NEWS
LA
SCUOLA PUBBLICA E' INSOSTITUIBILE
L’ISTRUZIONE E’ IL MOTORE DELLO SVILUPPO
Il sistema scolastico nazionale ha contribuito più
di ogni altro alla costruzione di una Patria unita. La
sua insostituibile funzione va rafforzata
Il Capo dello Stato all'inaugurazione
dell'anno scolastico al Vittoriano
Il testo integrale del discorso
Care ragazze e cari ragazzi,
Buon anno scolastico a tutti voi, ai vostri insegnanti,
alle vostre famiglie. Ci ritroviamo per la terza volta
su questa straordinaria terrazza di Roma, della nostra
capitale, su un monumento che sta diventando uno dei
punti centrali dell'incontro di ogni italiano con la
città eterna.
La riscoperta del Vittoriano è legata a questo
appuntamento con voi, ormai tradizionale. Insieme
riaprimmo ai cittadini questo storico monumento tre anni
fa, dando inizio a una consuetudine annuale di
riflessione sul futuro della nostra scuola e, dunque,
della nostra Nazione, degli italiani, in Patria e
all'estero.
E voglio rivolgere subito un saluto e un augurio alle
scuole italiane nel mondo; a quelle che ho visitato, da
Montevideo a Buenos Aires e Rosario, da Pola e Fiume a
Bratislava e a tutte quelle che non ho ancora potuto
visitare.
Esse svolgono un lavoro di grande valore per tutti noi.
Non solo tengono vivo in tanti Paesi il legame delle
comunità di origine italiana con la lingua e la cultura
della madre Patria, ma rispondono anche al bisogno di
conoscenza che dell'Italia c'è tra gli altri popoli.
Un anno fa, ci ritrovammo qui pochi giorni dopo la
tragedia dell'11 settembre. Quel giorno nessuno di noi
potrà mai dimenticarlo.
E' stato un duro, drammatico richiamo al pericolo che
incombe su tutti noi per la presenza nel mondo di forze
che cercano di prevalere predicando l'odio, praticando
la violenza.
La consapevolezza della gravità del pericolo del
terrorismo ci rende ancor più impegnati nel compito di
far affermare nelle coscienze dei giovani quei valori
dello spirito che sono l'essenza costitutiva della
natura umana, la base della convivenza civile,
dell'incontro e del dialogo fra culture diverse.
L'istruzione è il motore dello sviluppo; deve
assicurare processi formativi innovativi che offrano al
mondo del lavoro, insieme alle figure tradizionali, le
nuove professionalità richieste nella società di oggi,
nel solco della nostra grande tradizione umanistica.
Occorre continuare nel lavoro da anni avviato per
favorire l'aggiornamento della scuola, secondo quei
principi di garanzia del diritto all'istruzione e
all'equità sociale che sono propri della sua funzione
pubblica.
Il sistema scolastico nazionale ha contribuito più di
ogni altro alla costruzione di una Patria unita, alla
educazione e alla formazione di cittadini consapevoli,
al miglioramento di noi italiani.
La sua insostituibile funzione va rafforzata in un
momento storico caratterizzato dall'arrivo in Europa di
tanti lavoratori stranieri, che portano con loro altre
lingue, culture, religioni, e che hanno la necessità
della scuola come luogo che li faccia divenire
partecipi, attraverso i loro figli, dei principi e dei
valori della nostra civiltà basata sul dialogo e sulla
consapevolezza dei diritti e dei doveri.
Lo studio della storia, della filosofia, della scienza,
della letteratura, dell'arte, é strumento fondamentale
dell'educazione civica. Questo è il senso più profondo
dell'insegnamento della cultura classica, della civiltà
cristiana, dell'umanesimo, della filosofia e delle
letterature europee.
Prendete familiarità con i classici della nostra
cultura! Leggete Dante e Leopardi; approfondite la
storia della nostra indipendenza nazionale, del nostro
glorioso Risorgimento, la sua continuità ideale con la
Resistenza, con la democrazia costruita con la
Repubblica e la sua Costituzione.
E' importante che, per decisione del Ministro Moratti,
questa giornata di inaugurazione dell'anno di studi sia
dedicata alla solidarietà. L'impegno contro
l'esclusione sociale deve essere rafforzato. E' bene che
il nostro sistema scolastico si interroghi e trovi
risposte sull'abbandono del percorso formativo da parte
di un numero troppo elevato di ragazze e ragazzi. La
scuola italiana può e deve riconquistarli
all'istruzione, alla formazione.
Voglio ora leggervi un passo di una lettera che mi ha
colpito. E' la lettera dei ragazzi del carcere minorile
di Nisida. Sono andato a trovarli poche settimane fa.
Mi hanno accolto con queste parole: "Qui a Nisida
è vero che ci manca la libertà - e la libertà è
tutto - ma ci offrono la scuola, i corsi di formazione
professionale e tante altre cose. In poche parole ci
insegnano a vivere bene e onestamente".
E così continuavano: "Se noi avessimo avuto prima
tutte queste attenzioni e soprattutto la cura che per
noi dimostrano gli educatori e gli insegnanti
dell'Istituto, non diciamo che ci saremmo salvati tutti,
ma una buona parte di noi ne sarebbe uscita
vincente". Queste parole che ho voluto citarvi ci
aiutano a pesare bene il valore che hanno per la società
la scuola, lo studio, la formazione.
Proponetevi di avviare in ogni città d'Italia, con il
vostro entusiasmo, iniziative concrete per ridurre
l'esclusione sociale, coinvolgendo soprattutto le scuole
dei quartieri disagiati. E coinvolgere significa avere
un animo e una mente aperti al dialogo, disponibili a
comprendere esigenze, aspirazioni, condizioni, stati
d'animo degli altri, disponibili ad aprirsi agli altri.
L'altro tema su cui impegnarsi è la cittadinanza
europea. La formazione di un senso di appartenenza
all'Europa e alle sue istituzioni non sostituisce la
cittadinanza nazionale ma ne è naturale sviluppo;
rafforza il richiamo ai doveri della cittadinanza e la
tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini nelle
singole realtà nazionali.
L'Europa, cari ragazze e ragazzi, è la vostra
avventura. E' un'avventura di vita e di ideali, di
conoscenza e di comportamenti.
E' importante che vi teniate informati sul lavoro di
costruzione delle istituzioni europee, che cominciate a
conoscerne finalità e funzionamento.
Ma per voi è altrettanto importante studiare altre
lingue oltre all'italiano e imparare a usarle; avere
consapevolezza, pur sommaria, del pensiero e delle
espressioni culturali delle altre nazioni d'Europa;
conoscere il mondo; parlare con i vostri coetanei. Ci
vogliono nuove iniziative, come l'"Erasmus",
anche per le scuole superiori e per le scuole medie. Così
si costruisce la comune identità del futuro e si va
incontro alla vostra domanda di esperienza.
Le donne e gli uomini che, quasi sessant'anni fa,
scrissero la Costituzione repubblicana e sognarono
l'Unione Europea crearono le basi per legare cittadini e
istituzioni in un patto utile e positivo.
Da una parte la Repubblica si prende cura dei suoi
cittadini. Si impegna - sono parole della Costituzione -
a "rimuovere gli ostacoli di ordine economico che,
limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona
umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all'organizzazione politica, economica e sociale del
Paese"; si impegna a promuovere le condizioni che
consentono a ciascuno di scegliere "l'attività o
la funzione che concorra al progresso materiale o
spirituale della società".
Dall'altra parte, la Repubblica ha bisogno di cittadini
istruiti, che si prendano cura delle istituzioni
nazionali ed europee.
La scuola è il luogo fondamentale per realizzare tutto
questo e dunque deve essere "aperta a tutti";
e i "capaci e meritevoli, anche se privi di
mezzi" debbono poter, è ancora la Costituzione,
"accedere ai gradi più alti dell'istruzione".
Ho fatto distribuire a ciascuno di voi una copia della
nostra Costituzione. Leggetela, discutetene tra voi. E'
un testo bello e moderno. Vi raccomando in particolare
la lettura attenta dei primi dodici articoli: affermano
i principi fondamentali, i diritti inviolabili dell'uomo
come singolo e come partecipe della società.
La democrazia italiana si fonda sull'amor di Patria, sul
lavoro, sui diritti e sui doveri dell'uomo, sull'identità
di una Nazione che ha nella promozione della cultura,
nella difesa del territorio e del patrimonio artistico
le sue secolari radici.
Voglio salutarvi richiamando il dodicesimo articolo, con
il quale si chiude la parte introduttiva della
Costituzione repubblicana: è dedicato alla nostra
bandiera, al tricolore. Il tricolore racchiude in sé la
nostra identità, la nostra libertà, la nostra unità
nazionale, i valori tutti che abbiamo ereditato e che
gelosamente custodiamo. E' il simbolo di quanto più
prezioso abbiamo.
Viva l'Italia!
Roma, 18 settembre
2002
|