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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

 

 

CONTRATTO SCUOLA NELLA LOGICA DELLA CONSERVAZIONE:

aumenti a pioggia e nessun riconoscimento della professionalità

COMUNICATO STAMPA

Fonte: sito web APEF – 17 maggio 2003

            Lo avevamo previsto. Dopo la lettura delle piattaforme contrattuali dei sindacati rappresentativi,* eravamo stati facili profeti a prevedere che nulla avrebbe potuto un Atto di indirizzo del Governo, che pure raccomandava la necessità di un riconoscimento della professionalità docente in termini di individuazione di funzioni più complesse e di carriera, necessarie all’attuazione della Riforma.

         Analoga situazione si era verificata con il contratto del ’98. Ora, oltre all’aggravante che sono passati quattro anni, l’Autonomia nelle Scuole è avviata da tre e la Riforma degli Ordinamenti è stata approvata, c’è pure un Governo che nei suoi programmi elettorali aveva fatto del riconoscimento e della valorizzazione professionale degli insegnanti un elemento qualificante che aveva fatto ben sperare almeno la parte più avvertita della categoria.  Niente di fatto, nemmeno questa volta. Per la professionalità docente, solo la riverniciatura nominalistica delle Funzioni Obiettivo ribattezzate Funzioni strumentali all’offerta formativa, sempre scelte con l’improprio metodo dell’elettività.

         E’ evidente che si doveva chiudere prima delle elezioni, ne hanno interesse tutti.

Ma il rimando all’ennesima commissione MIUR-ARAN-OOSS, una costante di quasi tutti i contratti precedenti, che valuti la possibilità, qualora ci siano i fondi,  di istituire meccanismi di carriera, ci lascia totalmente indifferenti.  Per due motivi: il primo è che nessuna di queste commissioni post-contratto, ha poi mai prodotto nulla. E’ solo un blando anestetico per tacitare gli scontenti e un alibi per ARAN e Ministero. Il secondo motivo è che i soggetti sono gli stessi e se avessero voluto veramente fare di questo un contratto innovativo, che fosse aderente alle Riforme in atto, modificando necessariamente gli assetti del lavoro professionale degli insegnanti che devono attuarle, hanno avuto sette mesi di tempo per farlo..

         E’ evidente che i tempi supplementari sono scaduti.

         Ci dispiace per gli incoraggiamenti del Ministro Moratti, ma questo contratto ripropone la solita immagine sdrucita dell’insegnante-impiegato in una scuola che si vuole mantenere ancora come luogo esclusivamente della “democrazia partecipata” e sindacalizzata anziché come il luogo della professionalità autogestita e responsabile.. Prova ne è anche il fallito tentativo di ridimensionamento delle prerogative delle RSU.

          Certo la parte economica non è irrilevante, soprattutto se confrontata con il resto del  Pubblico Impiego ma, nel solco  di quanto detto sopra, è distribuita a pioggia.

         Ci dispiace Signor Ministro, siamo scoraggiati e molto.

L’APEF pertanto chiede nuovamente e con forza al Governo e al Parlamento di sottrarre il destino giuridico, normativo e professionale della categoria docente da una contrattualizzazione ingessata e di riappropriarsi in tal senso delle sue prerogative legislative.

         Diversamente, siamo più che certi che nessuna Riforma del sistema Istruzione potrà mai avere gli strumenti necessari per una sua positiva  e compiuta realizzazione.

Roma  17 Maggio 2003                                                     

                                                                                        Per l’ A.P.E.F.  il presidente, Paola Tonna

 

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