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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

NEWS

A proposito di sicurezza degli edifici scolastici
La posizione dell'Anp

 Fonte: sito web ANP - 7 novembre 2002

Nonostante le pressanti sollecitazioni ricevute, l'Anp ha osservato fino ad oggi un riserbo, che ha ritenuto doveroso, a proposito della tragedia che ha colpito la scuola di San Giuliano di Puglia. Sono già troppo numerosi coloro che, a caldo, si sono esercitati sull'argomento, per lo più a caccia di responsabilità altrui. Adesso che, trascorsa una settimana, è lecito sperare che ci sia spazio per reazioni meno emotive, ritiene però necessario formulare alcune considerazioni sul tema della sicurezza degli edifici scolastici:

·         la sicurezza assoluta non esiste. Nella migliore delle ipotesi, ogni azione di prevenzione si basa sull'esperienza, e quindi sul passato. Non è in grado di predire, né di scongiurare il futuro, se non in quanto si presenti come replica. Di questo, che è un ragionevole limite ad ogni agire umano, occorre tener conto anche quando si parla di sicurezza a scuola;

·         la sicurezza non è divisibile. Essa discende dalla contemporanea esistenza di molte condizioni, parte delle quali discendono dalle strutture fisiche (edifici, impianti) e parte dalle condizioni di esercizio (utilizzo dei locali, segnaletica, addestramento del personale e degli utenti, ecc.). Nel momento attuale, le uniche norme oggetto di sanzione sono quelle legate all'esercizio: ma ad uccidere, come l'esperienza di San Giuliano ha dimostrato, è soprattutto la carenza delle strutture;

·         la sicurezza non è un problema di carte. Molti si sono impegnati in questi giorni a polemizzare sul numero di scuole che non avrebbero elaborato il documento sui rischi o non terrebbero con regolarità le esercitazioni anti-panico. Non è nostra intenzione prendere le difese di chi eventualmente sia venuto meno a quel che la legge gli imponeva di fare: ma se un edificio si affloscia su se stesso nel giro di pochi secondi, bloccando ogni via di fuga, non ci sono esercitazioni che tengano;

·         le esercitazioni e gli adempimenti di natura formale sono come le cinture di sicurezza: riducono i danni in caso di incidenti lievi, evitando che si trasformino in tragedia. Ma, in presenza di catastrofi, non servono a nulla. Il punto vero è che gli edifici non devono crollare;

·         è ora di dire con chiarezza che la nostra normativa sulla sicurezza è carente, non perché non sia abbastanza prescrittiva, ma perché lo è troppo ed in modo indifferenziato e quindi non in grado di adeguarsi alle diversità esistenti. La normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro è la stessa nei cantieri dell'Alta Velocità, nelle centrali nucleari e nelle scuole dell'infanzia. Una palese assurdità, che era evitabile, in quanto la legge 626 consentiva di emanare norme applicative differenziate per le situazioni di rischio moderato;

·         lo Stato, che da una parte non vuole definire criteri di rischio differenziati, non ha però i mezzi per finanziare tutti gli interventi che in teoria dovrebbe fare. Si è così rifugiato in passato - e prevedibilmente lo farà di nuovo alla prossima scadenza del 2004 - in una serie di proroghe dei termini. Così la sicurezza delle scuole continua a restare fatta di carte;

·         un approccio più realistico dovrebbe indurre a definire "norme" di livello diverso, in modo da poter concentrare le risorse sulle situazioni dove l'incolumità delle persone è veramente a rischio. Invece, la nostra normativa mette sullo stesso piano l'assenza della segnaletica interna e gli impianti elettrici privi di messa a terra o i solai fatiscenti: anzi, per i cartelli mancanti le sanzioni ci sono già, mentre per le carenze statiche è "legale" attendere, per ora, fino alla fine del 2004.

L'Anp ha, non da oggi, denunciato quanto questo modo di definire la sicurezza e di affrontarla sul piano operativo sia contraddittorio e, purtroppo, pericoloso. Finora non è stata ascoltata. Di fronte all'ennesima tragedia, vuole e deve portare all'attenzione dell'opinione pubblica almeno due considerazioni:

·         è già partita, e si sta sviluppando, una campagna straordinaria di verifiche negli istituti scolastici. Ben venga: a condizione che non si risolva nell'ennesima raffica di multe per questioni formali, come se questo puntellasse i soffitti. I dirigenti scolastici non possono e non devono essere gli unici chiamati a rispondere per la mancanza di una firma o di un documento, in un contesto in cui la legge consente che gli edifici staticamente non sicuri continuino ad essere utilizzati fino a quando non ci saranno i fondi per risanarli sul piano strutturale;

·         l'Anp aveva iniziato, già prima della tragedia di San Giuliano, una serie di contatti con le associazioni degli Enti locali per addivenire a protocolli di intesa in vista di iniziative di collaborazione sulle materie di comune interesse. Fra queste, quella degli edifici scolastici è sicuramente primaria. Ci ripromettiamo di sviluppare la questione nei prossimi giorni, per definire - in tutti i casi in cui sarà possibile - forme condivise di analisi dei problemi della sicurezza nelle scuole. E per sicurezza, almeno noi, non intendiamo quella fatta solo di carta.

 

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