Scuola,
250 saggi per le nuove superiori
Al lavoro su programmi e piani di studio di licei
e professionali. Moratti: insegnare poche cose,
insegnarle bene
Corriere
della Sera - 20 dicembre 2002
ROMA - «Insegnare poche cose, ma insegnarle bene».
Con questo slogan il ministro dell’Istruzione,
Letizia Moratti, ha dato avvio, ieri mattina, al
restyling della scuola secondaria.
Duecentocinquanta «saggi» di diversa estrazione,
dal filosofo Vittorio Mathieu, al violinista Uto
Ughi, fino al fondatore della Standa, sono da ieri
al lavoro per ripensare il Liceo e la scuola di
formazione professionale del futuro. Ieri hanno
avuto il primo incontro, a porte chiuse, in un
albergo della capitale. Da oggi continueranno a
confrontarsi su un forum riservato messo a
disposizione dal ministero dell’Istruzione. A
marzo tireranno le conclusioni per arrivare, entro
la primavera, alla stesura dei nuovi piani di
studio. Scatta così la seconda fase del progetto
Moratti. Dopo aver disegnato la nuova architettura
della scuola, nella contestata riforma
sull’ordinamento scolastico già approvata al
Senato e al vaglio della Camera, si rivedono i
contenuti dell’insegnamento. Il MINISTRO - Agli
esperti la Moratti ha voluto rivolgere una
raccomandazione. Lo ha fatto in apertura dei
lavori e poi è andata via per lasciare loro «piena
autonomia». «Dopo un prolungato periodo di
sperimentazione - ha detto il ministro - è
necessario, pur tenendo conto delle innovazioni,
ritornare al più prezioso messaggio della
tradizione liceale: insegnare poche cose, ma
insegnarle molto bene». Lasciando così ai
ragazzi il tempo necessario per approfondire e
rielaborare. Il ministro ha difeso la «necessità
di istituire nell’ordinamento scolastico una
pluralità di percorsi, di tempi, di contenuti, di
metodologie e di sedi». Ma ha assicurato che il
profilo dello studente delle superiori sarà
unitario.
I SAGGI - Accanto al filosofo Vittorio Mathieu
figurano tra gli altri l’ex rettore del
Politecnico, Adriano De Maio, il critico Arturo
Carlo Quintavalle, gli storici Piero Melograni e
Giorgio Rumi. Testimonial illustri come Uto Ughi e
Katia Ricciarelli. E ancora, il rettore della
Bocconi, Carlo Sechi e il preside del liceo Parini
di Milano, intellettuali come Angelo Panebianco e
Sergio Romano, esponenti dell’imprenditoria come
Umberto Agnelli, Giovanni Bazoli, Corrado Passera
e Giorgio Falck.
IL
DOCUMENTO - Il testo base diffuso agli esperti
traccia un primo identikit dei ragazzi che
usciranno dalle superiori. Al primo punto prevede
che sappiano conoscere se stessi. A seguire,
auspica che possiedano un sistema di valori
coerenti con la Convivenza Civile. Siano in grado
di concepire progetti, dall’esistenziale al
pratico, e attuarli; partecipare alla vita sociale
e culturale locale, nazionale e comunitaria.
Sappiano esprimersi, oralmente e per iscritto, in
italiano con proprietà. Leggano con facilità,
individuando nei testi i dati principali e il
ragionamento su essi costruito. Coltivino
sensibilità estetiche e la pratica sportiva.
Possiedano strumenti formali «matematici o
comunque logici». Utilizzino vari tipi di
ragionamento. Distinguano tra ciò che è
necessario e ciò che è superfluo. E, infine,
abbiano memoria del passato.
Virginia Piccolillo
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