Scuola,
Berlusconi garantisce i fondi
Alla
Camera il voto sulla legge Moratti
Corriere
della Sera - 13 febbraio
2003
ROMA - La Camera oggi dovrebbe approvare la
riforma della scuola. Il testo dovrà tornare al
Senato per una seconda e rapidissima lettura nella
prossima settimana. Nei fatti, però, la prima
delle grandi riforme del governo Berlusconi, con
un impatto su milioni di famiglie, nasce oggi. Per
ottenere il via libera e quindi metter mano già
dal prossimo settembre alla nuova architettura
dell’istruzione, Letizia Moratti ha dovuto
ancora una volta fare i conti con il ministro
dell’Economia. C’è voluto un incontro, a
Palazzo Grazioli, tra il presidente del Consiglio,
Giulio Tremonti e la responsabile della scuola per
superare i dubbi sulla copertura finanziaria della
riforma. Tremonti ha ottenuto dal premier le
garanzie contro eventuali sforamenti della spesa.
Subito dopo l’accordo la commissione Bilancio ha
emesso un parere positivo, sbloccando l’esame
della legge nell’aula di Montecitorio. L’ok è
arrivato dopo le 18. L’assemblea ha fatto in
tempo ad approvare il primo dei sette articoli. I
lavori riprenderanno questa mattina. Per
l’opposizione, che ha varato un fitto programma
di inziative di protesta, la copertura finanziaria
non c’è e quindi la riforma è inapplicabile.
GLI EMENDAMENTI - La Commissione Bilancio nel
parere favorevole votato nel pomeriggio a
maggioranza ha posto come condizione due
emendamenti al testo della riforma. La prima
modifica dovrà correggere l’errore «tecnico»
del riferimento al triennio finanziario. Invece
del 2003-2005 si dovrà scrivere 2004-2006.
L’altro emendamento riguarda la copertura
finanziaria. In buona sostanza se i decreti
legislativi di attuazione della riforma dovessero
determinare nuove o maggiori spese, non potranno
essere emanati se prima non saranno entrati in
vigore dei provvedimenti legislativi che coprano
le uscite impreviste. «Il parere della
Commissione Bilancio sulla riforma Moratti
conferma, ancora una volta, i limiti di questo
provvedimento - ha commentato Piera Capitelli,
componente dei Ds in commissione Cultura della
Camera -. Il parere parla chiaro: questa riforma
manca di copertura finanziaria. Siamo, quindi, in
presenza di una legge manifesto che però, di
fatto, è inapplicabile così com’è». «E’
una violazione della Costituzione - hanno
protestato dai banchi del centrosinistra - perché
ogni legge che comporta una spese deve prevedere
una copertura». «Il parere della commissione
Bilancio - hanno replicato i deputati di Fi
Gaspare Giudice, Guido Crosetto e Gianfranco Blasi
- è un ottimo punto di mediazione politica.
Qualora infatti nei decreti delegati dovessero
riscontrarsi degli scostamenti rispetto alle
quantificazioni, preventivamente si dovrà
intervenire con una legge per garantire le
coperture. L’articolo 81 della Costituzione è
salvo».
LE PROTESTE - Durante la seduta dieci studenti che
assistevano ai lavori dai posti riservati agli
ospiti hanno inscenato una protesta. I ragazzi
hanno esposto grandi cartelli bianchi con dei
codici a barre e con la scritta: «La scuola non
è in vendita». Immediato il richiamo del
vicepresidente Alfredo Biondi: «Questo è un modo
di tradire l’ospitalità della Camera.
Accompagnate fuori gli studenti». La seduta non
è stata sospesa. I commessi hanno sequestrato i
cartelli e invitato perentoriamente i ragazzi a
uscire.
Giulio Benedetti
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