VI
Congresso Nazionale Anp
Montecatini
Terme (Vittoria Centro Congressi)
5, 6, 7 e 8
dicembre 2002
In
esito al suo VI Congresso Nazionale, l'Anp apre
alle alte professionalità della scuola.
Fonte:
sito web ANP - 23 dicembre 2002
Il
Congresso ha infatti approvato, nella seduta del 7
dicembre scorso, importanti modifiche allo
statuto dell'Associazione che prevedono, tra
l'altro, che all'Anp aderiscano, oltre ai
dirigenti delle scuole ed ai presidi incaricati,
anche le alte professionalità docenti della
scuola (vicari, collaboratori, figure di staff del
dirigente, figure di sistema).
In
attesa di sistematizzare in un unico documento di
sintesi i contenuti e le implicazioni della svolta
strategica impressa dal VI Congresso, raccogliamo
in questa pagina - e rendiamo disponibili - alcuni
documenti (o stralci di documenti) che ne
costituiscono la premessa teorica e ne illustrano
la portata ed i possibili sviluppi sul piano
politico-sindacale:
-
brani
tratti dai materiali per la discussione pubblicati
prima del Congresso;
-
brani
dalla relazione di apertura del Presidente
nazionale dell'Anp al VI Congresso;
-
gran
parte della replica del Presidente nazionale
al termine del dibattito congressuale;
-
brani
tratti dal documento finale approvato;
-
articolo
pubblicato da G. Pennisi su "Italia
Oggi" del 17.12.2002 (per gentile
concessione di "Italia Oggi", che
ringraziamo per la disponibilità)
Si
vedano inoltre:
-
l'art. 1 del nuovo Statuto,
che recita:
Art.
1 – Costituzione
1.
E' costituita l'Associazione nazionale dei
dirigenti e delle alte professionalità della
scuola, sinteticamente denominata Anp. All’Anp
possono aderire:
a)
i dirigenti delle scuole pubbliche e delle
istituzioni formative;
b)
i presidi incaricati e gli ex-presidi incaricati,
fino all’abolizione dell’incarico di
presidenza;
c)
le alte professionalità docenti della scuola.
2.
All’Anp possono aderire altresì le categorie di
cui al comma precedente anche successivamente alla
cessazione dal servizio.
-
il nuovo modello di delega
(formato .pdf) da utilizzare fin da oggi
per le nuove iscrizioni all'Anp. Il modello,
sottoscritto in duplice originale, va inviato agli
indirizzi indicati nella delega stessa. E'
disponibile anche il modello di delega
(formato .doc)
Anp
- Associazione nazionale dirigenti e alte
professionalità della scuola
dai Materiali per la discussione presentati al
VI Congresso Nazionale
(Montecatini
Terme 5-8 dicembre 2002)
...L’Anp
fa parte di una confederazione di dirigenti, la
CIDA, aperta di recente anche alle alte
professionalità. E' coerente con tale scelta
quella di rivolgere un’attenzione particolare
all’emergere di professionalità elevate anche
nell’ambito della scuola. La scuola
dell’autonomia è, sì, guidata dal dirigente:
ma è anche quella in cui di necessità esistono e
si vanno sviluppando figure intermedie di docenti,
designati dal dirigente o portatori di un mandato
da parte dei colleghi, il cui compito si colloca a
metà strada fra la didattica e la metadidattica,
fra le funzioni di linea e quelle di staff. Fra
questi colleghi si trovano anche coloro che
accederanno in futuro alla dirigenza formale degli
istituti.
Siamo in presenza di un’esigenza di evoluzione
strutturale che non è dettata da vincoli già
manifesti ed operanti come tali, ma che discende
dalla nostra vocazione ad interpretare il
cambiamento in anticipo rispetto ad altri. Il management
diffuso è una realtà già consolidata in
ambito aziendale e che si va affermando
rapidamente anche nelle pubbliche amministrazioni:
essa
è il portato, fra l’altro, della crescente
complessità delle strutture produttive e delle
realtà sociali. Non è più vero quel che poteva
esserlo in passato: che vi fossero da una parte
coloro che comandavano e dall’altra tutti
gli altri, il cui ruolo era di eseguire. Nelle
aziende - ma anche nelle scuole - il management
diviene diffuso, cioè tende a distribuirsi
su ruoli e livelli di responsabilità in parte
diversi ed a coinvolgere un maggior numero di
profili lavorativi professionalmente qualificati.
I concetti di management diffuso, di learning
organization, non sono astrazioni da dibattito
accademico, ma strumenti di gestione con cui
l’impresa è ormai familiare, che devono far
parte anche del patrimonio culturale della scuola
dell’autonomia.
Ma
sul suo sviluppo incidono anche le trasformazioni
in corso, che vedono lo spostamento delle logiche
amministrative da un modello accentrato e
gerarchico, in cui i centri decisionali sono pochi
e remoti, ad un altro, decentrato e reticolare, in
cui i luoghi di analisi e decisione si spostano in
prossimità dell’utente e si moltiplicano.
Continuare a pensare il ruolo della dirigenza in
termini di isolamento e di gerarchia significa
rimanere ancorati alla visione tradizionale della
dirigenza amministrativa ministeriale, in
un’epoca ed in un contesto socio-culturale in
rapida evoluzione. Le riforme costituzionali e
quelle che dovranno derivarne sul piano della
normativa secondaria ci dicono che il futuro
prossimo assegna un ruolo ai dirigenti che sanno
costituirsi uno staff operativo efficiente ed
agile, per agire come nodi decisionali di una rete
diffusa sul territorio. Spetta a noi, che abbiamo
anticipato per tanti versi la crescita
dell’autonomia all’interno della società
civile, individuarne tempestivamente le
implicazioni per la vita e l’attività di
associazioni come la nostra.
Ne deriva la necessità che - nel ridisegnare la
struttura complessiva dell’Anp - si tenga conto
non solo delle necessità già emerse ed
individuate, ma di quelle che si collocano in una
prospettiva imminente. Fra queste, quella di
assicurare uno spazio di rappresentanza interna -
in forme che potranno essere studiate - a quelle
figure professionali che operano a più stretto
contatto con il dirigente all’interno delle
scuole e che costituiscono la risorsa
professionale più preziosa per garantire il
successo del suo progetto di gestione ed il
raggiungimento dei risultati su cui egli stesso
giocherà la propria credibilità ed il
consolidamento del suo ruolo.
L’Associazione
vuole aprire le proprie strutture - secondo forme
e modalità da individuare - anche alle alte
professionalità emergenti all’interno delle
scuole, in primo luogo ai collaboratori
direttamente designati dal dirigente ed alle
figure di staff.
VI
CONGRESSO NAZIONALE ANP
dalla RELAZIONE DEL PRESIDENTE GIORGIO REMBADO
Montecatini Terme 6 dicembre 2002
........C'è poi la questione
dell'organizzazione interna alla scuola, che
impone oggi ai dirigenti la necessità di adottare
un modello di direzione allargata, in grado di
valorizzare le figure di staff e di tener conto
delle differenze di professionalità e di impegno
lavorativo. L'archetipo del dirigente chiuso nella
sua solitudine decisionale e legittimato solo
dalla sua posizione formale è legato ad una
concezione di un secolo fa. Attualmente la logica
della reticolarità orizzontale e del management
diffuso nelle amministrazioni rappresenta la
naturale estensione del sistema di decentramento
dei poteri pubblici. E' la sostituzione di un
modello di responsabilità condivise e di
decisioni distribuite rispetto a quello
dell'accentramento decisionale e della linea di
comando gerarchica.
E' giunto pertanto il momento
di tenerne conto, sia nella direzione della
scuola, che nell'allargamento dell'Associazione
alla rappresentanza delle figure di collaborazione
alla dirigenza, accomunate ai dirigenti, tanto sul
posto di lavoro quanto nella cultura valoriale di
riferimento, da analoghe responsabilità ed
interessi.
E' questo un percorso che è
stato compiuto anche all'interno della nostra
Confederazione e che ci ha consentito di
accogliere l'adesione dei quadri delle pubbliche
amministrazioni all'interno di una organizzazione
sindacale, di cui fanno largamente parte i
direttori dei servizi generali ed amministrativi.
Ora tocca a noi. E' un
passaggio importante, che riveste un ruolo
strategico e che può essere compiuto solo da
un'Associazione matura che, consapevole della sua
funzione nel quadro del sindacalismo scolastico,
non teme crisi di identità. E punta in tal modo
al potenziamento dei propri compiti, ponendosi da
un lato come soggetto ancor più autorevole nel
campo dell'innovazione di sistema e dall'altro
offrendo uno spazio di rappresentanza degli
interessi a colleghi (vicari, collaboratori,
figure di staff) che fino ad ora sono stati ben
poco rappresentati dalle tradizionali
organizzazioni sindacali del comparto scuola.
...........
Del resto questo è il nostro
compito: definire strategie, progettare strumenti,
creare opportunità.
E, con l'aiuto di tutti gli
iscritti, l'Anp cercherà di essere sempre
all'altezza delle aspettative degli Associati,
lungo il cammino che ci deve condurre ad
un'autonomia compiuta ... ed oltre.
VI
CONGRESSO DELL'ANP
dalla Replica del Presidente dell'ANP
al termine del dibattito congressuale
(testo trascritto dalla registrazione)
.....Voglio però toccare l'argomento che è stato
più largamente oggetto di discussione anche in
assemblea plenaria ma, come sempre succede nei
congressi per gli argomenti clou, anche al
di fuori perché, chi ha esperienza di
congressi, sa che fuori si affrontano argomenti
con più sale; e allora e giunto il momento di
passare anche in assemblea plenaria al sale, per
conto mio cercherò di metterci anche il pepe.
Mi riferisco al tema dell'allargamento
dell'associazione alle figure di collaborazione
con i dirigenti e alle figure di staff. Credo
che siamo sufficientemente adulti per poter
affrontare problemi di questa fatta in un
congresso, scambiandoci valutazioni, opinioni,
punti di vista, sulla base di due elementi
fondamentali: la valutazione di argomentazioni,
quando anche fossero diverse al loro interno, e la
pacatezza del confronto. Queste sono due questioni
di metodo pregiudiziali e fondamentali. Guai se
non fosse così.
E allora, e lo dico con assoluta coerenza con
l'impianto dei nostri lavori, fin dalla relazione
di ieri fino al momento che stiamo vivendo in
comune in questa fase dei lavori: è stato dai
congressisti interni ed esterni riconosciuto che
viviamo un momento particolare, di grandi
fibrillazioni sul piano istituzionale, che ci
carica di grandi responsabilità. C'è una base
comune a tutti, a qualsiasi tipo di proposte
emerga in sede associativa, è il minimo comune
denominatore, la richiesta che è esponenziale,
direi quasi tendente all'infinito: di dare
all'azione associativa più visibilità, più
potere contrattuale, più peso politico. E questi
sono gli obiettivi condivisi nella percezione
comune: non c'è delegato che intervenga non
avendoli chiaramente in testa, oppure
esplicitandoli nel corso del suo dire. Aggiungo la
seconda parte, che è importante tanto quanto la
prima; perché non è neppure lontanamente
pensabile che noi ci proponiamo questi obiettivi
superomistici senza avere la possibilità, almeno
in parte, di dotarci degli strumenti per poterli
raggiungere. Perché dobbiamo necessariamente
partire da una condivisione comune: non vogliamo
fare proposizioni velleitarie, non vogliamo porci
degli obiettivi irraggiungibili e poi ritrovarci
all'interno dell'associazione e della vita dei
nostri organi statutari a lamentarci e a piangerci
addosso perché non li abbiamo raggiunti.
E allora per commisurare le finalità ai mezzi,
per porci obiettivi politico-sindacali ambiziosi e
dotarci degli strumenti per poterli conseguire, al
fine di comprendere le ragioni della necessità
dell'allargamento dell'associazione alle alte
professionalità, parto da una serie di
considerazioni che voglio rappresentare alla
vostra valutazione.
1.
In questo momento storico, dentro alla
nostra organizzazione come fuori, il problema dei
problemi nell'ambito della rappresentanza degli
interessi sul piano sindacale – ma non
dimentichiamo che tutto il discorso tende ad una
rappresentanza di interessi a livello
politico-sindacale in primo luogo – lega assieme
tre categorie (o tre ceti) professionali, che sono
i dirigenti, i quadri, le alte professionalità,
accomunate dalla nozione di «lavoratori della
conoscenza».
2.
Questa è un'esigenza avvertita oggi anche
nella scuola. È un'esigenza avvertita in primo
luogo dai diretti interessati perché c'è un
vuoto di rappresentanza politico-sindacale per
questi ceti professionali. Il contratto di
comparto non si è affrancato fino ad oggi, né è
alle viste la possibilità che si affranchi
nell'immediato futuro, da logiche di appiattimento
che hanno continuato ad esistere ed a sopravvivere
nell'ambito del nostro sistema delle relazioni
sindacali.
3.
Quando si parla di alte professionalità,
nel nostro settore di attività come in tutti gli
altri, si ha ben presente che questo è il
naturale bacino per la futura dirigenza; è lì
che si va a pescare per poter trovare, attraverso
strumenti che possono essere diversi ma che per lo
più consistono di modalità concorsuali, i
dirigenti di domani. Questa, all'interno della
nostra associazione, è un'esperienza storica che
non conosciamo da oggi: è un'esperienza che
ciascuno di noi ha fatto prima come singolo e poi
all'interno della scelta sindacale attraverso un
percorso a zig-zag, perché ciascuno di noi,
almeno quelli che avevano una tessera sindacale -
e sono i più -, è partito da un sindacato di
comparto per approdare successivamente al
sindacato dirigenziale. Ahimè, mi tocca ancora di
dover dire con molto dispiacere - e non andiamo a
fare verifiche perché questo sarebbe
politicamente scorretto – che c'è ancora
qualcuno di noi in possesso di una doppia tessera
sindacale e che non si avvede dell'incongruenza e
dell'incoerenza delle proprie scelte, perché
viene da un passato che non può, non vuole o non
sa dimenticare.
4.
C'è poi la questione, già ieri dichiarata
nella presentazione molto esplicita della
proposta, della condivisione valoriale di
interessi professionali comuni a queste tre
categorie. Aggiungo una considerazione – e mi
riferisco in questo caso solo alla scuola – che
è banale tanto è generalizzata, conosciuta e
comune: sul campo queste figure professionali,
nella fisiologia (e speriamo che la patologia non
esista) collaborano gomito a gomito dal mattino
alla sera.
5.
Passo dalla realtà e dall'esperienza
quotidiana ad un tema di carattere generale e di
tipo normativo: è quello della cosiddetta
vicedirigenza, che si riferisce a tutte le
pubbliche amministrazioni, e che ha avuto un
riconoscimento normativo di recente seppure in un
contesto legislativo che noi, per altri versi,
deprechiamo, quale è quello della legge 154/2002
che contiene il famoso articolo dello spoil
system. Si è introdotta la vicedirigenza in
un percorso ed in un contesto che, in quanto
discendente dal D.Lgs. n. 165 e seguenti, come
norma di principio si applica a tutti i settori
della pubblica amministrazione, nessuno escluso.
6.
Passiamo ora a qualche confronto di realtà
similari. Parto da comparazioni interne alla
nostra Federazione e alla nostra Confederazione.
Per quanto riguarda la nostra Federazione, come
sapete, essa ha associato l'organizzazione
sindacale dei diplomatici, che rappresenta il 95%
della categoria. Ebbene, in questa organizzazione
sindacale, accanto agli ambasciatori, accanto ai
ministri plenipotenziari, accanto ai consiglieri
di ambasciata ed agli altri livelli di
diplomatici, esistono anche gli impiegati delle
ambasciate. Passiamo ad un altro esempio, esterno
alla nostra Federazione, tratto dal settore del
credito. Le relative organizzazioni sindacali, che
fanno parte della nostra confederazione, hanno
tutte al loro interno i dirigenti, i funzionari
non dirigenti e i quadri. È stato un percorso
difficile anche per loro, non c'è dubbio, perché
è evidente che persino là, dove c'erano
interessi anche economici molto forti (che non sto
a riprendere anche per non creare
demoralizzazione) le resistenze psicologiche erano
motivate, ma sono state ampiamente superate. Debbo
dire, per quello che vale l'esperienza degli
altri, che non c'è organizzazione di questo tipo
che non abbia a capo dei dirigenti, nessuna
esclusa. Sarebbero autolesionisti i non dirigenti
che si dessero come rappresentanti sindacali dei
non dirigenti.
7.
Passo all'ANVI, l'associazione dei vicari,
che abbiamo – come tutti sapete – invitato al
primo giorno del nostro congresso. È
un'associazione neo-costituita, un'associazione
professionale che può benissimo fare la sua
strada per conto proprio; si tratta di vedere
quali sono le convenienze, in questo caso, di casa
nostra, perché l'ANVI poi, autonomamente, valuterà
le proprie. Noi abbiamo sicuramente favorito un
percorso di avvicinamento e una fase di
annusamento reciproco, come si fa nei preliminari
del fidanzamento, ma siamo ai preliminari. Ora, ci
sono due possibilità:
§
si lasciano queste figure ad
organizzarsi per conto proprio; hanno, loro, a
loro volta due ulteriori possibilità:
a.
di trovare una casa sindacale che li
accolga, non importa quale, ma diversa dalla
nostra;
b.
oppure, voglio essere molto più ottimista,
di trovare una casa sindacale apparentata alla
nostra e cioè la Federazione della Funzione
Pubblica della CIDA.
Qual
è la differenza fra questa ipotesi e quella di
far entrare queste figure all'interno della nostra
organizzazione sindacale? Parto dal caso più
favorevole, che costituiscano un sindacato
all'interno della Federazione. In quel caso
farebbero, per proprio conto, le loro scelte senza
possibilità di una sede comune di confronto nella
quale arrivare a mediazioni nel comune interesse.
§
C'è poi la tesi che ha fatto
tremare a qualcuno le vene e i polsi: quella di
farli entrare dentro l'Anp. Ebbene, le mediazioni
sono sempre difficili ed io, che me ne occupo per
mestiere, lo so benissimo; ma le mediazioni in
questo secondo caso avverrebbero dentro la casa
comune.
Lascio
a voi valutare, con l'utilizzo del ragionamento e
non dell'emotività, qual è la strada migliore.
8.
Ci si potrebbe domandare: perché non è
stata seguita questa strada per l'ANQUAP? E' molto
semplice, molto chiaro: quelle sono figure di
quadri amministrativi, non figure professionali
assimilabili alle cosiddette alte professionalità,
che è un termine tecnico ormai da tutti
utilizzato; e allora si è scelta la strada
diversa di costituire un'organizzazione sindacale
che entrasse a far parte della stessa Federazione
ma che rappresentasse autonomamente il mondo dei
quadri delle amministrazioni pubbliche.
9.
C'è un altro interrogativo, per noi non
inquietante: cosa diamo loro? Una cosa è certa,
un impegno lo assumiamo sicuramente, implicito e
anche esplicito: noi assumeremmo con loro
l'impegno a farli emergere in una contrattazione
autonoma delle alte professionalità rispetto al
contratto di comparto. È un percorso lungo?
Lasciamolo decidere a loro, non faccio previsioni,
ciascuno di noi si interroghi dentro di sé e si
chieda quanto tempo ci è voluto per l'Anp a far
emergere la categoria in un'area dirigenziale
autonoma. Non lo diciamo per scaramanzia, ci vorrà
il tempo che il processo richiederà.
10.
Circola un altro interrogativo: se entrano,
entrano a parità di trattamento? Non capisco
neppure la domanda, ma me la pongo lo stesso perché
se qualcuno se la pone è necessario portarla in
tutta trasparenza ed evidenza all'attenzione
dell'assemblea congressuale. Ebbene sì, non ci
potrebbe essere nessuna associazione al mondo in
cui fossero costituiti soci a diverse velocità,
soci di serie A e soci di serie B, magari
differenziati da una diversa appartenenza
all'elettorato attivo e passivo: sarebbe
un'assurdità.
Arrivo alla conclusione sul
problema specifico che ho voluto trattare con
dovizia di dettagli e che ieri ho anticipato con
chiarezza cristallina ma senza le precedenti
considerazioni. Dicevo: il problema esiste,
l'esigenza c'è, esiste oggi e verrà risolto
comunque in un modo o nell'altro, questo è certo.
Sta a noi valutare se abbiamo la capacità di
cogliere l'opportunità o se la vogliamo lasciare
ad altri e per “altri” il range delle
opportunità possibili è molto ampio, va da
quella più negativa a quella più positiva che ho
già prima indicato. Possiamo ricondurre
l'elaborazione di una proposta politico-sindacale
all'interno dell'organizzazione di cui facciamo
parte e di cui siamo saldamente ed in modo maturo
- come ricordavo ieri – al controllo delle leve
di comando, oppure possiamo lasciarli ad andare
avanti autonomamente per loro conto. Questa è una
scelta che sta, anziché sulle ginocchia di Giove,
nell'autonoma valutazione di tutti i delegati
congressuali. E' una scelta davvero così
preoccupante? Francamente, io non lo credo.
L'associazione potrà andare avanti lo stesso?
Sicuramente sì.
Si tratterà di vedere se potrà andare avanti
arricchita o depotenziata, e questo è nelle
vostre mani.
Grazie.
VI
CONGRESSO NAZIONALE
Montecatini Terme (PT) 5-8 dicembre 2002
dal Documento finale
...........
3.4.– L'allargamento alle alte professionalità
della scuola
L'Associazione fa parte di una confederazione di
dirigenti, aperta di recente anche alle alte
professionalità. E' coerente con tale scelta
quella di rivolgere un'attenzione particolare
all'emergere di professionalità elevate
all'interno delle scuole.
Il modello di direzione monocratica, fondato sul
ruolo formale e sul rapporto gerarchico, ha fatto
il suo tempo. Noi che abbiamo, prima e più
lucidamente di altri, antevisto la sua fine per
quanto riguarda l'Amministrazione scolastica non
possiamo commettere l'errore di adottarlo una
volta approdati a nostra volta alla qualifica.
Quel modello era funzionale ad un'epoca di
centralismo burocratico, in cui la linea di
comando discendeva in linea retta dal Ministro ai
singoli istituti scolastici.
In un contesto di accentuata demoltiplicazione e
dislocazione dei centri decisionali, non è
proponibile che il dirigente della scuola pensi di
esercitare da solo tutti gli aspetti della
funzione e di mantenere operanti tutte le reti di
rapporti. Dovrà di necessità – per garantirsi
efficacia, ma anche tempo e lucidità per la
visione strategica – delegare un buon numero di
funzioni strumentali e quindi circondarsi di
collaboratori di fiducia.
E' interesse dei singoli alimentare e far crescere
il rapporto fiduciario all'interno della propria
scuola: e quindi, in prospettiva, sviluppare la
professionalità dei collaboratori più diretti.
E' interesse associativo favorire questo stesso
processo nei confronti delle associazioni di tali
alte professionalità, in primo luogo i vicari. A
questi docenti i sindacati tradizionali non sanno
offrire che una avara mancia, negando invece ciò
che ad essi sta più a cuore, cioè il
riconoscimento professionale ed una prospettiva di
sviluppo. Spetta a noi farci interpreti delle loro
aspirazioni, senza irrigidire nelle proceduralità
e nelle garanzie formali un rapporto che deve
rimanere vivo e dinamico.
Non si tratta di arrivare a breve termine al
“vicario di ruolo”: la prospettiva della
vicedirigenza, se maturerà, richiederà contesti
normativi ed organizzativi profondamente diversi.
Al vicario, occorrerà garantire non un ruolo
formale a vita, che costituirebbe un ghetto, ma
prospettive di crescita personale e professionale
che lo portino, in un tempo ragionevole, alla
dirigenza piena, attraverso la riattivazione
fisiologica dei meccanismi di reclutamento
ricorrente.
Agli altri collaboratori, se non interessati a
loro volta ad un analogo percorso, occorrerà
assicurare uno status intermedio, che riconosca il
loro ruolo di organizzatori e mediatori della
didattica e dei gruppi di lavoro: e lo ricompensi
in misura adeguata e con procedure che nascano dal
riconoscimento del merito e non dalla gestione del
consenso e degli schieramenti all'interno degli
organi collegiali.
Questi obiettivi postulano una legittimazione ad
agire, anche in campo sindacale, in nome e per
conto di questi colleghi: e quindi l'apertura, per
chi fra loro lo desidera, della possibilità di
iscriversi alla nostra Associazione, pur nella
distinzione dei rispettivi ruoli. Sempre, nelle
dinamiche sociali, quando una funzione esiste,
cerca gli spazi per diventare visibile e per
operare a tutela dei propri interessi; anche
entrando in concorrenza ed in conflitto con chi
cerca di comprimerne gli spazi.
Spetta a noi dimostrare che siamo capaci di
antivedere le forze che si muovono intorno a noi
nel mondo della scuola e di saperci proporre come
interpreti delle loro aspirazioni, che sono poi
largamente anche le nostre.
Anche in questo senso avrà avuto un significato
affiancare, nel motto di questo VI Congresso, un
termine per noi carico di storia, con una parola
d'ordine nuova, evocatrice e fascinosa, a patto di
non svuotarla per il timore del domani:
“Autonomia e oltre”.
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