Concorso
riservato
Esiti dell'incontro al MIUR
Fonte:
sito web ANP - 31 gennaio 2003
Si
è svolto stamattina il previsto confronto fra
l'Amministrazione - rappresentata dal dott. Zucaro
e dal dott. Pagliuso - e le organizzazioni
sindacali sulle diverse questioni tuttora aperte
in merito al corso concorso riservato per i
dirigenti delle scuole.
In apertura, il dott. Zucaro ha fatto il punto
della situazione. La riunione di oggi è stata
convocata per due motivi distinti, ma che entrambi
concorrono a rendere necessaria una parziale
revisione del bando:
·
la richiesta, avanzata da tutte le
organizzazioni sindacali, per una diversa modalità
di computo dei candidati che - dopo il superamento
dei colloqui - potranno essere ammessi ai corsi di
formazione. I sindacati hanno chiesto che la
maggiorazione del 10% venga calcolata sulla
disponibilità complessiva dei posti messi a
concorso (10% di 1500 = 150) e successivamente
attribuita alle sedi regionali in funzione del
fabbisogno. L'Amministrazione è favorevole ad
accogliere tale posizione, ma fa presente che ciò
richiede una riapertura dei termini, per
consentire a chi (sulla base del computo
regionale) avesse già presentato domanda di
partecipazione in una regione diversa dalla
propria, di rettificare la domanda stessa sulla
base della nuova determinazione dei posti;
·
la questione delle scuole di lingua
slovena, alle quali inizialmente non era stata
attribuita una specifica, separata dotazione. Il
problema - emerso in seguito ad una nota della
CGIL - deve essere sanato con una rettifica del
bando, che attribuisca ad esse una quota di posti
dedicati (due per la scuola di base e due per le
superiori), senza gravare esclusivamente sulle
scuole friulane di lingua italiana. I posti
necessari saranno prelevati sul contingente
generale e richiederanno quindi qualche ritocco
alle dotazioni di altre regioni. Questa esigenza -
che non è possibile ignorare, in quanto coinvolge
diritti costituzionalmente garantiti delle
minoranze linguistiche - basterebbe da sola a
rendere necessaria la rettifica del bando e la
conseguente, inevitabile, riapertura dei termini.
In conseguenza di ciò,
l'Amministrazione è orientata ad emettere un
nuovo decreto, che rechi in premessa le
motivazioni delle modifiche e che preveda:
·
riapertura dei termini per 30 giorni
dalla data della pubblicazione, per consentire a
tutti gli interessati di prendere atto delle
modifiche apportate alle tabelle delle dotazioni
regionali e di modificare eventualmente le domande
presentate. Chi decidesse di cambiare la regione
in cui desidera concorrere, dovrà
contestualmente, a pena di nullità, darne avviso
alla regione inizialmente prescelta;
·
i posti messi a concorso e
conferibili ai vincitori rimangono 1500. Ai corsi
potranno peraltro, secondo norma, essere ammessi
fino a 1650 candidati che abbiano superato il
colloquio (il 10% in più). Tale quota aggiuntiva
sarà ripartita solo fra le regioni che presentino
eccedenza di candidati rispetto ai posti
disponibili (secondo un criterio proporzionale
alla misura del deficit), e sarà riportata in una
apposita tabella allegata al decreto;
·
per il settore delle istituzioni
educative, per il quale sono stati posti a
concorso tre posti in tre regioni diverse, si pone
il problema di come computare il dieci per cento
di maggiorazione ai fini della frequenza dei
corsi. L'Amministrazione è orientata - fermi
restando i tre posti da assegnare ai futuri
vincitori - a calcolare tale percentuale
arrotondandola per eccesso ad una unità, che sarà
scomputata dai 150 posti complessivi ed attribuita
ad una delle tre regioni interessate
(probabilmente il Lazio) in funzione delle domande
presentate.
La riapertura dei termini porterà
di fatto con sé il maturare del requisito dei 180
giorni di servizio per l'anno scolastico in corso
e quindi la possibilità di presentare domanda per
gli aspiranti che si trovano al terzo anno di
incarico. Il numero dei potenziali interessati -
rilevati dall'Amministrazione - è ad oggi di 82
per la scuola di base e di 4 per la scuola
superiore. Questi numeri non comprendono i dati
del Friuli V.G., dell'Abruzzo e della Sardegna,
non ancora pervenuti; ma sembrano indicare come la
dimensione complessiva del fenomeno non sia molto
ampia.
In aggiunta, il dott. Pagliuso ha comunicato che
è stato registrato il decreto con cui i capi di
istituto in servizio - che non hanno potuto a suo
tempo completare, per legittimi impedimenti, la
frequenza del corso di formazione per l'accesso
alla dirigenza - sono ammessi a seguire i corsi di
formazione che saranno organizzati per lo
svolgimento del corso-concorso riservato. Per
quanto riguarda le domande di riammissione in
servizio presentate dai capi di istituto in
quiescenza - questione sollevata dall'Anp - se ne
stanno valutando le implicazioni, alla luce
dell'elevato numero di sedi dirigenziali che
rimarranno comunque vacanti, anche dopo
l'espletamento delle procedure di reclutamento.
L'Anp, nel prendere atto di quanto indicato
dall'Amministrazione, deve mantenere intatte le
riserve di fondo già più volte manifestate:
·
le attuali difficoltà - imputabili
alle scelte politiche complessive dell'autorità
di governo - discendono in primo luogo dal non
aver sbloccato il concorso ordinario, e sono state
aggravate dall'aver arbitrariamente fissato a 1500
i posti messi a concorso, ben al di sotto del 50%
dei posti calcolati secondo la norma;
·
l'attuale tensione intorno alla
riapertura dei termini non avrebbe avuto ragion
d'essere se l'emanazione del bando fosse avvenuta
tempestivamente, anziché nell'imminenza del
compimento dei 180 giorni
Ciò detto, l'Anp riconferma
apprezzamento per l'impegno dell'Amministrazione
per gestire nel modo più costruttivo una
situazione resa difficile dalle condizioni di
contesto e dai vincoli politici. Esprime anche un
giudizio positivo sul punto di equilibrio
provvisoriamente raggiunto, in quanto esso
consente:
·
di dare copertura quasi completa ai
1500 posti messi a concorso. La distribuzione
regionale del 10% sopra richiamato avrebbe portato
a nominare, al termine del concorso, non più di
1250 vincitori, escludendo dai corsi - in alcune
regioni - anche parte di coloro che avessero
superato il colloquio di ammissione;
·
di ridurre almeno alla metà il
numero di coloro che non troveranno posto fra i
1500 vincitori, pur tenendo conto
dell'allargamento della platea dei concorrenti;
·
di dare risposta positiva anche alle
aspettative dei "neo-triennalisti", che
la scadenza dei termini a meno di 40 giorni dal
compimento del servizio utile per partecipare
penalizzava in modo sostanzialmente ingiusto, al
di là del rispetto formale della norma.
Ha peraltro chiesto, in ciò
d'accordo con le altre sigle presenti, che venga
approfondita la questione del criterio di
ripartizione dei 150 posti, per cercare di
superarne le rigidità attuali, tenendo presente
che l'obiettivo di riferimento rimane quello di
coprire tutti i posti messi a concorso con
candidati in possesso dei requisiti e che abbiano
superato le prove richieste. Questa esigenza
richiede una verifica la più precisa possibile
del numero dei candidati e di coloro che
potrebbero presentare domanda in seguito alla
riapertura dei termini.
L'Amministrazione ha dichiarato di condividere lo
spirito della richiesta, ma si è riservata di
studiare le modalità più opportune per darvi
seguito, tenuto conto dei numerosi vincoli
normativi da cui la procedura concorsuale si trova
di fatto regolata ed irretita, e dopo una attenta
verifica delle domande già presentate e del
numero dei potenziali ulteriori candidati. Una
risposta sarà data prevedibilmente in coda al
prossimo incontro con le organizzazioni sindacali,
già programmato per lunedì 3 febbraio prossimo
per esaminare le questioni relative alla
valutazione.
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