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A proposito di
sicurezza degli edifici scolastici
La posizione dell'Anp
Fonte:
sito web ANP - 7 novembre 2002
Nonostante le pressanti sollecitazioni
ricevute, l'Anp ha osservato fino ad oggi un riserbo,
che ha ritenuto doveroso, a proposito della tragedia che
ha colpito la scuola di San Giuliano di Puglia. Sono già
troppo numerosi coloro che, a caldo, si sono esercitati
sull'argomento, per lo più a caccia di responsabilità
altrui. Adesso che, trascorsa una settimana, è lecito
sperare che ci sia spazio per reazioni meno emotive,
ritiene però necessario formulare alcune considerazioni
sul tema della sicurezza degli edifici scolastici:
·
la sicurezza assoluta non esiste. Nella
migliore delle ipotesi, ogni azione di prevenzione si
basa sull'esperienza, e quindi sul passato. Non è in
grado di predire, né di scongiurare il futuro, se non
in quanto si presenti come replica. Di questo, che è un
ragionevole limite ad ogni agire umano, occorre tener
conto anche quando si parla di sicurezza a scuola;
·
la sicurezza non è divisibile. Essa
discende dalla contemporanea esistenza di molte
condizioni, parte delle quali discendono dalle strutture
fisiche (edifici, impianti) e parte dalle condizioni di
esercizio (utilizzo dei locali, segnaletica,
addestramento del personale e degli utenti, ecc.). Nel
momento attuale, le uniche norme oggetto di sanzione
sono quelle legate all'esercizio: ma ad uccidere, come
l'esperienza di San Giuliano ha dimostrato, è
soprattutto la carenza delle strutture;
·
la sicurezza non è un problema di carte.
Molti si sono impegnati in questi giorni a polemizzare
sul numero di scuole che non avrebbero elaborato il
documento sui rischi o non terrebbero con regolarità le
esercitazioni anti-panico. Non è nostra intenzione
prendere le difese di chi eventualmente sia venuto meno
a quel che la legge gli imponeva di fare: ma se un
edificio si affloscia su se stesso nel giro di pochi
secondi, bloccando ogni via di fuga, non ci sono
esercitazioni che tengano;
·
le esercitazioni e gli adempimenti di
natura formale sono come le cinture di sicurezza:
riducono i danni in caso di incidenti lievi, evitando
che si trasformino in tragedia. Ma, in presenza di
catastrofi, non servono a nulla. Il punto vero è che
gli edifici non devono crollare;
·
è ora di dire con chiarezza che la nostra
normativa sulla sicurezza è carente, non perché non
sia abbastanza prescrittiva, ma perché lo è troppo ed
in modo indifferenziato e quindi non in grado di
adeguarsi alle diversità esistenti. La normativa sulla
sicurezza nei luoghi di lavoro è la stessa nei cantieri
dell'Alta Velocità, nelle centrali nucleari e nelle
scuole dell'infanzia. Una palese assurdità, che era
evitabile, in quanto la legge 626 consentiva di emanare
norme applicative differenziate per le situazioni di
rischio moderato;
·
lo Stato, che da una parte non vuole
definire criteri di rischio differenziati, non ha però
i mezzi per finanziare tutti gli interventi che in
teoria dovrebbe fare. Si è così rifugiato in passato -
e prevedibilmente lo farà di nuovo alla prossima
scadenza del 2004 - in una serie di proroghe dei
termini. Così la sicurezza delle scuole continua a
restare fatta di carte;
·
un approccio più realistico dovrebbe
indurre a definire "norme" di livello diverso,
in modo da poter concentrare le risorse sulle situazioni
dove l'incolumità delle persone è veramente a rischio.
Invece, la nostra normativa mette sullo stesso piano
l'assenza della segnaletica interna e gli impianti
elettrici privi di messa a terra o i solai fatiscenti:
anzi, per i cartelli mancanti le sanzioni ci sono già,
mentre per le carenze statiche è "legale"
attendere, per ora, fino alla fine del 2004.
L'Anp ha, non da oggi, denunciato
quanto questo modo di definire la sicurezza e di
affrontarla sul piano operativo sia contraddittorio e,
purtroppo, pericoloso. Finora non è stata ascoltata. Di
fronte all'ennesima tragedia, vuole e deve portare
all'attenzione dell'opinione pubblica almeno due
considerazioni:
·
è già partita, e si sta sviluppando, una
campagna straordinaria di verifiche negli istituti
scolastici. Ben venga: a condizione che non si risolva
nell'ennesima raffica di multe per questioni formali,
come se questo puntellasse i soffitti. I dirigenti
scolastici non possono e non devono essere gli unici
chiamati a rispondere per la mancanza di una firma o di
un documento, in un contesto in cui la legge consente
che gli edifici staticamente non sicuri continuino ad
essere utilizzati fino a quando non ci saranno i fondi
per risanarli sul piano strutturale;
·
l'Anp aveva iniziato, già prima della
tragedia di San Giuliano, una serie di contatti con le
associazioni degli Enti locali per addivenire a
protocolli di intesa in vista di iniziative di
collaborazione sulle materie di comune interesse. Fra
queste, quella degli edifici scolastici è sicuramente
primaria. Ci ripromettiamo di sviluppare la questione
nei prossimi giorni, per definire - in tutti i casi in
cui sarà possibile - forme condivise di analisi dei
problemi della sicurezza nelle scuole. E per sicurezza,
almeno noi, non intendiamo quella fatta solo di carta.
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