DirScol:
su sicurezza e responsabilità
Sono solo i Dirigenti
Scolastici a pagare le omissioni e le inadempienze
altrui
Fonte:
sito web Cisl Scuola - 9 gennaio 2003
Attraverso
un comunicato del Coordinamento dei Dirigenti
Scolastici CGIL e CISL della
Provincia di Milano, siamo venuti a conoscenza
della pesantissima sentenza del Giudice del
Tribunale di Milano contro una Dirigente
Scolastica, condannata a trenta giorni di carcere
(pena commutabile in una sanzione pecuniaria di
1200 euro) in quanto ritenuta responsabile di un
incidente occorso ad un Collaboratore scolastico
all'interno della scuola.
Vogliamo, innanzitutto, esprimere alla nostra
Collega di Milano sentimenti di profonda
solidarietà professionale, unitamente allo
sconcerto per le circostanze di fatto che hanno
determinato l'imputazione e per le modalità
processuali che hanno prodotto la sentenza di
primo grado.
Sia le une che le altre, stando alla pur sintetica
ma essenziale ricostruzione dei fatti contenuta
nel comunicato predetto, hanno dell'incredibile e
ripropongono - con tutta la crudezza e il peso
delle effettive esperienze personalmente vissute
(e in quanto tali estensibili all'intera
categoria) - l'insostenibilità di una situazione
istituzionale e ordinamentale che inchioda il
Dirigente Scolastico a responsabilità
amministrative e penali di fronte alle quali egli
è sostanzialmente inerme e di fatto privo di
qualsiasi efficace e definitivo strumento di
difesa, sia preventiva che successiva.
Negli anni 1994/96 notevoli sono stati gli sforzi
delle Organizzazioni Sindacali della scuola
affinché - nella pur doverosa e inderogabile
normativa concernente la sicurezza e la salubrità
dei luoghi di lavoro (peraltro resa cogente anche
da specifiche Direttive Comunitarie) - la
posizione della scuola venisse diversificata
rispetto alla altre tipologie di aziende,
cantieri, supermercati, ecc. e conseguentemente
venissero posti i necessari vincoli e gli ovvi
limiti all'esercizio delle responsabilità in
materia di sicurezza derivanti dall'individuazione
dell'allora Capo d'Istituto come "datore
di lavoro".
Le nostre battaglie produssero, è vero, i
correttivi al Decreto Legislativo 626/94,
introdotti dal successivo D.L.vo 242/96, tra i
quali, importantissimo, l'enunciazione esplicita
che gli interventi di carattere strutturale e di
manutenzione degli edifici restano di competenza
degli Enti Locali e che le responsabilità dei
Capi d'Istituto si considerano assolte con la
richiesta d'intervento (ma di questo, in verità,
non c'è mai stato dato atto, come se si fosse
trattato di un insperato e provvidenziale
intervento del Cielo!); ma il livello delle
acquisizioni si è arrestato irrimediabilmente di
fronte all'ostinata volontà politica e
amministrativa (indotta dalla Direttiva CEE) di
avere - comunque - in ogni scuola un "referente"
chiaramente individuato in una "persona
fisica", che non poteva non coincidere
con il Capo d'Istituto (e, a maggior ragione oggi
Dirigente Scolastico) cui porre in capo il regime
delle responsabilità che la normativa generale
sulla sicurezza affida al "datore di
lavoro”.
Con ciò non vogliamo annaspare nell'affannata e
tardiva ricerca di improbabili alibi assolutori,
trattandosi di materia la cui disciplina è di
fonte unilaterale e non pattizia.
Abbiamo cercato in tutte le sedi concertative di
interloquire con l'Amministrazione perché a
livello di gestione venissero assicurate alle
scuole tutte le condizioni di contesto che
rendessero effettive la sicurezza degli edifici e
la salubrità dei locali scolastici, rendendo al
tempo stesso meno "esposta" la
figura del Capo d'Istituto impropriamente
assimilato al "datore di lavoro".
Ci sono state nel passato "intese"
ufficiose tra i Ministeri interessati e, per
quanto ci risulta, in alcune grandi aree
metropolitane addirittura tra i soppressi
Provveditorati agli Studi e le Procure Generali
della Repubblica per l'archiviazione di denunce il
cui seguito avrebbe portato di fatto alla paralisi
pressoché totale del sistema scolastico statale.
Purtuttavia nessun concreto rimedio è stato posto
all'esercizio dell'azione ispettiva che le norme
hanno posto a carico delle Azienda Sanitarie
Locali, degli Ispettorati del Lavoro e dei Comandi
Territoriali dei Vigili del Fuoco, solitamente
conclusa con la rilevazione di violazione di
almeno una delle numerosissime norme di sicurezza
e conseguente contestazione del "reato"
omissivo e relativa contravvenzione, sanzione
amministrativa, non di rado, con implicazione
penale, avverso la quale non esiste alcuna forma
assicurativa e la cui mancata estinzione comporta
il trasferimento automatico della vertenza in sede
penale.
Recentemente il MIUR si è interessato al caso di
un'altra Collega lombarda, incappata in una "contravvenzione"
sempre a causa di una inadempienza dell'Ente
Locale, nonostante la reiterata richiesta di
intervento della Dirigente Scolastica.
Poteva essere questa l'occasione per un più
incisivo intervento in materia di sicurezza nelle
scuole, magari promuovendo un'apposita Conferenza
di Servizio che vedesse coinvolti tutti i soggetti
istituzionali, politici, amministrativi e di
vigilanza per la messa a punto di un "piano
nazionale" per la sicurezza delle scuole,
di cui - a nostro avviso - dovrebbe costituire
momento fondamentale la sottoscrizione, in ogni
Provincia, di specifici Protocolli d'intesa in
materia di sicurezza.
L’”intervento" del MIUR si è
risolto, invece, in una stucchevole esercitazione
letteraria contenente un vago auspicio rivolto "a
tutti i soggetti istituzionali comunque coinvolti
nella tematica di riferimento" ad operare
"... in un ottica di fattiva
collaborazione e di un comune sforzo sinergico,
diretti ad assicurare all'utenza interessata una
idonea erogazione del servizio scolastico che
tenga conto delle molteplici esigenze della
stessa, prima fra tutte quelle della sicurezza e
della salute dell'utenza medesima".
Temiamo che questi serafici "appelli"
lascino il tempo che trovano se non accompagnati
da ben più stringenti e produttivi interventi di
natura politica e interistituzionale, imponendo ai
soggetti investiti di compiti ispettivi e di
potestà di polizia giudiziaria, una preventiva
azione di consulenza alle scuole nella
ricognizione e nella individuazione degli
interventi necessari al compiuto adeguamento dei
locali alle norme sulla sicurezza, che dovrebbe
risultare propedeutica e proceduralmente
pregiudiziale a qualsiasi successiva azione
sanzionatoria.
Paradossalmente, infatti, nella maggior parte dei
casi, la contestazione delle carenze strutturali
e/o funzionali da parte degli organi preposti alla
vigilanza, è avvenuta proprio a seguito di
interventi sollecitati, a titolo consultivo, dagli
stessi Dirigenti Scolastici.
Saremmo degli ingenui se ritenessimo facile ed
immediato un percorso normativo mirato a
differenziare, in materia di sicurezza, la
posizione delle scuole e il conseguente regime
delle responsabilità del Dirigente Scolastico.
Però è un cammino che intendiamo urgentemente
intraprendere, magari cogliendo l'occasione
dell'avvio in Parlamento della discussione del
disegno di legge, recentemente approvato dal
Consiglio dei Ministri, di delega al Governo in
materia di semplificazione normativa, di cui le
Confederazioni CGIL CISL UIL hanno chiesto
lo stralcio delle norme concernenti la salute e la
sicurezza sul lavoro.
Per tornare alla vicenda della Collega milanese,
condividiamo i vari interventi proposti dal
Coordinamento dei Dirigenti Scolastici CGIL
CISL e, a testimonianza della solidarietà già
manifestata, ci rendiamo personalmente
disponibili, naturalmente ove richiesto e previa
intesa, ad essere presenti ad una delle iniziative
programmate.
Ci permettiamo, tuttavia, di segnalare tra le
priorità dell'Agenda sindacale, la sollecitazione
dell'avvio della contrattazione integrativa a
livello regionale sull'applicazione del decreto
legislativo n. 626/1994 (come modificato dal
successivo decreto legislativo n. 242/96), così
come disposto dall'art. 7, comma 2, seconda
alinea, lett. d), del CCNL dei Dirigenti
Scolastici 1° marzo 2002.
L'apertura di questo tavolo negoziale, al di là
delle scelte di merito, potrebbe fare da cassa di
risonanza e contribuire così a dare ulteriore
rilievo a quella "mobilitazione di massa
fra tutti i colleghi sulla questione della
sicurezza nelle scuole" da voi
opportunamente proposta.
Roma, 9 gennaio 2003
Il Coordinatore Nazionale
Dirigenti Scolastici CISL Scuola
Mario Guglietti |