Definizione
delle autonome aree della dirigenza
Secondo incontro all'Aran
Fonte: sito web ANP - 24 luglio 2002
Si è tenuto
oggi presso l'Aran il secondo incontro per la
definizione delle autonome aree contrattuali della
dirigenza pubblica.
La convinzione della CIDA che l'Area I debba
essere rivista nella sua composizione è stata,
oggi, condivisa da tutte le altre Confederazioni.
Giorgio Rembado ha ben sintetizzato le ragioni che
spingono in questa direzione:
1.
la Legge sul riordino della dirigenza, da
una parte, che riguarda soltanto uno dei profili
dirigenziali presenti nell'Area I;
2.
le difficoltà incontrate nella definizione
e nell'applicazione del contratto dell'Area I,
dall'altra.
La
CIDA, come tutti sanno, ha da sempre contrastato
la legge di riordino della dirigenza dello Stato
perché con questa disposizione si rende tale
dirigenza subalterna rispetto alle maggioranze
politiche di turno. Proprio per questo si
preoccupa di limitarne i danni sul piano
contrattuale sia per i dirigenti dello Stato sia
per gli altri dirigenti pubblici coinvolti.
Rembado ha, quindi, illustrato il nuovo modello di
riaggregazione delle aree già proposto nella riunione
precedente.
Si deve partire dal principio di mettere assieme
funzioni omogenee ed affini, anche per valorizzare
l'area delle autonomie funzionali. Dunque la
scomposizione dell'Area I, da tutti condivisa,
deve portare, tra l'altro. alla definizione di
un'Area dirigenziale che accomuni tutti i
dirigenti che si occupano di formazione (dirigenza
dei settori della Formazione e della Ricerca,
comprendente i dirigenti degli Istituti di Alta
formazione e specializzazione artistica e
musicale, degli Enti di ricerca e sperimentazione,
del MIUR, delle Scuole e dell'Università). A tal
proposito va anche ricordato che tra i dirigenti
del MIUR figurano, in modo consistente, gli
ispettori tecnici, la cui collocazione ha
costituito per il passato un nodo irrisolto. E'
questo il momento per scioglierlo.
L'Aran ha preso atto della richiesta delle
Confederazioni e ha dichiarato l'intenzione di
comunicare al Ministro della Funzione Pubblica
quanto emerso dalla riunione odierna al fine di
ottenere in risposta un indirizzo che avvalori la
scomposizione e la diversa aggregazione delle
attuali aree contrattuali dei dirigenti.
Con molta probabilità il prossimo incontro sarà
calendarizzato non prima di settembre.
Testo
del precedente comunicato del 18 luglio 2002
Definizione
delle autonome aree della dirigenza
Primo incontro all'Aran
Si
è tenuto, ieri 17 luglio 2002, il preannunciato
incontro
tra l'Aran e le Confederazioni rappresentative di
tutte le aree dirigenziali per discutere l'ipotesi
di accordo quadro per la definizione delle
autonome aree della dirigenza per il quadriennio
2002-2005.
In apertura di riunione l'Aran ha presentato una
sua proposta di stampo conservativo, in quanto si
limita a riproporre la situazione attuale, salvo
alcune variazioni di dettaglio, apportate in
seguito a leggi intervenute, tra le quali le più
significative sono:
1.
l'inserimento nell'Area III della dirigenza
delle professioni sanitarie, introdotta con legge
251/2000
2.
l'inserimento nell'Area V della dirigenza
del comparto delle Istituzioni di alta formazione
e specializzazione (Legge 508/99 di riforma delle
Accademie, degli Istituti superiori per le
industrie artistiche, dei Conservatori di musica).
Diversamente da
quanto richiesto da altre Confederazioni, che si
sono limitate a dare un'approvazione di massima
alla proposta dell'Aran e a chiedere qualche
giorno per poterne approfondire il rapporto con la
Legge di riordino della dirigenza, Giorgio Rembado,
nella sua veste di presidente della CIDA, ha
sostenuto la necessità di compiere uno sforzo di
rilettura delle esigenze contrattuali dei
dirigenti anche alla luce delle esperienze
maturate nel corso della passata stagione
negoziale, senza limitarsi ad una semplice
fotocopia dell'esistente.
Le difficoltà intervenute nell'applicazione del
contratto dell'Area I, dovute soprattutto alla
presenza di profili dirigenziali eterogenei
appartenenti a molti comparti, suggeriscono di
procedere ad un ricompattamento delle Aree per
settori affini. In modo particolare, Rembado ha
proposto di prendere in considerazione le Aree I e
V e di operare una scomposizione dei profili
dirigenziali in esse esistenti ed una successiva
ricomposizione che ripartisca diversamente,
rispetto ad ora, i profili stessi all'interno
delle due aree, in modo da avere in ciascuna una
maggiore coerenza di sistema.
Il presidente della CIDA F.P. ha proposto, dunque,
la seguente ripartizione:
1.
Area I (dirigenza dello Stato e del
Parastato), comprendente i dirigenti dei
Ministeri, ad esclusione del MIUR, della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, delle
Agenzie fiscali, degli Enti pubblici non economici
e delle Amministrazioni dello Stato ad ordinamento
autonomo;
2.
Area V (dirigenza dei settori della
Formazione e della Ricerca), comprendente i
dirigenti degli Istituti di Alta formazione e
specializzazione artistica e musicale, degli Enti
di ricerca e sperimentazione, del MIUR, delle
Scuole e dell'Università. Questa aggregazione, in
particolare, colloca in un unico contratto tutta
la dirigenza appartenente alle autonomie
funzionali.
In tal modo in
ciascuna delle due aree sarebbero presenti profili
dirigenziali affini.
Le Confederazioni CGIL, CISL, UIL e CONFSAL hanno
espresso la loro contrarietà all'ipotesi della
CIDA, mentre le altre Confederazioni hanno
manifestato il loro interesse per la proposta e la
loro disponibilità ad approfondirla ulteriormente
nei prossimi incontri.
Al termine dei lavori è stata fissata una nuova
riunione per mercoledì 24 luglio 2002, alle ore
9,30.
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