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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

 

Definizione delle autonome aree della dirigenza
Secondo incontro all'Aran

Fonte: sito web ANP - 24 luglio 2002

Si è tenuto oggi presso l'Aran il secondo incontro per la definizione delle autonome aree contrattuali della dirigenza pubblica.
La convinzione della CIDA che l'Area I debba essere rivista nella sua composizione è stata, oggi, condivisa da tutte le altre Confederazioni.
Giorgio Rembado ha ben sintetizzato le ragioni che spingono in questa direzione:

1.        la Legge sul riordino della dirigenza, da una parte, che riguarda soltanto uno dei profili dirigenziali presenti nell'Area I;

2.        le difficoltà incontrate nella definizione e nell'applicazione del contratto dell'Area I, dall'altra.

La CIDA, come tutti sanno, ha da sempre contrastato la legge di riordino della dirigenza dello Stato perché con questa disposizione si rende tale dirigenza subalterna rispetto alle maggioranze politiche di turno. Proprio per questo si preoccupa di limitarne i danni sul piano contrattuale sia per i dirigenti dello Stato sia per gli altri dirigenti pubblici coinvolti.
Rembado ha, quindi, illustrato il nuovo modello di riaggregazione delle aree già proposto nella
riunione precedente. Si deve partire dal principio di mettere assieme funzioni omogenee ed affini, anche per valorizzare l'area delle autonomie funzionali. Dunque la scomposizione dell'Area I, da tutti condivisa, deve portare, tra l'altro. alla definizione di un'Area dirigenziale che accomuni tutti i dirigenti che si occupano di formazione (dirigenza dei settori della Formazione e della Ricerca, comprendente i dirigenti degli Istituti di Alta formazione e specializzazione artistica e musicale, degli Enti di ricerca e sperimentazione, del MIUR, delle Scuole e dell'Università). A tal proposito va anche ricordato che tra i dirigenti del MIUR figurano, in modo consistente, gli ispettori tecnici, la cui collocazione ha costituito per il passato un nodo irrisolto. E' questo il momento per scioglierlo.
L'Aran ha preso atto della richiesta delle Confederazioni e ha dichiarato l'intenzione di comunicare al Ministro della Funzione Pubblica quanto emerso dalla riunione odierna al fine di ottenere in risposta un indirizzo che avvalori la scomposizione e la diversa aggregazione delle attuali aree contrattuali dei dirigenti.
Con molta probabilità il prossimo incontro sarà calendarizzato non prima di settembre.


 

Testo del precedente comunicato del 18 luglio 2002


Definizione delle autonome aree della dirigenza
Primo incontro all'Aran

Si è tenuto, ieri 17 luglio 2002, il preannunciato incontro tra l'Aran e le Confederazioni rappresentative di tutte le aree dirigenziali per discutere l'ipotesi di accordo quadro per la definizione delle autonome aree della dirigenza per il quadriennio 2002-2005.
In apertura di riunione l'Aran ha presentato una sua proposta di stampo conservativo, in quanto si limita a riproporre la situazione attuale, salvo alcune variazioni di dettaglio, apportate in seguito a leggi intervenute, tra le quali le più significative sono:

1.        l'inserimento nell'Area III della dirigenza delle professioni sanitarie, introdotta con legge 251/2000

2.        l'inserimento nell'Area V della dirigenza del comparto delle Istituzioni di alta formazione e specializzazione (Legge 508/99 di riforma delle Accademie, degli Istituti superiori per le industrie artistiche, dei Conservatori di musica).

Diversamente da quanto richiesto da altre Confederazioni, che si sono limitate a dare un'approvazione di massima alla proposta dell'Aran e a chiedere qualche giorno per poterne approfondire il rapporto con la Legge di riordino della dirigenza, Giorgio Rembado, nella sua veste di presidente della CIDA, ha sostenuto la necessità di compiere uno sforzo di rilettura delle esigenze contrattuali dei dirigenti anche alla luce delle esperienze maturate nel corso della passata stagione negoziale, senza limitarsi ad una semplice fotocopia dell'esistente.
Le difficoltà intervenute nell'applicazione del contratto dell'Area I, dovute soprattutto alla presenza di profili dirigenziali eterogenei appartenenti a molti comparti, suggeriscono di procedere ad un ricompattamento delle Aree per settori affini. In modo particolare, Rembado ha proposto di prendere in considerazione le Aree I e V e di operare una scomposizione dei profili dirigenziali in esse esistenti ed una successiva ricomposizione che ripartisca diversamente, rispetto ad ora, i profili stessi all'interno delle due aree, in modo da avere in ciascuna una maggiore coerenza di sistema.
Il presidente della CIDA F.P. ha proposto, dunque, la seguente ripartizione:

1.        Area I (dirigenza dello Stato e del Parastato), comprendente i dirigenti dei Ministeri, ad esclusione del MIUR, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, delle Agenzie fiscali, degli Enti pubblici non economici e delle Amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo;

2.        Area V (dirigenza dei settori della Formazione e della Ricerca), comprendente i dirigenti degli Istituti di Alta formazione e specializzazione artistica e musicale, degli Enti di ricerca e sperimentazione, del MIUR, delle Scuole e dell'Università. Questa aggregazione, in particolare, colloca in un unico contratto tutta la dirigenza appartenente alle autonomie funzionali.

In tal modo in ciascuna delle due aree sarebbero presenti profili dirigenziali affini.
Le Confederazioni CGIL, CISL, UIL e CONFSAL hanno espresso la loro contrarietà all'ipotesi della CIDA, mentre le altre Confederazioni hanno manifestato il loro interesse per la proposta e la loro disponibilità ad approfondirla ulteriormente nei prossimi incontri.
Al termine dei lavori è stata fissata una nuova riunione per mercoledì 24 luglio 2002, alle ore 9,30.

 

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