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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

 

Nuovi contratti e vecchie regole
La scuola tra svolte annunciate e cambiamenti traditi

Comunicato stampa del 20 maggio 2003 

Fonte: sito web ANP - 20 maggio 2003

La preintesa sul CCNL del comparto scuola - sottoscritta il 16 maggio scorso da ARAN e SNALS, sindacati scuola di CGIL, CISL e UIL - si colloca nella scia di una totale conservazione dell'esistente, se non addirittura di un arretramento. E' questo un contratto che ci riporta sicuramente alla scuola preautonomistica e comunque qualche decennio addietro.
Le risorse contrattuali disponibili - di ammontare complessivo non indifferente - sono andate disperse nella logica tradizionale della distribuzione a pioggia in misura uguale per tutti. Rimangono così in piedi - anzi, si aggravano - l'appiattimento retributivo ed il disconoscimento degli apporti soggettivi, la deresponsabilizzazione professionale, l'omologazione del corpo docente all'interno di uno status di tipo sempre più impiegatizio, con l'ennesimo rimando sine die dell'introduzione di una vera carriera professionale affidata, senza neppure il pregio di un guizzo di fantasia, ai lavori rituali di una commissione di studio.
Questi sono i risultati. Non è più contemplato il riconoscimento economico di figure, come i vicari ed i presidi incaricati, che comunque esistono - anzi, esistevano - e permettono, comunque hanno finora permesso, alle scuole di funzionare. Per quanto attiene ai vicari - ma ciò vale anche, più in generale, per tutte le alte professionalità docenti - l'esito contrattuale che si è delineato ci rafforza ancora di più nella convinzione che il recupero della loro dignità professionale, l'uscita dalla precarietà ed il giusto riconoscimento di status e di retribuzione che ad essa deve accompagnarsi, saranno possibili soltanto con un percorso innovativo, attraverso i necessari passaggi legislativi, per l'introduzione di una carriera dei docenti che contempli, tra le altre figure professionali, anche l'istituto normativo della vicedirigenza.
Sul piano dell'organizzazione del lavoro e delle relazioni sindacali all'interno delle singole istituzioni scolastiche si perpetua la tendenza all'invasione di campo - da parte della contrattazione nazionale – rispetto alla funzione del Parlamento relativamente a materie e poteri che attengono, invece, all'organizzazione degli uffici, oggetto di riserva di legge, ed alle prerogative del dirigente. Ne sono prova, infatti, sia lo spostamento all'interno della contrattazione di istituto dei criteri e delle modalità di definizione dell'orario dei docenti, che introduce - inoltre - ulteriori elementi di complicazione, visto che in materia vi sono già le competenze del dirigente, del collegio docenti e del consiglio di istituto; sia le ulteriori limitazioni poste al dirigente nell'autonoma definizione del suo staff di collaboratori. Tutto ciò non potrà che riverberarsi in un aumento della confusione organizzativa e della conflittualità a livello di singola scuola.
Se ne ricava quindi il giudizio che questo non è un contratto firmato per la scuola, ma contro di essa; che contribuirà ad ostacolare lo sviluppo dell'autonomia e che provocherà gravi danni a tutto il sistema di istruzione, proprio nel momento in cui esso avrebbe avuto bisogno di maggiore stabilità e capacità di governo.
Si fa un gran parlare di riforme e di modernizzazione e poi si autorizzano i rappresentanti della parte datoriale ad accogliere passivamente le istanze più conservative delle piattaforme sindacali. A quale governo dobbiamo credere, a quello che annuncia la volontà di cambiamento o a quello che si accorda con il sindacalismo più tradizionale?

Nota: i termini e le frasi in grassetto sono a cura della redazione di “DirigenteScolastico.it”
 

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