ANVI
Associazione
Nazionale Vicari Italiani
Il
collaboratore vicario, un professionista
Le
alte professionalita’ docenti nella riforma
della scuola
Fonte:
sito web ANVI - 23
marzo 2003
In
un momento storico caratterizzato da profondi
mutamenti strutturali e normativi
dell’amministrazione pubblica in generale e di
quella scolastica in particolare, lo sviluppo del
processo dell’autonomia, la ricca e
diversificata capacità organizzativa –
progettuale delle scuole e l’articolazione
sempre più complessa dei vari Istituti hanno
richiesto e visto svilupparsi, accanto al
Dirigente scolastico, la figura del Vicario, al
quale sono stati attribuiti compiti sempre
maggiori e di più grande responsabilità, sia in
presenza che in sostituzione del Capo
d’Istituto, senza peraltro alcun riconoscimento
giuridico ed economico.
La mancata definizione del ruolo del collaboratore
vicario è in contrasto con il quadro legislativo
ed il contesto di riferimento di cui all’art.21
della L.15 marzo 1997 n.59, che prevedeva il
conferimento della qualifica dirigenziale e
l’acquisto della personalità giuridica e
dell’autonomia delle scuole contestualmente
all’individuazione di nuove figure professionali
del personale docente. Anche l’attuale Riforma
della scuola italiana, ribadisce, in coerenza con
il predetto quadro normativo, la necessità
dell’istituzione di figure di sistema e tra
queste quella di gestione, organizzazione e
coordinamento didattico.
Occorre, tuttavia, porsi alcuni interrogativi, ai
quali necessariamente dare delle immediate e
chiare risposte :
- Quali funzioni ?
- Quali doveri e responsabilità ?
- Quali criteri e modalità di scelta individuare
per il collaboratore vicario?
Il
legislatore ha dato una risposta solo ad una delle
domande. Infatti, attualmente, le funzioni e i
doveri del collaboratore vicario non sono indicati
se non sommariamente. A tutti è nota la anomalia
che scaturisce dall’affidamento di funzioni
vicarie di tipo dirigenziale ad un soggetto
(docente) che istituzionalmente e giuridicamente
non ha in sé attribuzioni tali da conferirgli in
"re" una equiparazione nelle funzioni al
soggetto di cui dovrebbe fare le veci ( il
dirigente ).
Paradossalmente, non sarebbe scorretto, dunque
affermare che attenendosi all’ordinamento
vigente, le funzioni dirigenziali e le
attribuzioni ad essa correlate e connesse non
costituiscono materia di dovere o di obbligo per
il vicario, e come tali, pertanto, non potrebbero
neppure essere richieste o pretese da alcuno. Si
potrebbero, ragionando sempre in questi termini,
verificare situazioni nella quali il Dirigente
Scolastico si verrebbe a trovare senza
collaboratori e senza nessuno a cui attribuire le
funzioni vicarie, situazione difficilissima, ma
ipotizzabile.
Quindi,
è quanto mai opportuno ed urgente che il
legislatore intervenga in questa situazione,
sollevando una intera categoria professionale
dalla quotidiana incertezza nella quale versa
attualmente, che deprime l’entusiasmo,
squalifica la professionalità e a lungo andare
corrode la fiducia stessa nelle istituzioni.
Infatti, la scuola dell’autonomia, ha la
necessità di prevedere un’articolazione di
professionalità organizzate e strutturate,
inserite stabilmente nel sistema, tra cui il
vicario è senza dubbio la più articolata e
complessa, non solo con riguardo ai compiti ed
alle funzioni da attribuire, che in coerenza con
la riforma della scuola italiana, dovrebbero
essere principalmente di natura organizzativa,
gestionale e di coordinamento didattico,
competenze che, non sempre, sono riconoscibili e
riconducibili alla maggior parte dei docenti, ma,
anche e soprattutto, allo stato attuale, di
difficile riconoscimento giuridico.
L’attuale
contratto del personale docente della scuola,
sembra ignorare del tutto tale figura,
assimilandola al massimo, per la parte economica,
alle cosiddette FUNZIONI OBIETTIVO, che hanno
scopi e svolgono attività diverse da quelle del
Vicario, creando addirittura un problema di
contrasto giuridico tra le predette Funzioni
Obiettivo, il cui incarico viene affidato dal
Collegio dei Docenti, e quella del Collaboratore
Vicario che, al contrario, è nominata dal
Dirigente in virtù di una sua scelta personale e
fiduciaria . Nessun accenno, inoltre, a tale
figura, è previsto nel contratto della Dirigenza
scolastica.
E’,
pertanto, auspicabile,che in un futuro immediato
venga presa in seria considerazione
l’istituzione della figura del VICARIO o
VICE-DIRIGENTE con un profilo professionale
proprio corrispondente ad STATUS giuridico nonché
delle funzioni e dei compiti ben definiti,
l’esonero dall’insegnamento, un orario di
servizio consono ai compiti da svolgere.
L’istituzione di tale figura, oltre che
funzionale all’articolazione della nuova scuola
dell’autonomia, inserita nel più ampio contesto
di un rinnovamento di tutta la Pubblica
Amministrazione, sarebbe un riconoscimento
dell’ingente e silenzioso lavoro che molti
docenti vicari da anni,
"volontariamente", hanno svolto
sostenendo e favorendo la necessità e la
correttezza dei processi di rinnovamento in corso.
Inoltre, un altro problema fortemente collegato a
quello dei collaboratori vicari, è certamente il
reclutamento dei nuovi dirigenti delle scuole che
è divenuto ormai urgente, visto le sempre più
numerose presidenze attribuite agli incaricati; le
modalità attuative degli attuali concorsi
meritano un’attenzione particolare ed un serio e
concreto ripensamento, in quanto coloro i quali
saranno preposti allo svolgimento di funzioni
dirigenziali devono necessariamente essere persone
preparate con idonee competenze e adeguate capacità
comunicative e relazionali, organizzative e
gestionali, in modo da poter agire efficacemente
nel contesto di una scuola rinnovata e riformata.
Partendo
da tali premesse e considerazioni il 27 maggio del
2002 a Roma si è costituita l'"Associazione
Nazionale Collaboratori Vicari" dei Dirigenti
scolastici, ovvero sotto la sigla " A.N.VI."
. L’A.N.VI. è la trasformazione in soggetto
giuridico del COORDINAMENTO NAZIONALE VICARI,
organismo nato spontaneamente da un gruppo di
collaboratori vicari della Toscana e del Lazio, ma
rapidamente estesosi a tutto il territorio
nazionale. Alla associazione possono aderire, in
qualità di soci, tutti i collaboratori vicari,
siano essi in servizio che in quiescenza, nonché
gli attuali Presidi incaricati ed i docenti che in
precedenza abbiano ricoperto il ruolo di vicari.
Le finalità e gli obiettivi che l’A.n.vi.,
quale organismo professionale e sindacale,
indipendente e senza alcun carattere politico, si
prefigge sono molteplici:
- La rappresentanza, la tutela degli interessi e
il prestigio dei collaboratori vicari
migliorandone la professionalità e la funzionalità
del servizio;
- La promozione dell’istituzione di un ruolo
professionale dei collaboratori vicari
individuandone compiti gestionali e organizzativi
propri;
- la promozione, la progettazione ed
l’organizzazione della formazione dei
collaboratori vicari.
A
tale proposito, riconoscendosi tra le alte
professionalità docenti della scuola, anzi la
prima e quella di più facile realizzazione poiché
di fatto già esistente e ben delineata, di
recente l’ANVI ha siglato un protocollo
d’intesa con l’Anp con l’obiettivo di
collaborare alla realizzazione di un nuovo modello
di scuola che promuova e garantisca, oltre la
qualità. le diverse responsabilità e specificità
della professione docente.
Per una migliore riuscita di questa operazione, da
parte dell’amministrazione scolastica, è
necessario che si pongano in essere adeguate
iniziative di formazione dei collaboratori vicari
del dirigente scolastico su tematiche specifiche
rivolte all’acquisizione di competenze di tipo
gestionale, organizzativo, amministrativo e
relazionale – comunicativo, di coordinamento
didattico, nella convinzione che l’esperienza
acquisita sul campo sia certo molto importante, ma
non sufficiente per affrontare le trasformazioni
che sono avvenute e avverranno nella scuola, in
quanto è determinante costruirsi una
professionalità attraverso una formazione
specifica, affinché la individuazione del vicario
basandosi su premesse culturali, esperenziali e
professionali, dovrà necessariamente essere il
riconoscimento di competenze tecniche acquisite.
Anzi nel futuro, che si spera prossimo,
l’accesso alla dirigenza scolastica, superate le
vecchie modalità di reclutamento concorsuali,
avvenga attraverso la vicedirigenza alla quale si
dovrebbe accedere con il superamento di un
corso-concorso per titoli ed esami nel quale
vengano privilegiati alcuni elementi quali :
§ INDIVIDUAZIONE DELLE CAPACITA’ ORGANIZZATIVE,
GESTIONALI, RELAZIONALI, COMUNICATIVE, MANAGERIALI
§ ESPERIENZA MATURATA NEL SETTORE
§ FORMAZIONE SPECIFICA ( CORSI DI PERFEZIONAMENTO
E MASTER UNIVERSITARI ECC.)
La permanenza nel ruolo di vicedirigente per un
periodo di tre-cinque anni per poi su libera
scelta poter proseguire la carriera divenendo
dirigente a tutti gli effetti . Tale periodo di
permanenza nel ruolo di vicedirigente
costituirebbe, un periodo di tirocinio sufficiente
e necessario per lo svolgimento delle successive
ed autonome funzioni dirigenziali.
Prof. Avv. Flavia De
Vincenzi
Presidente Nazionale A.N.VI.
ANVInazionale@libero.it
- http://digilander.libero.it/anvi_naz/
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