L’anonimo
cigiellino
Fonte:
sito web Apef - 3
marzo 2003
Evidentemente
abbiamo fatto centro. Non si spiega diversamente
il più che evidente nervosismo che serpeggia
nelle file di (quasi) tutto il sindacalismo
scolastico da quando abbiamo firmato il protocollo
d’intesa con la nuova Anp. Sui siti sindacali si
susseguono note e commenti dai toni più
disparati, ma tutti con la manifesta intenzione di
spiegare agli insegnanti quanto sia pericolosa,
brutta e cattiva (e magari, monicellianamente
parlando, anche sporca) la nuova via imboccata
dall’ Apef in accordo con l’Anp.
Ma
una nota, in particolare, ci ha colpito per la sua
stizza, per la frettolosità delle argomentazioni
(e, talvolta, anche della sintassi), per il
bisogno trasparente di demonizzare, di usare
sottintesi, di far dire agli altri quello che non
dicono, ecc. E’
comparsa il 28 febbraio, ad opera di
anonimo, sul sito Cgil. Ad essa diamo
qualche risposta nelle parti che abbisognano di
chiarimento (perchè, appunto, oscure
nell’argomentazione). Per le altre i colleghi
sapranno farsi un’idea precisa pur senza il
nostro intervento.
Ci
accusa dunque l’anonimo cigiellino, di:
1)
aver fatto passi indietro rispetto alla nostra
impostazione originaria
2)
non chiedere “salari” europei
3)
chiedere “carriere” e, contemporaneamente,
attaccare “gli articoli del contratto che
intendono rinnovare”
4)
appiattirci sul Governo, “chiedendo” anziché
“rivendicando”, e “tuffarci” negli anni
’50.
Vediamo
di fare un po’ di luce, non prima, però, di
aver reso noto (che volete, con questi è
indispensabile mettere le mani avanti), che
parliamo per noi (Apef) e non per l’Anp, che non
ha bisogno, certamente, di tutori.
1)
ebbene si, gentile anonimo cigiellino, abbiamo
fatto un passo indietro. Non avremmo pensato che
gli Insegnanti italiani avessero ad un certo punto
bisogno dell’intervento dell’Associazione
Dirigenti per raggiungere certi risultati. Ma la
storia sindacale degli ultimi anni ci ha tolto
l’ultima speranza. Nessuna delle Organizzazioni
che oggi vantano il requisito di rappresentatività
si muove sul versante della professionalizzazione
del corpo docente, tutte essendo impregnate di
vetero egualitarismo impiegatizio. Tutte
interessate a mantenere i loro
apparati; tutte, loro si, tutte,
spasmodicamente protese alla ricerca del
mantenimento dello status quo attraverso la
connivenza di pezzi dell’amministrazione.
E
allora abbiamo deciso di trovare alleati, anche
esterni alla categoria, per chiedere un contratto
separato per gli insegnanti e un sistema di
diversificazioni e di carriere.
Parafrasando
un testo che il nostro certamente conosce,
abbiamo fatto un passo indietro. Per farne due
avanti.
2)
è vero, astuto cigiellino, non abbiamo chiesto
“salari” europei. Né mai lo faremo. Per il
semplice motivo che, quando sarà tempo e luogo, e
non certo nell’ambito di una lettera il cui
obiettivo è quello di spiegare una situazione,
non certo quello di stilare una piattaforma
rivendicativa, noi chiederemo “stipendi”
europei.
Capisco
che la risposta,
d’emblèe, non la convinca troppo, ma se
è disposto ad uno sforzo sovrumano (per lei,
dico) per astrarsi dal suo linguaggio tardo
operista, forse capirà cosa intendiamo.
3)
e quali sarebbero gli articoli “innovativi”
del contratto, quello sul concorsaccio? quello
sulle “funzioni obiettivo”? Se
a questi lei si riferisce, le ricorderò il
Principe de Curtis:
Ma mi faccia il
piacere!
4)
infine, gentile anonimo, capisco che sia tipico
del suo metro logico-culturale ritenere che il
manifesto fondativo di una esperienza associativa
debba per forza contenere l’individuazione del
“nemico”, di classe o politico che sia.
E che se non ci sono attacchi virulenti (
rafforzati magari dalla tradizionale
“rivendicazione”) contro il nemico, lei ne
deduce l’appiattimento sullo stesso, in questo
caso se ho ben capito, il Ministro Moratti. Nulla
di strano. Una modalità sindacale del genere, un
tantinello stantia, direi (questa si, da anni
’50), ancora sussiste. La sua Cgil,
i Cobas, l’odierna gilda e
pochi altri, ne siete residua
testimonianza. L’ideologismo ancora cova, qua e
là, nonostante il procedere dei tempi e della
storia. Solo che, vede, a noi strillare piace
poco. E’ faticoso, e quindi ne facciamo uso
limitatissimo. Centellinato. Lo riserviamo ai
momenti cruciali. Per esempio per mandare
all’aria norme come quelle del concorsaccio.
Diversamente
da chi, invece, è abituato (facendo politica, più
che sindacato)a starnazzare
quando governano gli altri, e a limitarsi a
mugugnare, o addirittura tacere quando è la parte
amica a decidere.
Se
ne ha a male se le ricordo i tagli delle
finanziarie dal ‘97 al 2000? O la legge 62 del
2000 che dà il via ai finanziamenti della
scuola privata ? Ha dimenticato chi ha concesso la
Dirigenza e l’area contrattuale specifica ai
Presidi? E, soprattutto, si ricorda chi era al
governo e chi ha firmato il contratto che ha
allontanato enormemente gli stipendi degli
insegnanti italiani da quelli europei col
passaggio degli scatti di anzianità a due a sei
anni? Quanti scioperi ha indetto la sua
organizzazione all’epoca?
E’
tutto, anonimo cigiellino. Almeno per il momento.
Sappia, in ogni caso, che noi a lei ci teniamo,
anche se ci dipinge quasi come la peste del
millennio. Perché, seppure involontariamente, ci
consente di capire quel che non dobbiamo
dire e fare. E dunque ci indica, in un certo qual
modo, barlumi di verità. E’ Eraclito, come lei
certamente ricorderà. E’ Hegel.
Con
viva cordialità,
Sandro
Gigliotti
P.S.
Avrà notato che ho evitato di risponderle sul
tema “moraleggiante” degli esoneri. Il
moralismo è sempre stata l’estrema risorsa di
chi non ha altri argomenti. Non è dunque la mia.
Però,
se insiste….
SG
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