«Scuola,
il coordinamento spetta allo Stato»
Ciampi: è un punto centrale, condiviso da tutti.
Ma è giusta la diversificazione per aree
Corriere della Sera - 4 dicembre 2002
DAL
NOSTRO INVIATO
SIENA
- Glielo chiedono sbattendo pentole e intonando
cori: «Non firmare». Sono un centinaio gli
studenti senesi che affidano a Ciampi la loro
protesta contro il governo. E che arrivano a
mettergli in mano un paniere avvolto in una
bandiera, con «le offerte raccolte per
l'università italiana» che, dati i tagli decisi
a Roma, «è all'emergenza», secondo quanto ha
appena denunciato in Aula magna pure il rettore.
Lui, il Presidente, risponde senza esitazioni e,
così, imprime un altro scatto ai suoi
avvertimenti sui rischi di certe riforme, come la
devolution. Ai ragazzi dice: «State tranquilli,
voi mi date forza e fiducia, state tranquilli». E
ai cronisti che lo interrogano se lo Stato debba
mantenere il coordinamento nel campo
dell'istruzione e della scuola (ciò che vorrebbe
invece drasticamente annacquare il federalismo di
matrice leghista) dice: «Non c'è dubbio che
questo sia un punto centrale nella vita del Paese.
C'è un consenso amplissimo, direi totale,
sull'importanza di sostenere università e
ricerca. Su questo noto una convinta sensibilità
di tutti».
Parla di «consenso generale» il capo dello Stato
ed è un giudizio che sente di poter esprimere
dopo le reazioni al suo intervento di lunedì, nel
quale aveva evocato «la forte coscienza dell'unità,
fondata su una comunione di valori e principi».
Ora, siccome il compito di tramandare «valori e
principi» alle nuove generazioni spetta a scuola
e università, la morale di Ciampi è: nessuno si
sogni di cancellare, per smanie autonomistiche,
una guida nazionale al sistema educativo. Che può
avere - questo lo concede - «attuazione
diversificata nelle diverse aree del Paese». Ma
che deve rispondere a un'unica regia, la cui
responsabilità non può che restare allo Stato.
In
linea con il messaggio lanciato dal Vittoriano per
il nuovo anno scolastico (in cui riaffermava il
primato della scuola pubblica), Ciampi compensa
provvisoriamente le ansie che gli vengono espresse
a Siena. Ne deve ascoltare soprattutto dal
versante universitario, al quale dà voce il
professor Piero Tosi, che oltre a guidare l'ateneo
toscano presiede anche la Conferenza italiana dei
rettori. Dice Tosi: «Oggi siamo ridotti a
batterci per la sopravvivenza, presidente. Le
sorti dell'istituzione universitaria sono legate
alle risorse finanziarie e anche al futuro della
ricerca e dell'insegnamento superiore. Attendiamo
ancora un segnale della volontà politica dei
governi di sostenere l'università».
Ecco il punto: davvero l'esecutivo intende
mantenere i tagli previsti dalla manovra di
bilancio? All’interrogativo risponde in qualche
modo (incerto e intimidito) il ministro Letizia
Moratti, presente a Siena: «Non spetta al mio
dicastero trovare le risorse che occorrono per
l'Università. Non ci nascondiamo le difficoltà
che derivano oggi dai vincoli di spesa posti da un
ciclo economico nazionale e internazionale molto
debole. Ma siamo fiduciosi che si troveranno
soluzioni».
M. Br.
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