EDITORIALE n. 2 del 27 maggio 2000
COLLOCAZIONE NELLA 5.a AREA:
RIMOSSO IL PRIMO OSTACOLO
Registriamo con piacere il giudizio positivo espresso, con varie e diverse motivazioni, da quasi tutti i soggetti sindacali e associativi sulla collocazione della dirigenza scolastica nella 5.a Area . Unica voce fuori dal coro risulta quella di DIRSTAT Scuola che si oppone a questa ipotesi. (si vedano, in proposito i documenti del sito sotto la voce "
aspetti normativi")In ogni caso l'accordo del 17 maggio rimuove un primo ostacolo e apre la strada, finalmente, dopo ritardi prolungati e inaccettabili alla contrattazione vera e propria.
Al termine di questa fase preliminare non pare possano esservi dubbi sul fatto che sono acquisiti per i dirigenti scolastici i seguenti principi e risultati:
Sulla collocazione all'interno del comparto scuola la categoria dei DD.SS. avrà tempo di riflettere, di verificarne i limiti oppure le potenzialità e potrà far sentire la sua voce e la sua volontà (magari in forma referendaria) all'apertura del secondo contratto, prevista tra sedici mesi.
Ora non resta che concentrare le energie e la produzione intellettuale su due temi strategici:
Un'ultima notazione: tutte le sigle sindacali e associative affermano di interpretare, a vario titolo, le aspirazioni e gli interessi della categoria, tutte sostengono di voler perseguire l'equiparazione con le altre dirigenze del pubblico impiego. Ma con una significativa e macroscopica differenza: l'ANP, dati alla mano (
documento di base e tabella comparativa delle retribuzioni dei dirigenti pubblici) è l'unico soggetto, per ora, che quantifica ufficialmente gli aumenti retributivi. I 25 milioni lordi annui rappresentano - secondo l'Associazione dei presidi e dei direttori - lo scarto al minimo da colmare tra le attuali nostre retribuzioni e quelle degli omologhi dirigenti pubblici. Come mai nei documenti ufficiali e nelle assemblee sindacali (almeno a quelle a cui ho partecipato) degli altri soggetti non compare alcuna quantificazione? Quale può essere il motivo di questa incomprensibile reticenza? Non voglio nemmeno pensare che si tratti di riluttanza oppure di refrattarietà nella prospettiva di far accettare alla categoria, alla fine, il capestro delle "compatibilità economiche" con i disastrati conti pubblici… Sarebbe bene, quindi, che anche CGIL, CISL, UIL e SNALS facessero i classici quattro conti, almeno per quel tanto che serva a farci capire cosa significa, in pratica e oserei dire in soldoni, quell'equiparazione - giusta - alle altre dirigenze che rivendicano con tanta enfasi. O si teme, forse, di urtare la suscettibilità di altre categorie?Spero vivamente che nelle prossime settimane venga, in tal senso, un necessario contributo alla chiarezza delle posizioni.
Sarebbe chiedere troppo, infine, se a partire dal giudizio positivo comune e dal consenso sull'accordo del 17 maggio si superassero i marginali motivi di dissenso, pure legittimi, e si costruissero, una volta tanto, UNITA' D'INTENTI e STRATEGIE COMUNI tra tutti i soggetti rappresentativi delle istanze della categoria? Credo che TUTTI i dirigenti scolastici ne sarebbero grati!
Paolo Quintavalla
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