguano il mio esempio. Provvederò, quindi, nei prossimi giorni ad
inviare alla Direzione provinciale del Tesoro di Parma una lettera di formale diffida ad operare la
trattenuta ENAM e con la richiesta di rimborso delle somme indebitamente
prelevate dal settembre 2000 ad oggi.
Mentre
scrivevo queste note ho preso visione della precisazione del Presidente ENAM
D’Angiò contenute nella newsletter “Tuttoscuola”
n. 44 del 25 marzo 2002 e sono rimasto francamente allibito:
·
vengo
a sapere che il Consiglio di Amministrazione dell’ENAM con la delibera n. 119
del 20 novembre 2000 ha modificato ad hoc lo statuto,decidendo per gli
appartenenti all’ex personale direttivo l’obbligo a mantenere la vecchia iscrizione.
Ma poteva un Ente modificare lo statuto imponendo trattenute a carico di una
fascia di personale che per legge (L.59/97, D.lgs.59/98, D.Lgs.165/2001) dal 1°
settembre 2000 non rientrava più tra il personale assistito o assistibile,
essendo i direttori didattici diventati dirigenti scolastici? Quella delibera
rappresenta, né più né meno, un intollerabile e vergognoso colpo di mano. A
conti fatti permette all’ENAM di introitare più di 1 miliardo di vecchie lire
all’anno prelevati dalle tasche altrui, cioè a carico degli ex D.D.
·
vengo
a sapere che mi viene imposto un arcaico balzello per una specie di “peccato
originale”, cioè per l’unica ragione di essere stato direttore didattico. Il
prelievo forzoso, infatti, non si applica nei confronti dei presidi,
notoriamente puri e immuni da ogni forma di tentazione.
·
vengo
a sapere che viene istituita una inedita figura associativa, mai pensata né
realizzata prima: il socio obbligato, pur non avendone diritto (essendo
decaduto). Davvero un bel modo di amministrare anzi sgraffignare i soldi o - per
meglio dire – gli euro altrui!
Occorre
ammettere, tuttavia, che c’è del metodo in questa ennesima storia di ordinaria
follia!