Il
“bluff” dell’autonomia scolastica.
Documento.
Fonte:
sito web FNADA - 5 febbraio
2003
AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
-ROMA
AL
PRESIDENTE DEL SENATO DELLA
REPUBBLICA
- ROMA
AL
PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
- ROMA
AL
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
- ROMA
AL
MINISTRO DELL’ISTRUZ. UNV. E RICERCA
ROMA
AL
PRESIDENTE DELLA CONF. DELLE REGIONI ROMA
AI
PRESIDENTI DELLE REGIONI
LORO SEDI
AL
PRESIDENTE DELL’U.P.I.
ROMA
ALL’ASS.NE
NAZ.LE DEI COMUNI ITALIANI
ROMA
AL
PRESIDENTE DELLA F.N.A.S.A.
ROMA
e p. c. AGLI
ORGANI DI INFORMAZIONE –
LORO SEDI
OGGETTO:
Il
“bluff” dell’autonomia scolastica.
Documento.
Si
rimette l’unito documento di denuncia per
opportuna conoscenza e per quanto di eventuale
competenza.
Distinti ossequi.
Lì,
5 febbraio ’03
IL
PRESIDENTE
(Giorgio GERMANI)
“Il
bluff dell’autonomia scolastica, il rischio di
una restaurazione centralistica,
l’esigenza
di una forte iniziativa”
DOCUMENTO
DI DENUNCIA
Senza
potestà normativa, senza capacità impositiva,
senza poteri di reclutamento, senza competenze
effettive sui contenuti della didattica,
l’autonomia scolastica si sta rilevando
insignificante, un grande “ bluff”.
Se alla
mancanza di poteri si aggiungono i vincoli
procedurali e la progressiva riduzione di risorse
finanziarie e professionali, la situazione si
presenta in termini non propriamente ottimali per
usare un eufemismo.
Non
ci sono i poteri e scarseggiano le risorse ma nel
frattempo sono aumentate le funzioni
amministrative e le conseguenti responsabilità.
Gli adempimenti burocratici sono cresciuti a
dismisura per l’assenza di qualsiasi intervento
di semplificazione. Non sono ufficialmente noti i
risultati dell’apposita commissione ma corre
voce che la “montagna” abbia partorito il
“topolino”, nonostante l’apprezzabile
contributo d’autorevoli esponenti del miglior
associazionismo professionale e sindacale.
Ai
Dirigenti scolastici, ai Direttori SGA ed ai
servizi amministrativi si chiede di tutto e di più
in condizioni giuridiche, tecniche, operative e
finanziarie praticamente impossibili ed in un
contesto caratterizzato da una confusione che
nulla deve invidiare alla “mitica Babele”.
A semplice
titolo d’esempio ci troviamo:
Ø
Un sistema informatico inadeguato ed
obsoleto, che non assicura nemmeno gli adempimenti
necessari (770, dichiarazione IRAP, conguaglio
contributivo e fiscale, t.f.r.);
Ø
Procedure inutili e ripetitive in perenne
predisposizione, correzione, riesame (la
disciplina delle graduatorie è la più evidente
manifestazione dell’assurdo poiché riesce ad un
tempo a non garantire né la qualità delle
assunzioni né i legittimi interessi degli
aspiranti);
Ø
Norme contraddittorie ed incoerenti, che
anche i giuristi di professione interpretano con
qualche difficoltà, dove leggi e regolamenti
vengono ripetutamente violati da circolari, note
esplicative e note tecniche del gestore di
sistema. Per non dire delle reciproche invasioni
di campo tra interventi legislativi e disciplina
contrattuale del rapporto di lavoro, che rende
particolarmente incerto e precario lo status del
personale e la relativa gestione. Nella legge
finanziaria 2003 si è addirittura arrivati a
disciplinare il profilo professionale dei
Collaboratori scolastici e sono state stabilite
nuove norme sul personale inidoneo per motivi di
salute;
Ø
Un regolamento di contabilità assurdo ed
anacronistico che impone procedure inutili e
complesse per programmare e gestire pochi
“spiccioli” di cui è spesso incerta
l’assegnazione e l’erogazione, che non bastano
nemmeno per l’ordinaria amministrazione (altro
che Progetti e Piani dell’Offerta Formativa);
Ø
Assunzioni palesemente illegittime definite
con accordi sindacali decentrati in aperta
violazione d’accordi nazionali e di regolamenti.
Accordi che vengono puntualmente denunciati senza
che la denuncia serva a ripristinare condizioni di
formale e sostanziale legalità (vedi
Napoli…….. assunzioni Direttori sga supplenti
annuali),
Ø
Un’Istituzione scolastica con due
dirigenti dove la stessa denuncia del Collegio dei
Revisori non ha ancora determinato l’effetto di
rimozione della macroscopica anomalia (Firenze
Scuola Media Carducci-Città Pestalozzi);
Ø
Scuole della provincia di Pistoia che si
fanno rappresentare nei contenziosi da Dirigenti
Sindacali nemmeno dipendenti dalle scuole stesse;
Ø
Accordi sottoscritti in sede ARAN che
restano lettera morta (vedi la mancata
introduzione dei profili professionali di
Coordinatore Amministrativo e Coordinatore
tecnico);
Ø
Attività di direzione, docenza e supporto
in corsi abilitanti svoltisi nell’a.s. 2000/2001
non ancora remunerati per mancanza di
finanziamenti nel bilancio dello Stato;
Ø
Migliaia di posti di Dirigente scolastico e
Direttore sga scoperti per i quali non vengono
banditi i concorsi;
Ø
Convitti con scuole annesse obbligati ad
uno status istituzionale ed organizzativo che
prevede due organi di governo e due gestioni
economiche e patrimoniali separate;
Ø
Enti territoriali ed Uffici Scolastici
Regionali che intervengono sulle scuole per dettar
legge in violazione della legge (vedi vicende del
calendario scolastico nel Lazio e
dell’accoglienza in pre-scuola in Veneto);
Ø
Edifici scolastici inadeguati ed insicuri
dove i pericoli d’incolumità fisica incombono
drammaticamente su alunni ed operatori.
Sul
piano Istituzionale ed ordinamentale la situazione
non è certo migliore:
Ø
La legge di devoluzione annullerà
l’autonomia e sostituirà il centralismo
nazionale con quello regionale, disarticolando
l’unitarietà nazionale del sistema;
Ø
La legge di riforma degli ordinamenti
annullerà qualsiasi ambito d’autonomia
didattica. Incuranti di critiche e proposte di
modifica governo e maggioranza hanno blindato il
testo approvato dal Senato della Repubblica per
imporre soluzioni che destano perplessità
diffuse.
Dinanzi
a questo desolante scenario, che rappresenta la
giornaliera dannazione degli operatori, abbiamo il
dovere morale e professionale di una reazione
decisa che faccia sentire le ragioni della società
civile e quelle dei soggetti istituzionali e
professionali che non vogliono arrendersi alla
debacle di un servizio pubblico essenziale qual è
l’istruzione.
C’è
bisogno di un’iniziativa forte che mobiliti i
protagonisti ed i destinatari del servizio, per
invertire la tendenza ad una sostanziale
restaurazione del centralismo burocratico vecchio
(quello nazionale) e nuovo (quello regionale).
C’è
bisogno di una grande alleanza del sistema delle
autonomie e dei corpi sociali, per determinare i
decisori politici a cambiare radicalmente rotta,
restituendo alle autonomie territoriali e
funzionali ciò che loro spetta in ossequio al
dettato Costituzionale ed al principio di
sussidiarietà orizzontale.
Noi
crediamo nell’importanza e nel ruolo del
neo-costituito associazionismo istituzionale delle
scuole autonome e vorremmo che fosse questo
soggetto (Federazione Nazionale Associazioni
Scuole Autonome) ad assumere la bandiera di
un’iniziativa forte per riaffermare il valore e
l’autonomia scolastica contro ogni becero e
superato centralismo.
Lì
05 febbraio 2003
Il
Presidente ANQUAP
Giorgio
Germani
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